Ubirajara Paranhos do Nascimento ha 34 anni, ma un nome troppo lungo, allora, come spesso accade per i grandi campioni del pallone del suo Paese, il Brasile, anche lui ha optato per un soprannome. Così tutti lo conosciamo per NOMINHO. Dopo aver passato tre mesi in Italia, la metà a Crema, prima nelle scuole, poi in vari Grest parrocchiali, Nominho sta per lasciarci. Possiamo immaginare quanta “saudade” per la sua splendida Salvador de Bahia, prima capitale della grande colonia lusitana, stia soffrendo, tuttavia ci dispiace che se ne vada e, sotto sotto, non vediamo l’ora che arrivi presto mese di marzo del prossimo anno per averlo ancora con noi.
Tuttavia anche Nominho, prima di partire ha qualcosa da dirci e l’ha condensato in questo messaggio che ha deciso di lasciare a tutti coloro che l’hanno conosciuto ed apprezzato.
Notiziario
CONFINDUSTRIA: GLI STRANIERI PRODUCONO L’8,7% DEL P.I.L.
Il lavoro degli stranieri in Italia ha superato nel 2015 il valore di 120 miliardi di euro, pari all’8,7% del Pil. La presenza di immigrati ha, negli anni di espansione (1998-2007), innalzato la crescita cumulata del Pil di 3,9 punti percentuali (dal 10,5% al 14,4%) e, negli anni della crisi (2008-2015), limitato la sua discesa di tre punti (da -10,3% a -7,3%). E’ quanto evidenzia il rapporto “Immigrati: da emergenza a opportunità”, realizzato dal Centro studi Confindustria. Le migrazioni internazionali, sottolinea il rapporto, sono una opportunità sia per chi lascia il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita sia per le nazioni ospitanti, per lo più avanzate, dove l’invecchiamento demografico alimenta il conflitto di interessi intergenerazionale, minaccia la sostenibilità dei sistemi di welfare e rallenta il progresso economico. Dal 2000 ad oggi la popolazione italiana sarebbe diminuita senza l’apporto degli immigrati, il cui peso sui residenti è salito dal 3,7% al 9,7%. Anche per questa ragione, segnala Confindustria, “vanno combattuti i pregiudizi contro gli stranieri, sia con l’aiuto dei dati reali, che delineano un quadro diverso da quello che spesso appare sui media, sia con proposte concrete in grado di favorire l’integrazione”. Per il Rapporto raramente gli immigrati sottraggono lavoro agli autoctoni (come crede invece quasi il 40% degli italiani). Al contrario, aiutano a crearlo e a renderlo più produttivo.
Migrantes on line – 23.06.16
19/06/2016. ANGELUS DEL PAPA
Il brano evangelico di questa domenica (Lc 9,18-24) ci chiama ancora una volta a confrontarci, per così dire, “faccia a faccia” con Gesù.
Carissimi Fratelli e Sorelle,
In uno dei rari momenti tranquilli in cui si trova da solo con i suoi discepoli, Egli chiede loro: «Le folle, chi dicono che io sia?» (v. 18). Ed essi rispondono: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto» (v. 19). Dunque la gente aveva stima di Gesù e lo considerava un grande profeta, ma non era ancora consapevole della sua vera identità, cioè che Egli fosse il Messia, il Figlio di Dio inviato dal Padre per la salvezza di tutti.
Gesù, allora, si rivolge direttamente agli Apostoli – perché è questo che gli interessa di più – e domanda: «Ma voi, chi dite che io sia?». Subito, a nome di tutti, Pietro risponde: «Il Cristo di Dio» (v. 20), vale a dire: Tu sei il Messia, il Consacrato di Dio, mandato da Lui a salvare il suo popolo secondo l’Alleanza e la promessa. Così Gesù si rende conto che i Dodici, e in particolare Pietro, hanno ricevuto dal Padre il dono della fede; e per questo incomincia a parlare loro apertamente – così dice il Vangelo: “apertamente” – di quello che lo attende a Gerusalemme: «Il Figlio dell’uomo – dice – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (v. 22).
FESTA DEI POPOLI, FESTA DELL’INCONTRO
Molto pubblico domenica 19 giugno all’Oratorio dei Sabbioni – Crema, per lo svolgimento dell’8ª Festa dei Popoli CHI ACCOGLIE CONOSCE.
Molto pubblico straniero e italiano per onorare un appuntamento annuale che vuole segnare un abbraccio reciproco tra le Comunità di Crema che ospita e le comunità straniere, che da ospiti si trasformano in ospitanti ed offrono il meglio di sé.
Diversi i momenti molto significativi che hanno segnato la Festa. Il primo è stato quello della preghiera, dove le Comunità presenti hanno pregato per la Pace o per quello che stava di più a loro a cuore.
Vedi l’ALLEGATO
Molto seguito ed apprezzato l’intermezzo musicale animato da un validissimo gruppo musicale Rumeno, da un gruppo di danzatori Boliviani e dal percussionista brasiliano Nominho. Interessanti e con pubblico i laboratori di arte circense e di percussioni.
I cibi, come sempre abbondanti e ben curati, sono stati apprezzati da tutti.
ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA. Continua…
Dopo la parrocchia di S. Carlo e del Sacro Cuore a Crema, della parrocchia di Chieve e di Crema Centro, è stata la volta della Parrocchia di Offanengo, che il 18 e il 19 giugno scorsi ha offerto il riso sulla piazza principale del paese. Il risultato è stato più che lusinghiero: 100 Kg! Complimenti anche alle Amiche e agli Amici di Offanengo!
Mentre rivolgiamo i più sinceri complimenti e il nostro grazie per l’impegno messo da tutti, ci permettiamo di invitare anche altre parrocchie a fare altrettanto! Per questo ricordiamo che aderire a questa Campagna, organizzata dalla F.O.C.S.I.V. (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) significa sostenere l’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Per il secondo anno consecutivo, infatti, F.O.C.S.I.V. e Coldiretti si impegnano a distribuire pacchi di riso 100% italiano (qualità Roma) con l’obiettivo di sostenere un progetto che promuova la sovranità alimentare.
Il progetto di quest’anno, promosso sempre dal Movimento Lotta contro la Fame nel Mondo (MLFM – Lodi), riguarda la RIABILITAZIONE DEGLI ACQUEDOTTI DI BYMANA E NYAKABINGO situati nella zona nord-orientale del RUANDA, che permetteranno a circa 16.000 persone di avere l’acqua un po’ più vicino a casa.
UNA FUGA PER LA VITA: CORRIDOI UMANITARI
Ne ha parlato più volte il Papa in diverse occasioni e anche noi, grazie all’incontro organizzato da Sinistra Italiana venerdì scorso, abbiamo avuto modo, ascoltando e interrogando Giorgio Del Zanna, responsabile della Comunità di S. Egidio di Milano, di capire di che cosa si tratta. Era altresì presente il responsabile di un’Associazione di Mantova, intenzionata ad aderire a questo progetto. Abbiamo chiesto e ottenuto di poter seguire da vicino quest’esperienza che promuove in modo nuovo l’incontro con i profughi.
Per il momento ci è sembrato utile predisporre una sintesi dell’incontro.
Si può leggere nell’ALLEGATO
BACHECA MISSIONARIA: FINESTRA SUL MONDO
Ancora i Gruppi Missionari alla ribalta. Questa volta è il Gruppo di S. Carlo – Crema che ci porta a conoscere una nuova esperienza per rendere sempre più missionaria la Comunità dei credenti. Un’esperienza che può essere tranquillamente riproposta in tutte le nostre Parrocchie. Chi ci prova?
“Una Finestra sul Mondo”: proprio così è stata presentata da don Maurizio la bacheca fabbricata, artigianalmente, dal nostro piccolo Gruppo Missionario e che è stata collocata all’ingresso della Chiesa.
Perché una bacheca? E’ una proposta, un’opportunità concreta, pensata e realizzata per diffondere nella comunità intera la “cultura missionaria” convinti che essere missionari è essenziale per tutta la Chiesa e non soltanto ad un gruppetto di “addetti”.
Sì, volevamo “raccogliere” l’impegno, le sfide, le fatiche e le gioie della missione universale e offrirle a tutti … Per saperne di più leggi l‘ALLEGATO
IN FUGA DALLE GUERRE, ORA CORRE PER VINCERE
Ahmed Tunij corre da sempre. Corre da quando era ragazzo, perché correre è stato il mezzo che gli ha permesso di salvarsi la vita. E continua a farlo. Questa volta, però, per ricostruirsi una vita. Un destino che qui in Italia, in Puglia, sta lentamente prendendo forma. Così domenica 12 giugno, per la prima volta da quando è in Italia, ha affrontato una gara ufficiale, il Trail delle 5 Querce, un percorso di 28 chilometri nel Canyon di Gravina in Puglia. La FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) ha infatti preso a cuore la sua storia iscrivendolo alla competizione.
Per Ahmed è stato un esordio speciale perché il traguardo più importante l’ha già tagliato. Prima infatti di prendere confidenza con questa particolare disciplina sportiva, Ahmed ha dovuto percorrere un lungo viaggio. Iniziato 22 anni fa ad Ajah, il piccolo centro nel Sud Ovest della Nigeria, a pochi km dal Benin, dove è nato e vissuto con la sua famiglia. Poi le cose sono cambiate. La guerra e l’instabilità politica hanno spinto Ahmed a lasciare il suo Paese per trovare rifugio in Libia. Ma da lì sono fuggito presto per non finire arruolato in bande armate o essere vittima delle continue violenze inflitte dei miliziani dell’Isis». Ahmed, a questo punto, inizia a correre. E come tanti migranti, lo fa via mare, a bordo di un barcone: un viaggio durato 23 giorni. Giunto in Sicilia, viene poi trasferito in Puglia, presso il Centro di Accoglienza Straordinaria di Poggiorsini, un comune della Murgia barese
E’ qui in Puglia che comincia la seconda parte della vita di Ahmed. Ogni mattina prima di andare a lezione e studiare rispolvera una sua vecchia passione: la corsa. Lui per idolo ha l’atleta etiope Haile Gebrselassie, campione olimpico dei 10 mila metri piani ad Atlanta nel 1996 e Sydney 2000. Gli educatori del CAS lo vedono correre, qualcuno nota pure che il giovane sfodera un discreto stile nella corsa e le qualità di un vero atleta. Merito degli educatori, della FIDAL. Merito della comunità di Poggiorsini che ha assicurato al ragazzo il necessario per disputare la gara. Merito di Ahmed che al suo sogno ci ha sempre creduto.
@corrieresociale – 14.06.2016
OMELIA DEL PAPA IN OCCASIONE DEL GIUBILEO DEGLI AMMALATI E DELLE PERSONE DISABILI
«Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,19). L’apostolo Paolo usa parole molto forti per esprimere il mistero della vita cristiana: tutto si riassume nel dinamismo pasquale di morte e risurrezione, ricevuto nel Battesimo.
Carissimi Fratelli e Sorelle,
Con l’immersione, infatti, nell’acqua ognuno è come se fosse morto e sepolto con Cristo (cfr Rm 6,3-4), mentre, quando riemerge da essa, manifesta la vita nuova nello Spirito Santo. Questa condizione di rinascita coinvolge l’intera esistenza, in ogni suo aspetto: anche la malattia, la sofferenza e la morte sono inserite in Cristo, e trovano in Lui il loro senso ultimo. Oggi, nella giornata giubilare dedicata a quanti portano i segni della malattia e della disabilità, questa Parola di vita trova nella nostra Assemblea una particolare risonanza.
L’omelia continua nell’ ALLEGATO
LA PREGHIERA PRIMA DELL’ IFTAR.
Come abbiamo spiegato la volta scorsa l’IFTAR è il pasto serale con il quale i fedeli musulmani interrompono il digiuno durante il mese del Ramadan.
Per conoscere meglio questa tradizione mercoledì 15 giugno, su invito del Centro Culturale Islamico Cremasco e dell’Associazione Amici della Piazza, abbiamo partecipato all’invito di condividere il momento della rottura del digiuno giornaliero con la cena e la preghiera. Questa è stata la preghiera recitata prima di condividere il ricco e gustoso pasto serale. Si tratta della prima Sura del Corano.
Al-Fâtiha (L’Aprente)
1. In nome di Allah, il Compassionevole, il “Misericordioso”
2. La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi
3. il Compassionevole, il Misericordioso,
4. Re del Giorno del Giudizio.
5. Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
6. Guidaci sulla retta via,
7. la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.