Questo è il tema dell’ottava “Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone” che sarà ricordata l’8 febbraio prossimo, memoria di santa Bakhita. Un invito non solo perché le donne assumano un ruolo da protagoniste in quanto agenti di cambiamento, ma perché la cura diventi uno stile di vita per trasformare il rapporto con la natura e le relazioni sociali ed economiche, troppo basate su una competizione aggressiva.
La situazione
La tratta è una delle ferite più profonde inferte dal sistema economico attuale. Ferite che riguardano tutte le dimensioni della vita, personale e comunitaria. La pandemia ha incrementato il “business” della tratta di persone e ne ha acuito il dolore: ha favorito le occasioni e i meccanismi socioeconomici alla base di questa piaga e ha esacerbato le situazioni di vulnerabilità che hanno coinvolto le persone maggiormente a rischio e in modo sproporzionale le donne e le bambine, particolarmente penalizzate dal modello economico dominante. Continua nell’ ALLEGATO
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