UN MONASTERO IN SIRIA (CCCS. Wyszynski)

Vicino al confine con il Libano vive, ormai da 19 anni, una vivace comunità di monache trappiste. Una esperienza da conoscere e raccontare

Ad Azer, vicino al confine con il Libano, cinque suore trappiste svolgono il loro servizio malgrado la guerra, la pandemia e il terremoto che hanno sconvolto il Paese.
Un piccolo segno che rimanda a una grande Presenza. Un monastero abitato da cinque suore trappiste e intitolato a Maria, fonte della pace. Sorge sulla collina di Azer, in Siria, vicino al confine con il Libano, in una zona rurale abitata da sunniti e sciiti con due piccoli villaggi cristiani.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                giusto quattro anni fa, l’ultimo anno bisestile, lo scoppio della pandemia! Che ricordi abbiamo di quell’anno e soprattutto del primo periodo? Sicuramente  ricordi non belli: l’isolamento, i ricoveri all’ospedale senza ritorno, il numero dei morti ogni giorno più alto, la paura diffusa… Eppure questi sentimenti tristissimi sono stati accompagnati da una speranza, prima percepita vagamente e poi, col passare del tempo, divenuta sempre più solida che non solo “sarebbe andato tutto bene”, ma che, “trovandoci tutti sulla stessa barca”, saremmo divenuti diversi, più solidali, più attenti all’ambiente, più altruisti… in una parola migliori.          Continua nell’ ALLEGATO

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ADORARE NON È PERDERE TEMPO, MA DARE SENSO AL TEMPO (Angelus, 6 Gennaio 2024)

1a. gioba-06012024-minOggi celebriamo l’Epifania del Signore, cioè la sua manifestazione a tutti i popoli, impersonati dai Magi (cfr Mt 2,1-12). Essi sono dei saggi ricercatori che, dopo essersi lasciati interrogare dall’apparizione di una stella, si mettono in cammino e giungono a Betlemme. E lì trovano Gesù, «con Maria sua madre», si prostrano e gli offrono «oro, incenso e mirra» (v. 11).
Uomini sapienti che riconoscono la presenza di Dio in un semplice Bambino: non in un principe o in un nobile, ma in un figlio di povera gente, e si prostrano davanti a Lui, adorandolo.            Continua nell’ ALLEGATO

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NON C’ERA POSTO PER LORO (Card. P. Pizzaballa)

2a. entrance_patriarch-Pubblichiamo l’omelia tenuta dal Patriarca di Gerusalemme, il Cardinale Pierbattista PIZZABALLA nella notte di Natale a Betlemme. La città era in lutto senza addobbi, luci, musiche. In piazza della Mangiatoia era stato allestito un presepe tra macerie e filo spinato. Non c’erano turisti e alla Messa di Mezzanotte era assente anche il presidente palestinese Abu Mazen. La chiesa di Santa Caterina, dove è stato celebrato il rito solenne, era affollata tuttavia di arabi cristiani. Il patriarca, che nel pomeriggio aveva indossato una kefiah palestinese bianca e nera in segno di solidarietà con le sofferenze del popolo palestinese, era accompagnato dal cardinale Konrad KRAJEWSKI, l’“elemosiniere” pontificio, inviato dal Papa.           Continua nell’ ALLEGATO

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RESISTERE A GAZA (C. Zappa)

3a. Resistere e GazaSuor Nabila Saleh è una religiosa egiziana che dirige la scuola più grande di Gaza, dove i giovani imparavano la tolleranza. «Oggi molti di loro sono morti sotto le bombe. Noi rimaniamo per aiutare: dove altro potremmo andare?»

 «Ogni giorno piangiamo la morte di tanti nostri studenti e dei loro parenti. Erano giovani educati al dialogo, non erano fanatici, erano bravi ragazzi…». Sta vivendo i giorni più difficili della sua vita suor Nabila Saleh, religiosa di origini egiziane che da 13 anni opera a Gaza e che, dopo il violento riesplodere del conflitto tra Israele e Hamas, si è ritrovata nel mezzo dell’inferno: sotto i bombardamenti incessanti, senza acqua né elettricità, chiamata a prendersi cura di moltissime famiglie che hanno perso tutto e ostaggio del terrore.           Continua nell’ ALLEGATO

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