LA LIBERTÀ PER UNA BAMBINA (Mario Calabresi)

5a. Foto-Lea-YpiLa più grossa lite a cui Lea ha assistito da bambina è avvenuta tra sua madre e la vicina di casa, fino a quel giorno una cara amica. L’oggetto del contendere: una lattina di Coca Cola. Vuota. Vero status symbol nell’Albania degli Anni Ottanta, tanto che chi riusciva ad accaparrarsene una la collocava al posto d’onore in salotto, di solito su un centrino ricamato sopra il televisore. La mamma di Lea era convinta che l’amica gliela avesse rubata e se ne gridarono di tutti i colori arrivando ad insultarsi per strada.
Del crollo del comunismo in Albania noi italiani abbiamo visto le conseguenze: navi cariche all’inverosimile che arrivavano nei porti pugliesi e uomini e donne magrissimi che cercavano lavoro e un futuro. Ma di come avessero vissuto prima, abbiamo sempre saputo poco e immaginato ancor meno.
Quando è caduto il comunismo nel suo Paese, Lea aveva undici anni, viveva a Durazzo, sulla costa, e i suoi ricordi di quel tempo sono la rivelazione di un mondo in cui i bambini spiavano i turisti in spiaggia, scoprivano l’odore della crema solare, ma a cui le maestre spiegavano di diffidare degli stranieri e di non accettare mai le caramelle, sicuramente avvelenate.          Continua nell’ ALLEGATO

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