Anche quest’anno sono previste ad Assisi le Giornate Nazionali di formazione e spiritualità missionaria. E’ la 14ª edizione ed ha un titolo molto accattivante: NEL NOME DELLA MISERICORDIA… PER LA RIFORMA DELLA CHIESA. Tra i numerosi invitati anche mons. Nunzio GALANTINO, segretario della Conferenza Episcopale italiana.
“Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti” dice il papa a Firenze, durante il Convegno Ecclesiale della Chiesa italiana. Consapevoli che si tratta di avviare processi, non crediamo di portare a compimento un disegno, quanto di dare un contributo a un inizio che già vede all’opera molti.
Per questo invitiamo tutti coloro che si mettono in discussione e vogliono trovare nuove strade a una Chiesa che vuole davvero uscire incontro agli altri a leggere attentamente il dépliant allegato.
Per l’iscrizione si può fare riferimento al CMD e al sottoscritto. Ma fate in fretta perché il tempo stringe, anche se una settimana di proroga viene concessa volentieri. ( Vedere locandina ALLEGATA )
Notiziario
“HANNO AMMAZZATO EMANUEL, EMANUEL È VIVO!”
Alla notizia del brutale gesto, trasformato in omicidio di Emanuel, giovane sposo nigeriano, richiedente asilo, cristiano, da parte di un coetaneo italiano, nelle strade di Fermo, ho ripensato e parafrasato le parole di una famosa canzone di Francesco De Gregori. Le parole condannano un omicidio, frutto certamente di un clima intollerante, purtroppo diffuso non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni d’Italia e d’Europa, che sta trasformando le discriminazioni e le conflittualità addirittura in atti di morte. Una morte assurda, ma preparata da questo clima sociale e politico che si nasconde dietro la mano omicida. Al tempo stesso, “Emanuel è vivo”, nella sua famiglia, in sua moglie e nella sua figlia morta in grembo, negli altri giovani richiedenti asilo accolti nel seminario vescovile di Fermo, nei tanti giovani che sono arrivati o stanno arrivando in Italia e in fuga soprattutto dall’Africa violentata e offesa da terrorismo, guerre, sfruttamento. Tocca a noi ora responsabilmente aiutare a guardare a questi volti e a queste storie con occhi diversi, con parole diverse, con una cura diversa. E’ paradossale che questa morte avvenga proprio nelle Marche, la regione italiana che insieme al Veneto e all’Umbria sta segnando per la prima volta nel 2015 il calo del numero degli immigrati: rifiutare fino ad uccidere i migranti significa anche preparare la morte delle nostre città, significa non guardare al futuro. Mons. Giancarlo Perego – Direttore Generale Fondazione Migrantes – 08.07.16
OMELIA DEL PAPA ALLA DIVINA LITURGIA NELLA CATTEDRALE ARMENO-APOSTOLICA
Santità, carissimi Vescovi, cari fratelli e sorelle,
al culmine di questa visita tanto desiderata e per me già indimenticabile, desidero elevare al Signore la mia gratitudine, che unisco al grande inno di lode e di ringraziamento salito da questo altare. Vostra Santità, in questi giorni, mi ha aperto le porte della Sua casa e abbiamo sperimentato «come è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme» (Sal 133,1). Ci siamo incontrati, ci siamo abbracciati fraternamente, abbiamo pregato insieme, abbiamo condiviso i doni, le speranze e le preoccupazioni della Chiesa di Cristo, di cui avvertiamo all’unisono i battiti del cuore, e che crediamo e sentiamo una. «Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza […]; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Ef 4,4-6): possiamo davvero fare nostre con gioia queste parole dell’apostolo Paolo!
IL PAPA E I CAMMINI DEL PERDONO
Come sempre anche il viaggio in Armenia è stato commentato e analizzato da più parti. Ci piace riportare questo commento di Francesco Ognibene del quotidiano Avvenire del 28 giugno scorso.
Ormai lo sappiamo bene: c’è tutto un vocabolario personalizzato al quale il Papa ricorre per spiegare in modo persino tangibile quel che ha in mente, non disdegnando affatto i neologismi (ultimo la «santità pudorosa» coniato nel viaggio di ritorno dall’Armenia, per dire delle persone che fanno il bene, ma senza dare nell’occhio). Sono espressioni che gli appartengono come fosse impresso un copyright, accanto ad altre di uso corrente che utilizzate da lui assumono un sapore tutto personale. È il segno che il Papa va ascoltato con attenzione e non piluccato pensando che basti una citazione di terza mano per farsi una vaga idea e poi – persino – esprimere pensosi giudizi.
L’articolo completo nell’ALLEGATO
45 ANNI DI MOVIMENTO
Festa grande per le nostre Piccole Sorelle di Maria, Rosibel e Veronica, per il 45° anniversario di fondazione del loro Movimento. Fu, infatti, il 2 luglio 1971, il giorno in cui P. Antonio Piacentini, fondatore del Movimento PICCOLI FRATELLI DI MARIA, concludeva il primo corso dei “Giorni di Luce” rendendo concreta l’ispirazione ricevuta dallo Spirito Santo di introdurre nella Chiesa un nuovo stile di vita cristiana caratterizzato, in particolare, per l’amore alla Parola di Dio e la semplicità di vita.
Ricordiamo che le Piccole Sorelle di Maria abitano a Crema, in Via Patrini, 1.
Per saperne di più vedi l’ALLEGATO
ID AL – FITR OVVERO LA FESTA DI FINE RAMADAN
La festa del Id (o Eid) al-Fitr (letteralmente festa di fine digiuno) è una festa gioiosa, durante la quale i Musulmani, dopo i sacrifici del mese di digiuno, rendono grazie a Dio per averli sostenuti nello sforzo. Durante questa festa essi assolvono un altro pilastro dell’Islam che è la raccolta della zakat, ovvero l’obbligo dell’elemosina che spetta ai bisognosi. La festa si celebra la mattina con una preghiera di gruppo e successivamente con visite ai parenti e amici, doni, banchetti, elemosina ai poveri e dolci tradizionali di tutti i tipi. In questo giorno, i musulmani sono anche incoraggiati a perdonare e dimenticare tutte le discordie o le animosità con gli altri che si sono verificate durante l’anno. È difficile descrivere la fratellanza esemplificata in questo giorno e ciascuno spera di trattenere questi sentimenti per tutto il resto dell’anno.
Quest’anno la Festa, che è la seconda per importanza per i musulmani (dopo la Festa del Sacrificio), verrà celebrata il mattino del giorno 5 luglio, alle ore 8:30 presso la Palestra della Colonia Seriana.
Uniamo anche noi i nostri auguri a quelli di Papa Francesco per abbondanti benedizioni e per una gioia duratura di Id al-Fitr.
DOPO TRE MESI IN ITALIA NOMINHO CI SALUTA
Ubirajara Paranhos do Nascimento ha 34 anni, ma un nome troppo lungo, allora, come spesso accade per i grandi campioni del pallone del suo Paese, il Brasile, anche lui ha optato per un soprannome. Così tutti lo conosciamo per NOMINHO. Dopo aver passato tre mesi in Italia, la metà a Crema, prima nelle scuole, poi in vari Grest parrocchiali, Nominho sta per lasciarci. Possiamo immaginare quanta “saudade” per la sua splendida Salvador de Bahia, prima capitale della grande colonia lusitana, stia soffrendo, tuttavia ci dispiace che se ne vada e, sotto sotto, non vediamo l’ora che arrivi presto mese di marzo del prossimo anno per averlo ancora con noi.
Tuttavia anche Nominho, prima di partire ha qualcosa da dirci e l’ha condensato in questo messaggio che ha deciso di lasciare a tutti coloro che l’hanno conosciuto ed apprezzato.
CONFINDUSTRIA: GLI STRANIERI PRODUCONO L’8,7% DEL P.I.L.
Il lavoro degli stranieri in Italia ha superato nel 2015 il valore di 120 miliardi di euro, pari all’8,7% del Pil. La presenza di immigrati ha, negli anni di espansione (1998-2007), innalzato la crescita cumulata del Pil di 3,9 punti percentuali (dal 10,5% al 14,4%) e, negli anni della crisi (2008-2015), limitato la sua discesa di tre punti (da -10,3% a -7,3%). E’ quanto evidenzia il rapporto “Immigrati: da emergenza a opportunità”, realizzato dal Centro studi Confindustria. Le migrazioni internazionali, sottolinea il rapporto, sono una opportunità sia per chi lascia il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita sia per le nazioni ospitanti, per lo più avanzate, dove l’invecchiamento demografico alimenta il conflitto di interessi intergenerazionale, minaccia la sostenibilità dei sistemi di welfare e rallenta il progresso economico. Dal 2000 ad oggi la popolazione italiana sarebbe diminuita senza l’apporto degli immigrati, il cui peso sui residenti è salito dal 3,7% al 9,7%. Anche per questa ragione, segnala Confindustria, “vanno combattuti i pregiudizi contro gli stranieri, sia con l’aiuto dei dati reali, che delineano un quadro diverso da quello che spesso appare sui media, sia con proposte concrete in grado di favorire l’integrazione”. Per il Rapporto raramente gli immigrati sottraggono lavoro agli autoctoni (come crede invece quasi il 40% degli italiani). Al contrario, aiutano a crearlo e a renderlo più produttivo.
Migrantes on line – 23.06.16
19/06/2016. ANGELUS DEL PAPA
Il brano evangelico di questa domenica (Lc 9,18-24) ci chiama ancora una volta a confrontarci, per così dire, “faccia a faccia” con Gesù.
Carissimi Fratelli e Sorelle,
In uno dei rari momenti tranquilli in cui si trova da solo con i suoi discepoli, Egli chiede loro: «Le folle, chi dicono che io sia?» (v. 18). Ed essi rispondono: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto» (v. 19). Dunque la gente aveva stima di Gesù e lo considerava un grande profeta, ma non era ancora consapevole della sua vera identità, cioè che Egli fosse il Messia, il Figlio di Dio inviato dal Padre per la salvezza di tutti.
Gesù, allora, si rivolge direttamente agli Apostoli – perché è questo che gli interessa di più – e domanda: «Ma voi, chi dite che io sia?». Subito, a nome di tutti, Pietro risponde: «Il Cristo di Dio» (v. 20), vale a dire: Tu sei il Messia, il Consacrato di Dio, mandato da Lui a salvare il suo popolo secondo l’Alleanza e la promessa. Così Gesù si rende conto che i Dodici, e in particolare Pietro, hanno ricevuto dal Padre il dono della fede; e per questo incomincia a parlare loro apertamente – così dice il Vangelo: “apertamente” – di quello che lo attende a Gerusalemme: «Il Figlio dell’uomo – dice – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (v. 22).
FESTA DEI POPOLI, FESTA DELL’INCONTRO
Molto pubblico domenica 19 giugno all’Oratorio dei Sabbioni – Crema, per lo svolgimento dell’8ª Festa dei Popoli CHI ACCOGLIE CONOSCE.
Molto pubblico straniero e italiano per onorare un appuntamento annuale che vuole segnare un abbraccio reciproco tra le Comunità di Crema che ospita e le comunità straniere, che da ospiti si trasformano in ospitanti ed offrono il meglio di sé.
Diversi i momenti molto significativi che hanno segnato la Festa. Il primo è stato quello della preghiera, dove le Comunità presenti hanno pregato per la Pace o per quello che stava di più a loro a cuore.
Vedi l’ALLEGATO
Molto seguito ed apprezzato l’intermezzo musicale animato da un validissimo gruppo musicale Rumeno, da un gruppo di danzatori Boliviani e dal percussionista brasiliano Nominho. Interessanti e con pubblico i laboratori di arte circense e di percussioni.
I cibi, come sempre abbondanti e ben curati, sono stati apprezzati da tutti.