Carissime, Carissimi,
il rischio dei viaggi papali è che suscitino un gran clamore nel momento in cui avvengono, ma poi finiscano nel dimenticatoio, come succede alla maggior parte delle situazione che oggi viviamo. Se questo purtroppo avviene nella maggioranza dei casi, non significa che per forza debba diventare una norma. Per questo mi è sembrato giusto ripercorrere alcuni dei momenti salienti del viaggio che dal 2 al 6 dicembre papa Francesco ha compiuto a Cipro e in Grecia, cogliendo dai suoi discorsi alcune parole chiave che non vanno assolutamente dimenticate. La cosa infatti che sorprende di più in questi viaggi apostolici è che Francesco non dice mai niente di scontato o di generico. Anzi tutti i suoi riferimenti sono contestuali non solo alla situazione che sta vivendo, ma anche a quella, che pur a tanti chilimetri di distanza, stiamo vivendo noi.
Il primo grande riferimento è all’apostolo Barnaba nativo appunto di Cipro, che viene definito uomo della pazienza, perchè sa accompagnare senza fretta e con amore la giovane Chiesa di Antiochia, e della fraternità per la capacità che ha, pur riconoscendosi diverso, di valorizzare e di saper accompagnare, camminandogli a fianco, l’apostolo Paolo. Continua nell’ ALLEGATO
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