Dalle Missioni

LONTANI FISICAMENTE, MA UNITI E VICINI ALLA STESSA MENSA EUCARISTICA

3a. Ismael Cortinas - Arturo MONDODon Federico in apertura e don Paolo in chiusura ci lasciano una toccante testimonianza di come il vescovo Arturo Fajardo, con la sua vita semplice, vicina alla gente, abbia lasciato un ricordo profondo e pieno di gratitudine nel cuore di tutti.

Carissime/i,

un forte abbraccio e buon ferragosto. Con il mio saluto introduco la lettera di don Paolo che parla del vescovo Arturo, grande amico e fratello che, come sapete, è stato destinato ad un’altra diocesi.
Penso che molti di voi abbiano avuto la possibilità di conoscerlo e di apprezzarlo nelle due visite che fece alla nostra diocesi (2016 e 2017). Uomo intelligente e acuto, prete e pastore sincero, umile, davvero “gaucho”, figlio della gente lavoratrice del campo. La sua partenza ci lascia sicuramente un po’ orfani, anche se cerchiamo di farcene una ragione. Dopo 13 anni di servizio episcopale, ancora giovane (59 anni), è bene per lui fare un’altra esperienza pastorale. Gli sradicamenti, anche se sono dolorosi, son un’ottima occasione per ripensarsi, scuotono dalla routine e stimolano la creatività. Per cui, accompagnato dalla preghiera di tutte le comunità, lo “inviamo”, come missionario della gioia del Vangelo, ad un’altra porzione del “santo e fedele Popolo di Dio”, in Uruguay. Grazie della vostra amicizia e della vostra preghiera. Abbiate
cura di voi, occhio al virus (qui la situazione è sotto controllo!), e di nuovo, buone vacanze se potete.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

PER NECESSITÀ SONO DIVENTATO PARROCO…

4a. padre SambusitiIn questa lettera padre Alberto Sambusiti ci racconta la difficile situazione che si è creata in Cameroun anche a causa della totale mancanza di informazione sulla diffusione del coronavirus. Ognuno fa un po’ quello che vuole e ci si affida alla provvidenza. Per fortuna il movimento terrorista di Boko Haram non si fa sentire.

Maroua  15/07/2020

Cari compaesani e amici tutti, ben ritrovati.
Vi invio qualche notizia per sentirci uniti anche se lontani.
La prima notizia che vi do riguarda la mia salute: sto bene nonostante il coronavirus circoli anche da noi. Riguardo questa pandemia qui da noi non siamo assolutamente informati dalle autorità e allora la gente non crede alla presenza del virus e non mette in pratica le misure disposte dal governo: porto obbligatorio di mascherine, distanziamento delle persone, lavarsi spesso le mani…
In chiesa esigiamo tutte queste norme dai nostri cristiani, ma poi, dopo le funzioni religiose, si mettono le mascherine in tasca, si salutano con la mano, vanno a bere la birra locale tutti insieme. Io cerco di proteggermi con la mascherina quando frequento luoghi pubblici, sopratutto al mercato quando vado a fare la spesa dove circolano centinaia di persone, non c’è altro da fare che affidarsi alla Provvidenza.
Pensate che il Cameroun, su 50 paesi africani, è al sesto posto con 14.000 casi di infetti.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

È IL SIGNORE CHE CI GUIDA DAI SUOI FIGLI PIÙ POVERI

Una bella immagine di suor Maria
Una bella immagine di suor Maria

Suor Maria Marrone, comboniana che lavora in Uganda, ci racconta come sono stati usati gli aiuti che alcuni Gruppi di Animazione Missionaria le hanno inviato. E spesso è proprio la Provvidenza a guidarla, senza saperlo, incontro a chi ha più bisogno.

Lira, Aboke, Luglio 2020

Carissimi amici,
a tutti voi un affettuoso saluto dall’Uganda, terra d’Africa.
A nome della popolazione Lango della Diocesi di Lira, desidero esprimervi la mia gratitudine per il grande aiuto che le avete dato. È da febbraio che siamo ancora nel lockdown per il coronavirus, e anche se ora è parziale, la gente risente della mancata libertà di muoversi e di procurarsi il necessario per il loro sostentamento. Non abbiamo notizie di persone decedute, e sinceramente non ne siamo a conoscenza, anche riguardo ai distretti vicini, ma l’allarme è ancora alto. C’è  l’obbligo della mascherina e di tenere distanze tra persone. I mercati non sono aperti anche se qualcuno tenta di esporre la loro merce per poter racimolare qualche soldino. Le leggi di sicurezza impediscono anche ai vari gruppi di questa chiesa nascente, di raccogliere qualcosa e di portare aiuti a quelle famiglie che loro sanno di aver bisogno. Noi abbiamo la fortuna di avere un’ambulanza, che seppure vecchia, svolge ancora la sua funzione. Ci è stato dato il permesso di distribuire aiuti alle famiglie con le dovute precauzioni.
Qui non hanno mai sentito parlare del TELEFONO AMICO, ma il nostro telefono è diventato l’unico mezzo che ci collega. Spesso sono i bambini che ci conoscono, che vanno dal signore che ha il telefono a disposizione del piccolo Villaggio, a chiamarci.        Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

LA VITA IN MISSIONE NONOSTANTE IL COVID-19

Lettera di P. Walter Maccalli

Ca4a. Maccalli-W-20-07-02rissimi amici del Centro Missionario di Crema,

vi invio alcune righe per raccontare un poco di quello che stiamo vivendo a Foya, sempre ringraziandovi per il sostegno nella preghiera per la liberazione di mio fratello P. Gigi.
Qui siamo in piena stagione delle piogge e la nostre gente è impegnata nei lavoro campestri. In questo periodo ogni anno la malaria si fa sentire in modo molto violento e colpisce tutti quanti, uomini, donne e soprattutto bambini. Quest’anno poi, come ovunque nel mondo, dobbiamo fare i conti con il Coronavirus. Qui a Foya ci cono stati una decina di casi, rilevati negli ultimi giorni. Tra di essi anche il pastore principale della chiesa pentecostale (la più importante della città). L’ospedale centrale di Boma è stato praticamente chiuso e alcuni medici ed infermieri messi in quarantena. Anche se da un paio di settimane abbiamo avuto l’autorizzazione ad iniziare le celebrazioni nelle nostre chiese, in realtà questo è il momento di massimo pericolo per il Covid-19. Cerchiamo di rispettare le consegne per non creare ulteriori focolai.         Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

“LASCIO IL NIGER, MA NON PADRE GIGI” (P. Vito GIROTTO)

3a. p. VitoSto lasciando definitivamente il Niger, ma in tempo di coronavirus è difficile viaggiare, e poi porto nel cuore un bagaglio molto pesante, fatto di domande e di assenze che mi lasciano perplesso.
Chi conosce la mia prossima partenza da questo paese, dove spesso mi vedeva assieme a p. Pier Luigi Maccalli, mi rivolge la domanda: “Perchè te ne vai quando p. Pier Luigi è ancora prigioniero in Africa?”
Qualcuno aggiunge: “Aspetta un po’, e quando il nostro padre sarà liberato, faremo una grande festa e poi partirete insieme. Continuiamo a pregare: Dio è grande e a lui ci affidiamo”.
Volti di persone, immagini dei 10 anni trascorsi in questo paese del Sahel, progetti realizzati insieme, incontri di programmazione per tante attività pastorali e umanitarie, feste vissute insieme nella goia e nella collaborazione con p. Gigi, mi ritornano continuamente nel cuore in questi giorni in cui sto lasciando fisicamente questa terra di sabbia che è entrata in ogni fessura del mio essere.
Ora la Missione è sulla croce, e la croce che si ergeva sulla collina di Bomoanga, divelta dal piedestallo e quindi ora non più visibile a chi era abituato a scorgerla da lontano, mi richiama il caro amico e confratello, che sta portandone una pesante e nascosta come lui, per violenza, nel deserto del Sahara.
Pochi ci credono, ma i semi del Vangelo trovano sempre fazzoletti di buon terreno, dove rovi e spine non possono impedire loro di germogliare e di portare frutto, anche se il seminatore è lontano. Ma è sempre vicino con la costanza e la speranza che il sudore del suo lavoro e della sua prova non siano dispersi.
Non è una sconfitta quel rapimento avvenuto ventun mesi fa, ma il sigillo della missione che continua con il marchio della croce. E la croce della missione è sempre vittoriosa, nonostante le apparenze umane.
La preghiera che Gigi sta facendo, assieme alla nostra e a quella di tanti amici, sparsi nel mondo, ci dia speranza e gioia di incontralo presto libero, ora che sappiamo che è vivo.
Che il Signore esaudisca questa nostra supplica comunitaria.        p. Vito Girotto, SMA    (da Niamey, Niger)

————————————————————

I POVERI AUMENTANO E VENGONO A BUSSARE ALLE PORTE (Padre RIBOLI)

Virus Outbreak KenyaLa situazione in Kenya

Nairobi, 26 maggio 2020

Carissimi Amici di Crema,
voi state per uscire dall’esperienza dolorosa della coronavirus, noi siamo appena entrati. Oggi si registrano 1.286 contagiati e 52 decessi.
Qui sta succedendo l’opposto che da voi: la percentuale dei contagiati è relativamente giovane, la ragione è gli anziani hanno più anticorpi che i giovani data la loro storia.
Alle prime manifestazioni il Governo è intervenuto subito chiudendo le scuole di ogni livello, chiudendo le chiese, con il coprifuoco dalle sette di sera alle cinque del mattino del giorno dopo. Obbligando l’uso delle mascherine in pubblico.
La chiusura delle scuole oltre ad essere fonte di istruzione per molti bambini era la possibilità di un pasto assicurato ogni giorno.
Economicamente l’effetto del virus è devastante per la povera gente. È diminuito moltissimo il lavoro a giornata che, anche se remunerato miseramente, assicurava la possibilità di sfamare le varie famiglie.
Le parrocchie sono in grave difficoltà finanziaria, essendo ancora le chiese chiuse non ci sono offerte su cui contare. I poveri aumentano ed ogni giorno vengono a bussare alle porte.
Noi qui in casa e in molte parrocchie affidate ai Missionari della Consolata, per non licenziare i nostri operai, abbiamo mantenuto il lavoro riducendolo dal 50% e garantendo una adeguata remunerazione.
Come poter aiutare la nostra gente? Cercando di non lasciarli soli ed intervenire col cibo dove c’è necessità.
L’Africa non sarà distrutta dal virus, ma dalla fame.
Preghiamo il Signore che ci aiuti ad affrontare con dignità questa epidemia.
Buona Novena allo Spirito Santo.   P. Angelo RIBOLI

————————————————————

UNA TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA (Padre Gianni Zanchi)

5a. Allagamenti causati dal cicloneBANGLADESH: PRIMA LA PANDEMIA, POI IL CICLONE…

Una descrizione dettagliata, ma e appassionata, fatta da padre Zanchi, della tremenda situazione in cui versa il Paese asiatico, già in difficoltà a causa del coronavirus e in più colpito due settimane fa da un violento ciclone.

Suihari 23-05-2020

Carissimi,
Il ciclone “Amphan” è passato lasciando non tanti morti perché la gente si era rifugiata nei “cyclone shelters” costruiti apposta per questa emergenza, ma lasciando dietro tanta e tanta distruzione: case spazzate via, alberi e pali elettrici divelti, strade e campi allagati, alberi da frutto, specialmente il mango, distrutti, coltivazioni di calamari distrutti, campi di riso quasi maturo allagati… Ha colpito soprattutto il Sud-Ovest del BD: Sunderban, Khulna, Satkhira, Kustia, Pabna, Rajshahi e… da lì in India colpendo la città di Calcutta…
Noi a Dinajpur abbiamo avuto vento molto forte con getti di acqua violenti, alberi sradicati, qualche tetto di casa volato via, linea elettrica saltata, ma soprattutto i campi di riso, dove era appena cominciato il raccolto o stava per cominciare. È durato tutta la giornata di giovedì. Soltanto tra qualche giorno si avrà la fotografia esatta di quanto è successo.
La tristezza e il dolore sono più grandi perché il ciclone è venuto nel momento in cui in BD è in vigore il lockdown per il coronavirus. Il lockdown è cominciato il 26 marzo e poi è stato più volte prolungato e dovrebbe finire il prossimo 30 maggio. Un lungo tempo dove tutto è stato chiuso: scuole, trasporti: treni, aerei, traghetti, pulman, negozi, lavori di costruzione… Le fabbriche tessili “garments” sono state parzialmente aperte con disposizioni molto rigide di prevenzione della diffusione del coronavirus.      Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Pina RABBIOSI – Casa do Sol – Salvador (BRASILE)

casadosolPIANTANDO AMORE PER UN NATALE DI SEMENTI DI LUCE

Eccomi nuovamente per condividere con voi un tratto del percorso fatto quest’anno dalla Casa do Sol, … Durante la riflessione all’interno dell’equipe degli educatori su un titolo che potesse sintetizzare i principi e i valori che orientano le attività di ogni progetto di Casa do Sol, i termini piantare e seminare sono stati discussi e confrontati lungamente: sia uno che l’altro toccavano anche il vissuto di ogni persona, alla fine è stato scelto piantare.

Casa do Sol ha sempre più chiarezza della preziosità delle sementi che gli sono affidate, e per questo non può spargerle indistintamente o non può lanciarle sperando nella buona sorte; ne ha la massima cura perché nessuna si perda, deve cercare lo spazio propizio dove ognuna possa germogliare,   poiché dopo 22 anni di vita ha acquisito le conoscenze e le competenze per contribuire a farle crescere, fiorire, fruttificare e  diventare a loro volta sementi e seminatrici …    Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Suor Giovanna CALABRIA – AFRICA

Natale 2019

CARISSIMI,   “ANCHE SE SAPESSI CHE IL MONDO FINIRA’ DOMANI, OGGI PIANTEREI SEMPRE UN ALBERO”  (Martin Luther King):

… È un messaggio che spinge ad aprirci giorno per giorno alle emergenze, all’imprevedibile. Sì, quest’anno  voglio parlarvi di sorprese, quelle che il quotidiano presenta nella mia vita di missionaria.  … Sorprese che richiedono una risposta.
CECILIA, una nonnina anziana e ammalata che da’ il suo apporto nella cooperativa del nostro Centro “Comboni Samaritans”,  un giorno arriva al Centro tutta trafelata con un fardellino tra le braccia. Spiega concitata che questo bimbo di oltre un mese e’ stato trovato abbandonato in un campo dove si coltiva la manioca. … aveva piovuto ma la pianta della manioca l’aveva in un certo modo protetto. Che nome dare a questo trovatello e tutti d’accordo: DANIELE COMBONI OMARA (nella lingua locale significa amato). Cecilia si sta prendendo cura di questo inaspettato dono e tutti noi del Centro siamo con lei per aiutarla…    Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Suore MIissionarie COMBONIANE – ETHIOPIA

“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra.” (Mt 2:11)
Incontrare delle persone di diverse lingue, culture, credi, tradizioni, opinioni, sogni, aspettative e lotte ci rende capaci di essere in contatto costantemente col Mistero dell’Incarnazione.
Siamo chiamate a postrarci con rispetto davanti alla Parola di Vita incarnata qui nel popolo Etiopico e mettere al loro servizio il dono piu prezioso che abbiamo: LE NOSTRE VITE.

ADDIS ABABA-Emmaus Casa Rifugio per donne:  Madri single trovano nella nostra comunita’ un focolare dove poter incominciare a restaurare la loro dignità e ad amare il loro bimbi.
MANDURA : In questa zona della periferia dell’Etiopia, dove coabitano diversi gruppi etnici e denominazioni religiose, la nostra comunità è impegnata nel seminare i semi del Vangelo, specialmente pace, perdono e riconciliazione attraverso delle attività pastorali, educative, preventive, curative e formative…
HAWASSA : In questa città in continua crescita, la nostra presenza ha lo scopo di prevenire la tratta umana offrendo una formazione qualificata a donne, cosi che possano trovare un lavoro senza lasciare il loro paese…
HAROWATO : In questa bellissima e remota area del Sud dell’Etiopia, le nostre sorelle offrono il loro servizio ad una grande popolazione attraverso la clinica, la Scuola Elementare l’attività per i giovani della parrocchia….
Happy Christmas! BuonNatale! ¡FelizNavidad!Joyeux Noël! እንኳንለልደትበሰላምአደረሳችሁ!!   –    Comboni Missionary Sisters P.O. Box 4748 Addis Ababa (Ethiopia)

————————————————————