LULA, UNA VITTORIA A METÀ (M.Castagnaro)

Former Brazilian President Luiz Inacio Lula da Silva gestures during the inauguration of the new National Directory of the Workers' Party, in BrasiliaBRASILE

Bolsonaro ha usato a piene mani le risorse dello stato per finanziare la propria campagna elettorale e politiche clientelari, ma quello che emerge è la presenza di un solido blocco sociale di estrema destra

UNA GUERRA RELIGIOSA
La recente campagna elettorale ha assunto come mai prima i tratti di una “guerra religiosa”, tanto che la first lady Michelle Bolsonaro è arrivata a dire che “a governare il nostro Brasile è il Signore Gesù Cristo. il presidente bolsonaro e solo uno strumento di Dio”. E influenti leader di chiese neopenticostali hanno mobilitato i loro fedeli affermando che Lula avrebbe chiuso i templi cristiani. In vista del ballottaggio, poi, la religione è diventata il terreno di scontro privilegiato dai sostenitori del capo dello Stato uscente, che hanno puntato sulle elettorato evangelico per recuperare lo svantaggio, accusando Lula di aver stretto un patto col diavolo, mentre minacciavano Vescovi cattolici e interrompevano Messe, giungendo a definire comunista il Cardinal Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo ed esponente dell’ala conservatrice dell’episcopato, che ha reagito affermando: “mi pare di rivivere i tempi dell’ascesa del Fascismo al potere”.         Continua nell’ ALLEGATO

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