Più che le intese poté il denaro. Il rischio di perdere un pacchetto di aiuti da 380 milioni di euro del Fondo monetario internazionale ha portato i politici somali – divisi in appartenenze di clan e sottoclan in lotta tra loro da almeno tre decenni – ad accordarsi in fretta e furia per la convocazione delle elezioni presidenziali, più volte rimandate tra accuse e controaccuse.
Oggi, quindi, la Somalia torna ad eleggere il suo capo di Stato, un’elezione indiretta perché verrà decisa dai soli parlamentari e che consentirà quindi al Paese di accedere ai fondi del Fmi, e ai suoi politici di continuare a gestirli e a distribuirli in varie forme. Continua nell’ ALLEGATO
————————————————————