È una testimonianza dalla Siria diversa, perché non è firmata da giornalisti, ma da un gruppo di monache Trappiste che vive in Siria. È una testimonianza dall’interno, di chi vive il disagio e la violenza sulla propria pelle. Un motivo in più per riflettere sull’utilità delle “sanzioni economiche” come punizione presa a livello internazionale.
da Azeir, Syria, 8 giugno 2020
Non si sa più cosa dire. Cosa dire ancora, dopo tante parole di molti, e parole autorevoli!, Che, almeno apparentemente, non hanno però la forza di cambiare nulla.
Avevamo sperato che, in Europa, l’esperienza della precarietà, l’esperienza della vita minacciata così da un giorno all’altro, l’esperienza della morte così vicina, facesse comprendere un po’ di più cosa avesse significato per tanti Siriani vivere otto, nove anni, con la morte che cammina accanto, per strada, con l’idea di uscire di casa senza sapere se saresti ritornato, se avresti rivisto i tuoi figli.
Ma anche, non meno drammaticamente, la fatica per lavorare, per dare il necessario alla propria famiglia, l’angoscia di trovarsi senza lavoro e col futuro chiuso…Certo, quando ci si è dentro, è già abbastanza pensare ai propri problemi…Però… Continua nell’ ALLEGATO
————————————————————