Permettici di tornare ad inginocchiarci per renderti grazie, perché oggi tu ci hai messo in ginocchio oltre ogni nostro volere.
Una riflessione – preghiera di un giornalista che crede in un Dio misericordioso e non giudice crudele.
Perché Signore?
Come facciamo oggi a leggere quello che tu ci hai scritto: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra”. Era questo il senso che intendevi? Lo so, forse sono presuntuoso, ma non posso tacerlo: non riesco a pensare che fosse questo il senso che intendevi. Eppure tu stesso ce lo hai lasciato trapelare: “La terra tremò e si scosse; vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché Egli era sdegnato. Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante; da lui sprizzavano carboni ardenti. Abbassò i cieli e discese, fosca caligine sotto i suoi piedi”.
La riflessione continua nell’ALLEGATO