Il Bangladesh è un Paese sovrappopolato dove, nonostante gli appelli governativi, è difficile mantenere le distanze di sicurezza, perché il lockdown fa paura tanto quanto il coronavirus, in quanto limita le possibilità di lavoro. In questa situazione Padre Zanchi e la piccola comunità cristiana si impegnano ad aiutare le famiglie più bisognose.
Carissimi amici cremaschi, grazie per le notizie che mi inviate costantemente.
Il 30 maggio è stato tolto il lockdown, ma qualche giorno prima, nonostante il divieto, in occasione della festa Eid-ul-Fitr, tanti che lavoravano a Dhaka (molto colpita dal Coronavirus) sono tornati, con viaggi avventurosi ai loro villaggi. Dopo 4-5 giorni, finita la festa, c’è stato il grande ritorno. Risultato: grande diffusione del Coronavirus. I nuovi contagiati sono ogni giorno vicino ai 4 mila, i morti tra i 38-45. Il resoconto governativo di oggi 18 giugno è il seguente: totale contagiati 102.292; i morti 1.343, i guariti 40.164. Il problema è che tanti ospedali non hanno o hanno poco le Intensive Care Units (per terapia intensiva), shortage di ventilatori e di ossigeno. Il governo ha diviso le aree in Zone rosse (+ malati), gialle (a rischio) e verdi. Appena un caso è diagnosticato tutte le case attorno cadono sotto un lockdown totale per almeno 15 giorni. Ogni giorno televisione, radio, cellulari, giornali raccomandano di portare la maschera, di lavarsi spesso le mani, di tenere la distanza… ma pare che la gente non ascolti. Infatti al mercato di verdure, pesce, carne c’è sempre ressa, i negozi devono chiudere alle 4 del pomeriggio. I pullman hanno il permesso di circolare con passeggeri distanziati… ma la gente si lamenta che c’è poco rispetto delle regole, soprattutto a Dhaka. Le industrie tessili hanno quasi tutte ripreso a lavorare assicurando il governo di obbedire alle disposizioni date. Nel distretto di Dinajpur si parla di 314 contagiati secondo la mappa che viene pubblicata ogni giorno, e in città due-tre zone sono state dichiarate rosse. Il governo teme che la situazione vada fuori controllo. Continua nell’ ALLEGATO
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