Suor Maria Marrone, comboniana che lavora in Uganda, ci racconta come sono stati usati gli aiuti che alcuni Gruppi di Animazione Missionaria le hanno inviato. E spesso è proprio la Provvidenza a guidarla, senza saperlo, incontro a chi ha più bisogno.
Lira, Aboke, Luglio 2020
Carissimi amici,
a tutti voi un affettuoso saluto dall’Uganda, terra d’Africa.
A nome della popolazione Lango della Diocesi di Lira, desidero esprimervi la mia gratitudine per il grande aiuto che le avete dato. È da febbraio che siamo ancora nel lockdown per il coronavirus, e anche se ora è parziale, la gente risente della mancata libertà di muoversi e di procurarsi il necessario per il loro sostentamento. Non abbiamo notizie di persone decedute, e sinceramente non ne siamo a conoscenza, anche riguardo ai distretti vicini, ma l’allarme è ancora alto. C’è l’obbligo della mascherina e di tenere distanze tra persone. I mercati non sono aperti anche se qualcuno tenta di esporre la loro merce per poter racimolare qualche soldino. Le leggi di sicurezza impediscono anche ai vari gruppi di questa chiesa nascente, di raccogliere qualcosa e di portare aiuti a quelle famiglie che loro sanno di aver bisogno. Noi abbiamo la fortuna di avere un’ambulanza, che seppure vecchia, svolge ancora la sua funzione. Ci è stato dato il permesso di distribuire aiuti alle famiglie con le dovute precauzioni.
Qui non hanno mai sentito parlare del TELEFONO AMICO, ma il nostro telefono è diventato l’unico mezzo che ci collega. Spesso sono i bambini che ci conoscono, che vanno dal signore che ha il telefono a disposizione del piccolo Villaggio, a chiamarci. Continua nell’ ALLEGATO
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