Della tragedia di Corinaldo, 4.900 anime nelle colline marchigiane, sul web c’è tutto. C’è la notte in discoteca, prima che tutto accadesse: fasci di laser, calca di giovanissimi, braccia levate sopra le teste, a battere ossessivamente il ritmo. C’è, ripreso da un cellulare, il panico dei ragazzi che disperati si travolgono, cercando un’uscita. E poi le luci blu delle Volanti, a illuminare il locale abbandonato. Manca solo una cosa, nella cronaca in tempo reale del web: mancano le ore d’angoscia dei genitori di quei, sembra, oltre millequattrocento ragazzi, molti di 14 o 15 anni appena.
Tremila madri e padri che per ore, nel fondo della notte, attaccati al cellulare hanno cercato di mettersi in contatto con un figlio che non trovavano più. I telefoni persi nella calca, o irraggiungibili per la eccessiva mole di traffico; o, peggio, accesi: ma, nessuna risposta. Per tremila italiani, una notte da crepacuore. Continua nell’ ALLEGATO
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