Carissime, Carissimi,
da qualche tempo a questa parte il nostro Vescovo Daniele ci ha abituati a riflettere su alcune parole chiave che hanno a che fare con la nostra fede. Così dopo aver trattato della paura a Natale, dell’ascolto in Quaresima, oggi è la volta della PAZIENZA per aiutarci ad intendere meglio la Pasqua.
Una riflessione profonda che non solo ci porta a cogliere la comune radice della parola passione, ma anche a considerare la sua estensione temporale, l’abbinamento strutturale con il concetto di amore e il valore esclusivamente positivo che la pazienza deve avere se vogliamo che qualunque nostra azione sia costruttiva.
Così al termine della lettura del Messaggio mi è venuto naturale associare la parola pazienza a tutta la vicenda dei Martiri del Quiché, alla quale dedichiamo l’apertura della Comunicazione ed il biglietto augurale di questa Pasqua,
Una pazienza connaturata alle popolazioni indigene che per oltre il 90% abitano la regione del Quiché da sempre discriminate sia socialmente che economicamente. Socialmente in quanto discendenti dalle antiche popolazioni Maya e quindi disprezzate dall’élite di origine europea. Economicamente in quanto considerate manodopera a buon mercato, quindi sfruttata e mal pagata. Continua nell’ ALLEGATO————————————————————