Per approfondire ciò che sta accadendo in questi ultimi anni in Niger, abbiamo intervistato Uoldelul Chelati Dirar, Professore di Storia e istituzioni dell’Africa presso l’Università di Macerata (Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relazioni Internazionali). In questa intervista il prof. Uoldelul Chelati Dirar ci spiega, da un punto di vista storico e sociologico, i motivi che hanno facilitato il radicamento dei movimenti jihadisti in Niger e nei Paesi limitrofi.
Perché e come il Niger è stato coinvolto nel jihadismo?
Dal punto di vista storico, il jihadismo è un fenomeno in realtà ricorrente. In genere questo elemento non viene preso in considerazione, ma alla fine del ’700 e all’inizio dell’800 del secolo scorso, nella regione saheliana si è manifestata una forma molto simile a quella del fondamentalismo islamico. Si trattava di una espressione islamica definibile spartana, ma radicale. È stato un fenomeno che già coinvolse un ampio territorio, dall’attuale Senegal alla Mauritana fino al Ciad. Quello del jihadismo è un fenomeno che esiste da tempo e ha una matrice molto più complessa di quello che normalmente viene descritto. Continua nell’ ALLEGATO
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