Carissime, Carissimi,
permettetemi di ritornare un momento su un avvenimento che, come purtroppo è successo per molti altre promossi dal papa o dalla Chiesa in genere, è scivolato via senza lasciare traccia o quasi. Mi riferisco all’evento Economy of Francesco seguita dall’informazione generale con la stessa sufficienza con cui si è obbligati a prendersi cura di qualcosa per dovere e non per convinzione. Basta dare un’occhiata alla rassegna stampa che si è fermata al classico articolo di circostanza.
Ma perché Papa Francesco ha voluto a tutti i costi coinvolgere 2000 giovani impegnati in attività economiche e provenienti da 115 Paesi diversi, riproponendo con caparbietà lo stesso evento, bloccato inizialmente dal Covid, otto mesi dopo? Non certo per raccogliere qualche distratto applauso. Allora cerchiamo di capire perché non si è parlato genericamente di un’economia giusta o equa o anche solo solidale, ma si è tirata in ballo, fin dal titolo, la personalità del santo di Assisi.
Come acutamente osserva Giacomo TODESCHINI sul sito Globalist il 22 novembre scorso, il termine ideologico di riferimento della proposta contenuta nell’Economia di Francesco è la spiritualità francescana intesa come realtà storica all’origine di un modello economico in contrasto con quello vigente. È come se si marcasse una continuità tra l’economia suggerita dall’esperienza storica di San Francesco e quella proposta, 800 anni dopo, dall’attuale Papa nell’enciclica Fratelli tutti, ossia tra l’economia prospettata da Francesco e dai francescani, nel medioevo e oltre, e l’economia solidaristica o “di fraternità” odierna che si contrappone all’egoismo economico a oltranza e alla guerra economica di tutti contro tutti. Continua nell’ ALLEGATO
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