Notiziario

TRAGEDIA PUGLIA: ANCHE 700 PROFUGHI HANNO DONATO IL SANGUE

dono sangue

 

La solidarietà non conosce divisioni etniche, razziali, religiose. Anche i ragazzi ospiti del Centro accoglienza richiedenti asilo di Bari Palese, gestito dalla cooperativa sociale “Auxilium”, hanno fatto la spola a gruppi di quindici, accompagnati dagli operatori, con il Policlinico di Bari per donare il sangue. In poche ore erano già più di 700 a dare la propria disponibilità per aiutare i feriti del tragico incidente ferroviario. “I pugliesi ci hanno aiutato, ora noi vogliamo aiutare loro” hanno risposto con semplicità a chi ha chiesto loro cosa facessero lì.

Migrantes on line – 17.07.16

10/07/2016. ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

Oggi la liturgia ci propone la parabola detta del “buon samaritano”, tratta dal Vangelo di Luca (10,25-37). Essa, nel suo racconto semplice e stimolante, indica uno stile di vita, il cui baricentro non siamo noi stessi, ma gli altri, con le loro difficoltà, che incontriamo sul nostro cammino e che ci interpellano.

                                                             Cari fratelli e sorelle,

papa 10 luglioGli altri ci interpellano. E quando gli altri non ci interpellano, qualcosa lì non funziona; qualcosa in quel cuore non è cristiano. Gesù usa questa parabola nel dialogo con un dottore della legge, a proposito del duplice comandamento che permette di entrare nella vita eterna: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come sé stessi (vv. 25-28). “Sì – replica quel dottore della legge – ma, dimmi, chi è il mio prossimo?” (v. 29). Anche noi possiamo porci questa domanda: chi è il mio prossimo? Chi devo amare come me stesso? I miei parenti? I miei amici? I miei connazionali? Quelli della mia stessa religione?… Chi è il mio prossimo?

E Gesù risponde con questa parabola. Un uomo, lungo la strada da Gerusalemme a Gerico, è stato assalito dai briganti, malmenato e abbandonato. Per quella strada passano prima un sacerdote e poi un levita, i quali, pur vedendo l’uomo ferito, non si fermano e tirano dritto (vv. 31-32). Passa poi un samaritano, cioè un abitante della Samaria, e come tale disprezzato dai giudei perché non osservante della vera religione; e invece lui, proprio lui, quando vide quel povero sventurato, «ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite […], lo portò in un albergo e si prese cura di lui» (vv. 33-34); e il giorno dopo lo affidò alle cure dell’albergatore, pagò per lui e disse che avrebbe pagato anche tutto il resto (cfr v. 35).

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“PERDONATECI”

P. Franco Cagnasso
P. Franco Cagnasso

Padre Franco CAGNASSO è un missionario del PIME attualmente operante in Bangladesh. Dal suo blog abbiamo raccolto questa riflessione, profonda e delicata, che ci da l’idea del dramma che stanno vivendo anche gli abitanti del Bangladesh.

C’è tanta polizia, e ci sono capannelli di persone dall’aria mesta nel tratto di strada che conduce al luogo,ormai tristemente famoso, dove il terrorismo di radice islamica ha mas- sacrato nel nome di Allah 22 persone, fra cui 9 italiani e 7 giapponesi. Il locale è devastato, danneggiata è anche la clinica che lo fronteggia nello stesso giardino. Qualcuno ha portato fiori, e fra essi campeggia una corona anonima, con due parole sul nastro: Forgive us” – Perdonateci. Credo che esprima il sentimento dominante, o comunque mol- to intenso, che pervade tanti bengalesi dopo la strage. Stupore, incredulità, paura, preoc- cupazione per sé e per il Paese, e anche la sensazione che quei giovani di buona famiglia, ubriachi di potere e di una fede impazzita, uccidendo stranieri che abitavano e lavoravano qui, discriminando fra musulmani e non, abbiano anche violentato il Bangladesh e l’imma- gine che ha di sé. La percezione della realtà ora è diversa, e piena di disagio: siamo capaci di questo? Si vorrebbe pensare che non è vero, si vorrebbe trovare una causa precisa, ma non la si trova. Ci si vergogna di se stessi, mentre non si sa rispondere alla domanda che è in tutti: e poi?

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MA SENZA UNA LINEA COMUNE SI PERDE LA GUERRA AL TERRORISMO

F.SCAGLIONE
F.SCAGLIONE

Un filo rosso lega le stragi di Dacca e Baghdad, finché la comunità internazionale non trova la compattezza e la volontà di intervenire contro chi si fa sponsor del terrorismo il contrasto non funzionerà. È quanto sostiene Fulvio SCAGLIONE, giornalista di Famiglia Cristiana e di Avvenire.
“L’aspetto più evidente è questo: quanto più perde terreno negli scontri campali, tanto più l’Isis sfrutta l’arma crudele degli attentati per segnalare di essere ancora forte e vitale. Un messaggio interno, per i militanti che hanno bisogno di essere galvanizzati, e anche esterno, per intimorire i nemici colpendoli, per così dire, alle spalle. Ma questa è la tattica del terrorismo”.

         Nell’  ALLEGATO  l’intervento completo

RAGAZZI IN VIAGGIO…continua

Chios
Chios

È stata Alice CAMPARI, la giovane ostetrica partita il 6 luglio alla volta dell’isola greca di Chios (Kios), la prima ad inviarci notizie sue e dei profughi che sta assistendo. Sono brevi ritratti, semplici abbozzi, che tuttavia ci danno l’idea della varia e ricca umanità nella quale si è imbattuta. Ancora una volta ci rendiamo conto che il problema non sono i profughi, ma  gli occhi con cui li guardiamo e il cuore con cui gli accogliamo.

UN DOMANI DA CONDIVIDERE

“Viaggiare significa mettersi in strada, in cammino; significa lasciare casa per raggiungere un luogo che chiamerai casa. Solo così, ovunque si poggeranno i tuoi piedi, non ti sentirai fuori posto.”
Domani si parte, destinazione: Chios.
Grecia, confine estremo tra la nostra europa e il mondo la fuori.
Confine, area di incontro, punto di contatto.
Mani tese capaci di accogliere.
Occhi vivi capaci di incontrare.
Gente diversa, gente uguale.

Mondi diversi, mondi uguali.
Religioni, colori, suoni, profumi.
Accogliere, il nuovo significato della parola difesa.

Difendere, nell’accoglienza, nella pace, nella condivisione.
Condividere, o forse meglio CondiVivere.
Lasciarsi vivere, vivere con gli altri.
Vivere.
Insieme.
Domani si parte, e chissà quanto più ricchi si potrà tornare.

(05.07.16)                                                                   Nell’ ALLEGATO  le altre riflessioni

03/07/2016. ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

L’odierna pagina evangelica, tratta dal capitolo decimo del Vangelo di Luca (vv. 1-12.17-20), ci fa capire quanto è necessario invocare Dio, «il signore della messe, perché mandi operai per la sua messe» (v. 2).

                                                      Cari fratelli e sorelle,

papa francesco 3 LUGLIOGli “operai” di cui parla Gesù sono i missionari del Regno di Dio, che Egli stesso chiamava e inviava «a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi (v. 1). Loro compito è annunciare un messaggio di salvezza rivolto a tutti. I missionari annunziano sempre un messaggio di salvezza a tutti; non solo i missionari che vanno lontano, anche noi, missionari cristiani che diciamo una buona parola di salvezza. E questo è il dono che ci dà Gesù con lo Spirito Santo. Questo annuncio è dire: «E’ vicino a voi il Regno di Dio» (v. 9), perché Gesù ha “avvicinato” Dio a noi; Dio si è fatto uno di noi; in Gesù, Dio regna in mezzo a noi, il suo amore misericordioso vince il peccato e la miseria umana.

E questa è la Buona Notizia che gli “operai” devono portare a tutti: un messaggio di speranza e di consolazione, di pace e di carità. Gesù, quando manda i discepoli davanti a sé nei villaggi, raccomanda loro: «Prima dite: “Pace a questa casa!”. […] Guarite i malati che vi si trovano» (vv. 5.9). Tutto questo significa che il Regno di Dio si costruisce giorno per giorno e offre già su questa terra i suoi frutti di conversione, di purificazione, di amore e di consolazione tra gli uomini. È una cosa bella! Costruire giorno per giorno questo Regno di Dio che si va facendo. Non distruggere, costruire!

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LA STRAGE DI DHAKA E LA LEZIONE DI REGENSBURG CAPITA SOLO A METÀ

vittime italiane a Dhaka
vittime italiane a Dhaka

Gli autori del massacro, “giovani fuori controllo”, dopo anni di agi e benessere si sono convertiti all’islam radicale.
L’islam moderato deve condannare l’islam fondamentalista.
I Musulmani puntano il dito contro gli imam senza cultura che seminano odio e disprezzo. Ricomprendere il discorso di Benedetto XVI per un esame di coscienza dell’occidente, che ha emarginato la religione come “irrazionale”.
Islam fondamentalista e occidente senza Dio si richiamano a vicenda.
Questi i punti trattati da P. Bernardo Cervellera in un ampio articolo del 5 luglio per l’Agenzia di stampa Asia news.
      L’articolo completo nell’ALLEGATO

LA CELEBRAZIONE DELL’ID AL-FITR

Rappresentanti 1Si è svolta mercoledì mattina, 6 luglio, presso la palestra della Colonia Seriana, la Festa conclusiva del Ramadan: Id al-Fitr.
Si è trattato di una cerimonia molto sobria ed essenziale, perché mancando fonti iconografiche, sonore e abiti da cerimonia particolari, tutto si risolve nella preghiera corale ripetuta infinite volte, nella gestualità reverenziale e nell’ascolto del sermone dell’Imam.
Era presente anche una piccola delegazione di Cremaschi, non musulmani, ma invitati appositamente a presenziare ed accolti con molta simpatia e in uno spirito di amicizia. Tra gli altri il Vicario episcopale, don Maurizio Vailati, in rappresentanza del Vescovo assente per impegni, e la Sindaco Stefania Bonaldi.
Dopo il momento di preghiera recitato all’unisono dai fedeli musulmani, l’Imam Hassan Ismail, di Casalpusterlengo, ha tenuto il tradizionale discorso prima in arabo poi in italiano. Al termine ha invitato gli ospiti che lo volessero a rivolgere alcune parole di saluto. Sono così intervenuti il Vicario e la Sindaco.
Terminato il momento ufficiale è stato un susseguirsi di strette di mano, di abbracci, di fotografie: amici vecchi e nuovi ci hanno ringraziato per la presenza. Ci hanno poi offerto dolci, tè alla menta, datteri e riso dolce come segno di festa condivisa.
Prima di lasciarci ci siamo ripromessi di mantenere i contatti per favorire incontri di conoscenza reciproca e provare a iniziare un dialogo interreligioso.   

   Negli Allegati ( 2   )  (  3  )  (  4  ) tutti gli interventi della mattina

RAGAZZI IN VIAGGIO

Il primo pensiero che richiama la parola viaggio è la vacanza. Ma i viaggi di cui stiamo per parlare hanno poco a che fare con le vacanze. Giudicate voi…

planisferoSharon DOLDI di Offanengo è laureanda in Scienze dell’Educazione all’Università di Bergamo. Lo scorso anno ha trascorso il mese di agosto a Piabetá, lontana periferia della megalopoli Rio de Janeiro, impegnata, con altri volontari brasiliani e italiani, in un’attività educativa con i bambini del quartiere predisposta da madre Amelia Marchesini e dalle altre suore canossiane. Un’esperienza talmente interessante che ha deciso di dedicarci la tesi. Detto. Fatto. Perfezionata la convenzione con l’Università, Sharon è partita il 30 giugno alla volta di Piabetá, per un tirocinio di tre mesi durante il quale raccoglierà il materiale necessario per stendere la sua tesi magistrale sull’educazione a partire dalla strada.  Buon lavoro Sharon!

Alice CAMPARI di Crema, dopo aver frequentato il Corso di preparazione diocesano, è stata tre volte in Uganda. L’ultima per la sua tesi, con la quale si è laureata in ostetricia. Curiosa per natura e per scelta, ha deciso di approfondire il tema dei profughi. Così, forte delle sue competenze ostetriche, ha prima partecipato, per due settimane, all’attività di pattugliamento del Mediterraneo su una nave della Marina Militare, poi il 6 luglio, è partita alla volta dell’isola greca di KIOS, dove arrivano i barconi carichi di migranti provenienti dalla costa turca. Si fermerà fino al 5 agosto. Buon lavoro Alice!

Luca ROSSETTI laureato in legge di Bagnolo Cremasco. Dopo il Corso “Dare senso al viaggio” è partito con una ONG romana per Israele, dove per un anno ha svolto un servizio in un Istituto che ospitava disabili sia israeliani che palestinesi. Terminato il praticantato, ha frequentato un master con l’Associazione AVSI (Hope) che lo ha abilitato come operatore umanitario nella prima emergenza. Contattato dall’ONG inglese OXFAM, partirà il 10 luglio per Israele dove per 6 mesi attuerà in assistenza a figure vulnerabili: donne, bambini, disabili nei territori compresi tra Gerusalemme Est e Ramallah, capitale della Palestina. Buon lavoro Luca!

Non appena avremo loro notizie ve le comunicheremo con piacere.

VANNO E VENGONO

È tempo di ferie anche per i missionari e diversi sono già a casa, mentre altri stanno per arrivare

  • Sono già a casa:

                   Don Apollinaire KOUAKOU, dalla Costa d’Avorio (Sergnano)
Madre Felicita RIBOLI, dall’Argentina (Campagnola)
                   Padre Gianni ZANCHI, dal Bangladesh (Montodine)
                   Padre Francesco VALDAMERI, dallo Zambia (Pieranica)

  • Sono in arrivo:

Don Federico BRAGONZI, dall’Uruguay. Atterrerà il 19 luglio a Malpensa. Ma non sarà solo. Lo accompagnerà il suo vescovo di S. José de Mayo: Mons Arturo FAJARDO. Benvenuti!
Per qualunque contatto basta telefonare all’Ufficio Missionario