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1a. Sergio-Mattarella

«Anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione.
E furono guerre di conquista.
Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa.
L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura.
 
L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale,
area in cui altri esercitino la loro influenza,
o, invece, divenire soggetto di politica internazionale,
nell’affermazione dei valori della propria civiltà?
 
Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie?
Con, al massimo, la prospettiva di un “vassallaggio felice”.
 
Bisogna scegliere: essere “protetti” oppure essere “protagonisti”?
Le stesse alleanze si giustificano solo in base a – transeunti – convergenze di interessi e, dunque, per definizione, a geometria variabile, o riguardano anche valori?
 
L’Unione Europea – e in essa Francia e Italia –
deve porsi alla guida di un movimento
che nel rivendicare i principi fondanti del nostro ordine internazionale
sappia rinnovarlo, attenta alle istanze
di quanti dall’attuale costruzione si sentano emarginati».
Sergio MATTARELLA – Lectio magistralis
Università di Aix-Marseille – 05.02.2025

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EDITORIALE – Hanno paura di noi

I vertici internazionali come l’AI Action Summit di questi giorni a Parigi non vanno misurati sulla base delle conseguenze concrete. Servono però a cogliere indizi, a misurare l’evoluzione delle consapevolezze condivise intorno a questioni molto complesse che poi verranno sviscerate in appositi tavoli tecnici.
E questo vertice di Parigi, fortemente voluto dal presidente francese Emmanuel Macron, ci dice molte cose.      Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                                 questa volta il posto d’onore lo ha meritato il nostro presidente Sergio MATTARELLA, oggetto di inqualificabili e ripetuti attacchi da parte del governo russo. Non è un caso che tanti analisti, politici e storici stiano paragonando questi affannosi e affannati negoziati di pace per l’Ucraina alla Conferenza di Monaco del settembre 1938. Se la Storia insegna qualcosa, bene ha fatto il nostro Presidente della Repubblica a metterci in guardia dal banalizzare o semplicemente dal sottovalutare segnali inequivocabili di sopraffazione e di mancanza di rispetto della sovranità altrui.      Continua nell’ ALLEGATO

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CHINARSI SULLE FERITE DEL MONDO PER AIUTARE L’UMANITÀ A NON PERDERE LA DIREZIONE

4a. gioba-16022025-minOmelia di papa Francesco, letta dal cardinale José Tolentino de Mendonça, in occasione del Giubileo degli artisti e del Mondo della cultura. San Pietro 16 febbraio 2025.

Nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato, Gesù proclama le Beatitudini davanti ai suoi discepoli e a una moltitudine di gente. Le abbiamo ascoltate tante volte eppure non cessano di stupirci: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete» (Lc 6,20-21). Queste parole ribaltano la logica del mondo e ci invitano a guardare la realtà con occhi nuovi, con lo sguardo di Dio, che vede oltre le apparenze e riconosce la bellezza, persino nella fragilità e nella sofferenza.      Continua nell’ ALLEGATO

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DEPORTARE I MIGRANTI FERISCE LA DIGNITÀ UMANA

GUADALUPE patrona America
GUADALUPE patrona America

Lettera di Papa Francesco ai Vescovi degli Stati Uniti d’America

 Cari Fratelli nell’Episcopato,
Vi scrivo oggi per rivolgervi alcune parole in questo delicato momento che state vivendo come Pastori del Popolo di Dio che pellegrina negli Stati Uniti d’America.

  1. Il cammino dalla schiavitù alla libertà compiuto dal Popolo d’Israele, così come narrato nel libro dell’Esodo, ci invita a guardare alla realtà del nostro tempo, così chiaramente segnata dal fenomeno della migrazione, come a un momento decisivo nella storia per riaffermare non soltanto la nostra fede in un Dio che è sempre vicino, incarnato, migrante e rifugiato, ma anche nella dignità infinita e trascendente di ogni persona umana.      Continua nell’ ALLEGATO
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YEKATIT 12: UNA VERGOGNA ITALIANA

Addis Abeba obelisco vittime etiopia
Addis Abeba obelisco vittime etiopia

Yekatit 12 è una data. È il 12° giorno del mese di yekatit, che nel calendario etiope corrisponde al nostro 19 febbraio. Il 19 febbraio 1937 infatti ebbe inizio una delle pagine più sanguinose della nostra storia coloniale che causò non meno di 20.000 morti tra i civili. Italiani brava gente?

 Il punto di partenza di ciò che racconteremo questa sera è il 9 maggio del ’36 quando a Roma Mussolini annunciava davanti a una folla delirante che l’Italia dopo venti secoli aveva di nuovo il suo impero, “sui colli fatali di Roma”!
L’Etiopia con il ferro e con il sangue (e anche con i gas) era stata conquistata dal duo Graziani-Badoglio.     Continua nell’ ALLEGATO

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UN PROGETTO CONTRO LA POVERTÀ ABITATIVA (A. Marazzi)

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Una proposta concreta e unitaria di CARITAS e ACLI Crema che garantirà reciprocamente proprietari e inquilini. In campo anche i Comuni dell’Area Omogenea.

Alla presentazione del rapporto nazionale “Fili d’erba nelle crepe” sulle povertà 2024, venerdì scorso in sala Alessandrini – di cui s’è riferito sabato scorso – è seguita l’illustrazione del “Progetto sull’abitare”, mirato a far fronte al crescente bisogno di casa che si riscontra anche nel nostro territorio.      Continua nell’ ALLEGATO

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DARE SENSO AL VIAGGIO (la Redazione)

8a. Corso '24Al via il 21° Corso di preparazione per una breve esperienza in missione, organizzato dal Centro Missionario Diocesano per permettere a giovani di tutte le età di conoscere ed apprezzare il lavoro di tante giovani Chiese.

 “Ciò che ho trovato davvero meraviglioso in questo viaggio sono le persone”.
“La gente ci ha accolto ogni giorno con gioia, con un senso di solidarietà così grande che è impossibile anche solo immaginare”.
“Tutti, anche quelli incontrati per caso, avevano voglia di conoscerci e di parlare con noi, che lì eravamo i diversi. Mentre noi invece dimentichiamo che la diversità può solo essere una ricchezza”.
“E ora non vedo l’ora di tornare”.    Continua nell’ ALLEGATO

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Germogli di SPERANZA (Mario Calabresi)

In occasione del Giubileo del Mondo della Comunicazione, svoltosi il 25 gennaio scorso, anche Mario Calabresi è stato chiamato a portare il suo contributo. Ecco alcuni significativi passaggi del suo intervento.
“Si può ancora comunicare con speranza? O quella dei nostri giorni è solo una narrazione disperata, un’informazione in cui il male è protagonista assoluto, in cui la cronaca nera è il nostro pane quotidiano, un’informazione in cui la rabbia e l’odio sono l’aria che respiriamo, in cui la propaganda costruisce ogni giorno un nemico, un colpevole?      Continua nell’ ALLEGATO

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