HAITI, L’ISOLA DI POVERTÀ E VIOLENZA CHE L’OCCIDENTE IGNORA DA SEMPRE (L. Capuzzi)

6.1a. HaitiNon è ufficialmente un bollettino di guerra. Eppure gli somiglia molto. Nelle ultime due settimane, nelle baraccopoli di Croix-des-Bouquets, Martissant, Delmas, Cité Soleil sono stati massacrati 148 «civili».
Utilizza proprio quest’ultimo termine – «civili», tra cui molte donne e bambini – il rapporto delle Nazioni Unite sul «conflitto urbano» di Port-au-Prince. Una battaglia cronica che, però, ciclicamente, esplode in fiammate di violenza feroce come quella attuale: alle vittime si sommano 68 feriti, oltre 9mila sfollati, quasi 2mila scuole chiuse e mezzo milione di bimbi senza possibilità di istruzione. A innescare l’ultimo scoppio, l’estradizione negli Usa, il 3 maggio, di Germine Joly alias «Yonyon», capo della banda «400 Mawzoo», accusata del sequestro di sedici missionari protestanti statunitensi lo scorso ottobre. In risposta, la gang ha messo a ferro e fuoco Port-au-Prince. O meglio i suoi sterminati quartieri poveri, sotto il controllo di gruppi rivali, che hanno risposto con ferocia uguale e contraria.          Continua nell’ ALLEGATO

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