Continua la riflessione del Gruppo Missionario di Scannabue sullo sfruttamento dei bambini e del lavoro minorile. Questa volta viene affrontato un aspetto particolarmente odioso: lo sfruttamento sessuale. Soprattutto perché, e questo è il dato più allarmante che non può essere ignorato, l’industria sessuale è in continua crescita e l’età dei bambini diminuisce sempre di più. Continua nell’ALLEGATO
Notiziario
CHIEVE: RIFLESSIONI SULL’ENCICLICA LAUDATO SÌ’
La Laudato sì’ è senza dubbio uno dei documenti più politici e radicali di papa Francesco. Non a caso è stato criticato da più parti ed al momento è messo un po’ in disparte. Per questo ci sembra altamente meritevole l’iniziativa promossa a Chieve. Anche perché non si tratta di un’idea isolata, ma è il frutto di uno sforzo congiunto, sinergico, come si ama dire oggi, di quattro realtà presenti e operative sul territorio: ACLI, Gruppo Terzo Mondo, Caritas, Consiglio Pastorale Parrocchiale. L’incontro avrà luogo mercoledì 4 maggio, alle ore 21, presso il salone dell’Oratorio. Il tema sarà svolto da don Bruno BIGNAMI , docente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ed esperto in temi ambientali.
Per maggiori informazioni vedere la LOCANDINA
CONCLUSA LA DECIMA EDIZIONE DELLA SCUOLA DI PACE
IN-MIGRAZIONI, storie di viaggi è stato l’argomento centrale della decima edizione della SCUOLA DI PACE, che si è conclusa mercoledì scorso, 20 aprile, con l’intervento del prof. Giorgio del Zanna, presidente della Comunità di S. Egidio di Milano. Oltre 120 gli studenti coinvolti appartenenti a sei Istituti Superiori cittadini. Sei invece le Associazioni impegnate nel progetto: Acli, Caritas, Coop. La siembra, Libera, Ufficio Migrantes, Ufficio Missionario.
“Dietro ogni persona c’è un mondo di passioni, sogni, desideri” (Istituto Sraffa)
“Non avere pregiudizi significa non dar retta agli stereotipi che dominano la nostra società” (Istituto Racchetti)
“Voglio un futuro, voglio essere umano” (ITIS)
Continua nell’ALLEGATO
LA PAROLA DEL PAPA DURANTE IL REGINA COELI – 17 aprile 2016
Il Vangelo di oggi (Gv 10,27-30) ci offre alcune espressioni pronunciate da Gesù durante la festa della dedicazione del tempio di Gerusalemme, che si celebrava alla fine di dicembre.
Cari Fratelli e Sorelle, buona Pasqua!
Egli si trova proprio nell’area del tempio, e forse quello spazio sacro recintato gli suggerisce l’immagine dell’ovile e del pastore. Gesù si presenta come “il buon pastore” e dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano» (vv. 27-28). Queste parole ci aiutano a comprendere che nessuno può dirsi seguace di Gesù, se non presta ascolto alla sua voce. E questo “ascoltare” non va inteso in modo superficiale, ma coinvolgente, al punto da rendere possibile una vera conoscenza reciproca, dalla quale può venire una sequela generosa, espressa nelle parole «ed esse mi seguono» (v. 27). Si tratta di un ascolto non solo dell’orecchio, ma un ascolto del cuore!
Dunque, l’immagine del pastore e delle pecore indica lo stretto rapporto che Gesù vuole stabilire con ciascuno di noi. Egli è la nostra guida, il nostro maestro, il nostro amico, il no- stro modello, ma soprattutto è il nostro Salvatore. Infatti la frase successiva del brano evan- gelico afferma: «Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno può strapparle dalla mia mano» (v. 28). Chi può parlare così? Soltanto Gesù, perché la “ma no” di Gesù è una cosa sola con la “mano” del Padre, e il Padre è «più grande di tutti» (v. 29).
16 aprile – LESBO, CROCEVIA DELL’UMANITÀ FERITA
Ogni gesto compiuto da papa Francesco suscita una grande emozione perché non si limita a toccare esclusivamente la sfera della fede. Questo viaggio a Lesbo è stata una forte risposta politica alle chiusure che da più parti d’Europa stanno prendendo forma e sostanza e un chiaro messaggio ecumenico con il coinvolgimento del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e l’arcivescovo ortodosso di Atene Ieronymos. Come a dire che la più grande emergenza umanitaria dopo la II Guerra Mondiale può essere affrontata con successo solo se uniamo le forze al di là di qualunque credo politico o religioso.
Per questo, oltre al discorso del Papa (vedi ALLEGATO 1), ci è sembrato significativo presentare il testo delle Preghiere dei tre esponenti religiosi (vedi ALLEGATO 2 ) e la Dichiarazione congiunta sottoscritta dai tre (vedi ALLEGATO 3 )
DOMENICA 24 APRILE GIORNATA DI PREGHIERA E DI SOLIDARIETÀ PER L’UCRAINA
“La popolazione dell’Ucraina soffre da tempo per le conseguenze di un conflitto armato, dimenticato da tanti. Come sapete, ho invitato la Chiesa in Europa a sostenere l’iniziativa da me indetta per venire incontro a tale emergenza umanitaria. Ringrazio in anticipo quanti contribuiranno generosamente all’iniziativa, che avrà luogo domenica prossima, 24 aprile”. Questo l’appello lanciato mercoledì scorso da Papa Francesco ricordando il dramma che sta vivendo in questi ultimi mesi la popolazione Ucraina.
Domenica prossima si terrà, infatti, una raccolta in tutte le chiese cattoliche europee.
“Una Giornata – sottolinea Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes – per non dimenticare il dramma di una guerra silenziosa che ha fatto 1 milione di profughi, centinaia di morti; e per non dimenticare anche un popolo di oltre 200.000 persone che vivono nel nostro Paese, tra cui 40.000 fedeli cattolici con 55 cappellani che seguono le attività pastorali di 130 comunità greco-cattoliche ucraine di rito bizantino”.
IL SENATO APPROVI SUBITO IL DDL DI RIFORMA DELLA CITTADINANZA
Si è svolta in commissione Affari Costituzionali del Senato l’audizione di alcune associazioni che si occupano di diritti di migranti e della Campagna L’Italia sono anch’io alla quale aderiscono, tra gli altri, la Migrantes e la Caritas Italiana. Oggetto dell’audizione è stato il ddl sulla cittadinanza licenziato dalla Camera e ora al vaglio del Senato.
A nome della Campagna ha parlato Neva Besker, della Rete G2, che ha ribadito il giudizio complessivamente critico sul testo approvato in prima lettura. La Besker, nel suo intervento, ha ricordato che L’Italia sono anch’io ha raccolto più di 200mila firme per due proposte di legge di iniziativa popolare: una per la riforma dell’attuale legislazione sulla cittadinanza, l’altra per il diritto di voto alle amministrative degli stranieri residenti. La proposta di legge di iniziative popolare di riforma della cittadinanza prevede l’introduzione dello “ius soli”, sia pure in forma temperata (il diritto viene attribuito nel caso uno dei genitori abbia da almeno un anno il permesso di soggiorno) e un iter particolare per i minorenni di origine straniera arrivati da piccoli in Italia.
Il ddl licenziato dalla Camera presenta invece molte “criticità e carenze”, per esempio sul tema delle naturalizzazioni (che non viene nemmeno affrontato), sulle misure atte ad evitare la discrezionalità delle pubbliche amministrazioni nella valutazione delle singole richieste di cittadinanza, sull’introduzione della clausola del possesso, da parte di uno dei genitori, della Carta di lungo soggiornante, il cui rilascio è legato al reddito e alle dimensioni dell’abitazione, sulla normativa che riguarda i minori arrivati da piccoli in Italia.
Nelle sue conclusioni, tuttavia, la presidente della Commissione, senatrice Finocchiaro, non ha fornito rassicurazioni sui tempi di discussione.
La Campagna ritiene “grave che l’esame del ddl non sia stato nemmeno calendarizzato, dimostrando così indifferenza alla volontà di integrazione delle nuove generazioni di italiani con cittadinanza diversa” e chiede che tutti “facciano quanto di loro competenza per inserire in tempi rapidi e certi l’esame del ddl da parte del Senato”.
Migrantes on line – 02.04.2016
LA PAROLA DEL PAPA – 10 APRILE 2016
Il Vangelo di oggi narra la terza apparizione di Gesù risorto ai discepoli, sulla riva del lago di Galilea, con la descrizione della pesca miracolosa (cfr Gv 21,1-19).
Cari Fratelli e Sorelle, buona Pasqua!
Il racconto è collocato nella cornice della vita quotidiana dei discepoli, tornati alla loro terra e al loro lavoro di pescatori, dopo i giorni sconvolgenti della passione, morte e risurrezione del Signore. Era difficile per loro comprendere ciò che era avvenuto. Ma, mentre tutto sembrava finito, è ancora Gesù a “cercare” nuovamente i suoi discepoli. E’ Lui che va a cercarli. Questa volta li incontra presso il lago, dove loro hanno passato la notte sulle barche senza pescare nulla. Le reti vuote appaiono, in un certo senso, come il bilancio della loro esperienza con Gesù: lo avevano conosciuto, avevano lasciato tutto per seguirlo, pieni di speranza… e adesso? Sì, lo avevano visto risorto, ma poi pensavano: “Se n’è andato e ci ha lasciati… E’ stato come un sogno…”.
Ma ecco che all’alba Gesù si presenta sulla riva del lago; essi però non lo riconoscono (cfr v. 4). A quei pescatori, stanchi e delusi, il Signore dice: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete» (v. 6). I discepoli si fidarono di Gesù e il risultato fu una pesca incredibilmente abbondante. A questo punto Giovanni si rivolge a Pietro e dice: «È il Signore!» (v. 7). E subito Pietro si tuffa in acqua e nuota verso la riva, verso Gesù. In quella esclamazione: “E’ il Signore!”, c’è tutto l’entusiasmo della fede pasquale, piena di gioia e di stupore, che contrasta fortemente con lo smarrimento, lo sconforto, il senso di impotenza che si erano accumulati nell’animo dei discepoli. La presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi.
IL PAPA A LESBO
Sabato prossimo mi recherò nell’isola di Lesbo, dove nei mesi scorsi sono transitati moltissimi profughi. Andrò, insieme con i miei fratelli il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e l’Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Hieronymos, per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco tanto generoso nell’accoglienza. Chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera, invocando la luce e la forza dello Spirito Santo e la materna intercessione della Vergine Maria.
(Francesco – Udienza generale 13 aprile 2016)
Carissime Amiche, Carissimi Amici,
il Papa che andrà a Lesbo sembra dire all’Europa qualcosa di molto semplice: la direzione presa con il vertice UE – Turchia, di respingere i profughi e i migranti dalla Grecia alla Turchia nell’operazione “uno a uno”, non va nella direzione giusta per un Continente che si vuole terra del diritto e dell’accoglienza. Ed essendo Francesco un uomo che preferisce i fatti alle parole, ha deciso di andare, subito e di persona a Lesbo, in uno di quei campi profughi che sono diventati di fatto delle prigioni. Forse nessun viaggio papale è mai stato organizzato con tanta rapidità. Francesco, evidentemente, aveva fretta. La sacrosanta fretta di dire all’Europa che sta sbagliando.
Le navi che cominciano a partire da Lesbo per la Turchia sono cariche di uomini che hanno affrontato il deserto, la guerra, i trafficanti, il mare e la fame. Li si risospinge in un Paese che non offre complete garanzie in fatto di diritti umani. Davvero tutto questo non è violazione della Convenzione di Ginevra, si domandano in molti?
Ma l’Unione Europea pare soddisfatta. Secondo l’accordo raggiunto, la Turchia assume – a pagamento – il ruolo di “tappo” al flusso dei profughi, e il problema si sposta dunque oltre i nostri confini. A Lesbo, però c’ è gente che giura che non si farà rispedire indietro. Ci sono anche centinaia di ragazzini soli. Che ne sarà di loro, ricacciati fuori dall’Europa?
ANCHE I RIFUGIATI POSSONO FARE SQUADRA
Da alcuni decenni nell’unità pastorale delle tre parrocchie di Villacidro (diocesi di Ales-Terralba – Medio Campidano in Sardegna) opera una frequentata quotidianamente da una quarantina tra bambini e ragazzini impegnati in diverse discipline sportive. Sotto la guida di Mario Sardu, pensionato 67enne, chi non può permettersi di pagare la quota delle società sportive presenti in paese trova spazio e tempo per giocare a costo zero a pallamano, basket e calcetto.
Da qualche mese si è aggiunto anche un gruppo di rifugiati destinati alla zona del Medio Campidano, con i quali è stata formata una squadra inserita nel campionato Open del Csi. Prima di poterli iscrivere sono state fatte tutte le visite del caso, grazie alla disponibilità dei medici e, come sempre accade, la generosità delle persone e il sostegno della parrocchia hanno permesso di portare avanti l’attività, anche se per accompagnare i ragazzi dall’oratorio ai campi di gioco sarebbe urgente riuscire ad avere un minibus. La pratica sportiva ha così permesso di aiutare i rifugiati a trascorrere il tempo in maniera diversa, anche se la loro fuga verso l’Italia in condizioni tutt’altro che favorevoli ha indebolito alcune parti del corpo come le ginocchia, zona spesso interessata da infortuni. L’attività di questi anni ha consentito a molti di praticare una disciplina sportiva e ad alcuni anche di accedere a società locali blasonate. Il fine resta però quello aggregativo per tutti, anche per chi è in attesa di lasciare l’Italia verso altre mete in cerca di un futuro meno precario. Migrantes on line – 14.04.2016