Il rilascio del religioso – assieme a un altro italiano, Nicola Chiacchio – è accolto con gioia immensa. Come testimoniano anche padre Antonio Porcellato, suo superiore generale, e Daniele Marchesi, marito della sorella.
Nigrizia esulta alla liberazione in Mali di padre Gigi Maccalli, rapito nella notte tra il 17 e il 18 settembre di due anni fa in Niger. L’annuncio del rilascio del religioso e dell’ingeniere campano Nicola Chiacchio, giovane italiano rapito in Mali nel 2019, mostrato al fianco di Maccalli in un video pubblicato da Avvenire il 24 marzo scorso, è stato dato la sera dell’8 ottobre dal portavoce del governo maliano. Una nuova compagine di militari e civili che, dopo il colpo di stato del 18 agosto scorso, sta cercando di transitare il paese nei prossimi 18 mesi verso nuove elezioni.
Non è un caso che la liberazione sia avvenuta proprio in questi giorni, perché il nuovo corso governativo ha deciso una svolta nei confronti dei gruppi jihadisti che imperversano nel paese. Tre nuovi ministri sono infatti ex ribelli e nel fine settimana scorso sono stati liberati dallo Stato oltre centro prigionieri, appartenenti a gruppi terroristi.
I jihadisti hanno a loro volta liberato Soumaïla Cissé, leader dell’opposizione rapito lo scorso 26 marzo durante la sua campagna elettorale, e l’operatrice umanitaria francese Sophie Pétronin, sequestrata il 24 dicembre 2016 a Gao. I due sono stati rilasciati nel nord del Mali martedì scorso, ma soltanto ieri si è saputo della loro liberazione.
Nigrizia ha sempre seguito la vicenda di padre Gigi, restando vicina a lui e alla sua famiglia religiosa, la Società missioni africane (Sma), con solidarietà, stima, amicizia e preghiera. Nel Niger infestato dalle scorribande jihadiste, il missionario italiano provava a tessere reti di solidarietà con la popolazione, a larga maggioranza musulmana, secondo l’esempio che papa Francesco ribadisce nella nuova enciclica “Fratelli tutti”, stimolato proprio dal grande imam Ahmad Al Tayyeb della moschea di al-Azhar, al Cairo: “Dio ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro”. (n°5) Continua nell’ ALLEGATO
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