Pina Rabbiosi, storica volontaria del progetto educativo Casa do Sol a Bahia (Brasile) racconta come è passato questo anno difficile e come la clausura sia stata vissuta nelle periferie della città di Salvador. Non solo nessuno è stato o si è sentito abbandonato, ma le difficoltà hanno moltiplicato le energie per aiutare tutti coloro che avevano bisogno.
Dicembre 2020 – Amiche e amici cari,
pur non essendo in Brasile, quest’anno la pandemia mi ha impedito di andare, voglio condividere con voi un poco della vita, delle vite, che Casa do Sol ha continuato a proteggere e alimentare. Anche in Brasile le scuole hanno dovuto chiudere. Lo stato della Bahia è stato il primo a imporre il lockdown disobbedendo a Bolsonaro, grazie alla preziosa collaborazione tra il Governatore dello Stato e il Sindaco di Salvador nonostante siano di partiti opposti, per questo l’epidemia non ha raggiunto le dimensioni allarmanti del resto del Paese.
Così anche Casa do Sol ha dovuto interrompere le sue attività. Ma questa interruzione è stata breve; rapidamente l’équipe locale, che ora la gestisce, e il gruppo di educatori si sono attivati per poter seguire i bambini, i ragazzi e le loro famiglie, che col protrarsi della crisi rischiavano anche di non avere più come alimentarsi. Essendo un’istituzione conosciuta e stimata per il suo lavoro, varie entità locali e la Segreteria dell’Educazione del Comune, hanno donato e fornito alimenti come avveniva durante le attività regolari. Continua nell’ ALLEGATO
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