La strategia del PT per rendere «il popolo di nuovo felice» (da Adista)
Non è bastata la pioggia di ricorsi presentati dai legali di Lula al Tribunale superioreelettorale e alla Corte Suprema né un nuovo e ancor più incisivo pronunciamento del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, che ha ribadito l’obbligatorietà per il Brasile di garantire l’immediato esercizio dei diritti politici dell’ex presidente: la corsa di Lula alla presidenza del Paese si è definitivamente infranta contro la giustizia golpista, secondo un copione che era già stato scritto al momento della farsa giudiziaria allestita dal giudice Sergio Moro e dal Tribunale di appello di Porto Alegre.
Eppure, l’obbligata rinuncia di Lula a candidarsi alle presidenziali del 7 ottobre non ha il sapore della sconfitta, ma solo quello di un momentaneo arretramento. Per l’ex presidente,per il PT (Partito dei Lavoratori), per le forze progressiste e di sinistra è insomma l’ora della cosiddetta «strategia Perón»: il metodo, cioè, impiegato con successo da Juan Domingo Perón nel 1973, quando, dal suo esilio in Europa, sostenne con forza l acandidatura di Héctor Cámpora alla presidenza dell’Argentina, con lo slogan «Cámpora al governo, Perón al potere» (dopo la vittoria, Campora si sarebbe dimesso proprio per permettere a Perón di assumere la guida del Paese). Continua nell’ ALLEGATO
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