Nella notte incendiato un pulmino degli immigrati. La “zona rossa” non ferma lo sfruttamento dei braccianti
Continua a restare alta la tensione a Mondragone dove quattro palazzi nei quali vive una comunità bulgara, sono stati dichiarati zona rossa per il Covid-19. Prima fino al 30 giugno e ora fino al 7 luglio. Dopo più di settecento tamponi i positivi sono risultati 49. Ma a preoccupare è il clima che si è creato. Una gravissima conferma la scorsa notte, quando è stata lanciata una bottiglie incendiaria contro il pulmino di un bulgaro, proprio sotto il palazzi ex Cirio, palazzi del degrado, dell’emarginazione e dello sfruttamento. Un fatto gravissimo, malgrado la forte presenza delle forze dell’ordine, alle quali si stanno aggiungendo il militari dell’Esercito inviati dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
E su questo clima torna a parlare il vescovo di Sessa Aurunca, monsignor Orazio Francesco Piazza che tre giorni fa aveva invitato ad evitare “atteggiamenti xenofobi”. “Purtroppo – ci dice – quello che temevo è accaduto. Ora – è la sua proposta – spero che si faccia un tavolo di confronto per cercare di orientare gli sviluppi, evitando che la situazione sia gestita da forze sbagliate. E mi riferisco a ambienti illegali. È questo mondo dell’illegalità a soffiare sul fuoco”. Continua nell’ ALLEGATO
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