Il primo febbraio 2021 i vertici militari del Myanmar (ex Birmania), temendo di vedere ridotti ruolo e benefici dalla democrazia rafforzata uscita dalle urne il novembre precedente, nel giorno dell’apertura del nuovo Parlamento riprendevano il potere con un colpo di Stato. Pochi giorni dopo, davanti all’avvio della reazione popolare sotto forma di manifestazioni di piazza, scioperi e boicottaggio, l’esercito avviava l’utilizzo della «forza letale» contro gli oppositori. Per diversi rapporti e organizzazioni internazionali tra cui Fortify Rights e Schell Center, a sostegno di una polizia inefficace a contenere la protesta entrarono in azione i cecchini e diversi medici hanno testimoniato uccisioni dovute a uno solo colpo di arma da fuoco alla nuca o al cuore. Prima vittima, la ventenne Mya Thwate Thwate Khaing, ferita al capo il 9 febbraio e deceduta dieci giorni dopo. Continua nell’ ALLEGATO
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