Era il 29 luglio 2013 quando il gesuita italiano veniva sequestrato a Raqqa, in Siria. Anche quest’anno sono numerose le iniziative per ricordare quel triste giorno e rinnovare l’invito al dialogo, all’incontro e alla conversione dei cuori che Dall’Oglio promuoveva ogni giorno nella sua missione. L’intervista a Riccardo Cristiano: “Ci ha insegnato cosa vuol dire essere amici di un popolo”.
Una vita per il prossimo, identificato nel popolo siriano di cui – ripete ancora oggi chi l’ha conosciuto – è stato “un vero amico”. La sua capacità di ascolto, quella naturale predisposizione a favorire l’incontro, il tentativo di conoscere senza mai assimilare lo hanno reso un sacerdote in missione capace di portare la luce anche nei luoghi dove le tenebre sembravano avere la meglio. Come la Siria messa in ginocchio dal terrorismo, dall’odio frutto di un integralismo che non conosce limiti, ma solo barriere. Ricordare Paolo Dall’Oglio ad otto anni dalla scomparsa vuol dire allora non nascondere il dolore per la sua lunga assenza, ma anche rinnovare la speranza e continuare a trasmettere quel messaggio che ha diffuso giorno per giorno, nella sua quotidiana missione al servizio della Chiesa universale. Continua nell’ ALLEGATO
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