Negli accampamenti manca acqua potabile, gas e legna per cucinare. I profughi si arrangiano come possono, e spesso rimangono coinvolti in attività illegali. I crimini proliferano dopo le 4 del pomeriggio, quando i campi vengono chiusi ai visitatori esterni. Il reportage dell’inviato.
Nel distretto bengalese di Cox’s Bazar, una stretta lingua di terra al confine con il Myanmar, l’esistenza dei rifugiati Rohingya continua ad essere penosa: manca acqua potabile pulita, cibo e medicinali. I profughi hanno trovato rifugio sulle colline del distretto, ma temono le alluvioni e le valanghe tipiche della stagione dei monsoni. . L’inviato di AsiaNews ha visitato gli accampamenti e raccolto testimonianze della difficile vita di tutti i giorni. Intanto il Myanmar si è detto di nuovo pronto a rimpatriare i profughi musulmani Rohingya “dopo le verifiche”. Lo ha ribadito ieri Aung San Suu Kyi durante un incontro di un’ora con una delegazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Continua nell’ ALLEGATO
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