Nel difficile viaggio in Cile, il papa ha detto ai vescovi, riuniti nella cattedrale di Santiago, che la Chiesa non è e non sarà mai un’élite di consacrati, sacerdoti e vescovi, ma sempre un popolo di Dio. Il clericalismo spegne la Chiesa. “I laici non sono i nostri servi, né i nostri impiegati. Non devono ripetere come ‘pappagalli’ quello che diciamo”. Non smettete di sognare, trasformate tutto per l’evangelizzazione del Cile non per un’autoconservazione ecclesiastica.
Già nei colloqui delle due lunghe sessioni della visita ad limina (dell’anno scorso) abbiamo toccato molti temi. Perciò in questo “saluto” mi piacerebbe riprendere qualche punto dell’incontro che abbiamo avuto a Roma, e lo potrei riassumere nella seguente frase: la coscienza di essere popolo, di essere Popolo di Dio. Uno dei problemi che affrontano oggigiorno le nostre società è il sentimento di essere orfani, cioè di non appartenere a nessuno. Questo sentire “postmoderno” può penetrare in noi e nel nostro clero; allora incominciamo a pensare che non apparteniamo a nessuno, dimentichiamo che siamo parte del santo Popolo fedele di Dio e che la Chiesa non è e non sarà mai un’élite di consacrati, sacerdoti o vescovi. Continua nell’ ALLEGATO
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