Carissime, Carissimi,
qualche giorno fa ci ha lasciato Sergio ZAVOLI, un Giornalista, come si dice, con la G maiuscola, che ha onorato la sua professione con servizi e programmi che hanno fatto scuola. I meno giovani ricorderanno sicuramente “Processo alla tappa”, “Nascita di una dittatura”, “La notte della repubblica”. Tuttavia qui vorrei ricordare un documentario poco conosciuto, ma che varrebbe la pena andare a rivedere. Si tratta di un servizio intitolato “I giardini di Abele”, andato in onda il 3 gennaio 1969, all’interno dello storico rotocalco TV7. Un documento della durata di circa 25 minuti con il quale Zavoli entra con la sua troupe nel manicomio di Gorizia, allora diretto da Franco Basaglia, e cerca di capire e di spiegare la rivoluzione basagliana. Mostra infatti le immagini drammatiche della vita nel manicomio prima della sua trasformazione in ospedale aperto, facendo parlare gli infermieri, lo stesso Basaglia e i malati.
Due i motivi che rendono degno di nota questo servizio: il linguaggio che usa Zavoli e il messaggio che l’esperienza di Basaglia ci comunica.Il linguaggio di Zavoli infatti appartiene a un giornalismo fatto di parole pensate e pesate, accuratamente misurate e mai banali e di immagini potenti e realistiche che tuttavia non indugiano alla retorica del dolore e della lacrima. Significativa la scena della signora ospite dell’ospedale che ad un certo punto, parlando della propria esperienza, scoppia in lacrime. Zavoli non enfatizza quel dolore, ma con domande opportune aiuta la donna ad uscire dall’imbarazzo. Continua nell’ ALLEGATO
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