Carissime, Carissimi,
nel lungo e denso documento che il nostro Vescovo ha dedicato al ritorno dei fedeli alla celebrazione della Messa, dal significativo titolo Tornare a Messa: un bell’impegno, mons. Gianotti fa un’affermazione che un po’ sintetizza il senso di un’azione troppo spesso considerata una semplice abitudine: “«Trasformarci in Cristo»: a questo punta, né più né meno, il nostro «andare a Messa». E trasformarci in modo che traspaia in noi anche il suo agire, il suo operare, testimoniato in tutti i Vangeli”.
E poco più avanti declina in modo esplicito il significato profondo del riconoscere il Corpo di Cristo. “A Messa potremo ancora una volta, con sguardo di fede, «riconoscere il Corpo di Cristo» nell’Eucaristia, adorarlo, nutrircene… Ma saremo capaci di fare al tempo stesso, quell’altro indispensabile «riconoscimento», quello che ci fa vedere e «toccare» il Cristo nella «carne» del fratello, del malato, dell’indigente, del carcerato, dello straniero? Noi che condividiamo il pane del cielo, sapremo anche condividere il pane di questa terra e i beni di cui disponiamo, pensando anche alla crisi drammatica che la nostra società sta attraversando?”
Attenzione, non si tratta di una premessa, quanto di un’affermazione fondamentale, di un richiamo radicale al secondo Comandamento di Gesù che non si limita ad una generica solidarietà, quanto ad AMARE IL PROSSIMO COME TE STESSO. Continua nell’ ALLEGATO
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