Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

permettetemi di ritornare un momento su un avvenimento che, come purtroppo è successo per molti altre promossi dal papa o dalla Chiesa in genere, è scivolato via senza lasciare traccia o quasi. Mi riferisco all’evento Economy of Francesco seguita dall’informazione generale con la stessa sufficienza con cui si è obbligati a prendersi cura di qualcosa per dovere e non per convinzione. Basta dare un’occhiata alla rassegna stampa che si è fermata al classico articolo di circostanza.
Ma perché Papa Francesco ha voluto a tutti i costi coinvolgere 2000 giovani impegnati in attività economiche e provenienti da 115 Paesi diversi, riproponendo con caparbietà lo stesso evento, bloccato inizialmente dal Covid, otto mesi dopo? Non certo per raccogliere qualche distratto applauso. Allora cerchiamo di capire perché non si è parlato genericamente di un’economia giusta o equa o anche solo solidale, ma si è tirata in ballo, fin dal titolo, la personalità del santo di Assisi.
Come acutamente osserva Giacomo TODESCHINI sul sito Globalist il 22 novembre scorso, il termine ideologico di riferimento della proposta contenuta nell’Economia di Francesco è la spiritualità francescana intesa come realtà storica all’origine di un modello economico in contrasto con quello vigente. È come se si marcasse una continuità tra l’economia suggerita dall’esperienza storica di San Francesco e quella proposta, 800 anni dopo, dall’attuale Papa nell’enciclica Fratelli tutti, ossia tra l’economia prospettata da Francesco e dai francescani, nel medioevo e oltre, e l’economia solidaristica o “di fraternità” odierna che si contrappone all’egoismo economico a oltranza e alla guerra economica di tutti contro tutti.          Continua nell’ ALLEGATO

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DIO NON DELUDE MAI, ASCOLTIAMOLO QUANDO BUSSA AL NOSTRO CUORE (Angelus, 29-11-2020)

1a. AngelusOggi, prima domenica di Avvento, comincia un nuovo anno liturgico. In esso la Chiesa scandisce il corso del tempo con la celebrazione dei principali eventi della vita di Gesù e della storia della salvezza. Così facendo, come Madre, illumina il cammino della nostra esistenza, ci sostiene nelle occupazioni quotidiane e ci orienta verso l’incontro finale con Cristo. L’odierna liturgia ci invita a vivere il primo “tempo forte” che è questo dell’Avvento, il primo dell’anno liturgico, l’Avvento, che ci prepara al Natale, e per questa preparazione è un tempo di attesa, è un tempo di speranza. Attesa e speranza.

San Paolo (cfr 1 Cor 1,3-9) indica l’oggetto dell’attesa. Qual è? La «manifestazione del Signore» (v. 7). L’Apostolo invita i cristiani di Corinto, e anche noi, a concentrare l’attenzione sull’incontro con la persona di Gesù. Per un cristiano la cosa più importante è l’incontro continuo con il Signore, stare con il Signore. E così, abituati a stare con il Signore della vita, ci prepariamo all’incontro, a stare con il Signore nell’eternità. E questo incontro definitivo verrà alla fine del mondo. Ma il Signore viene ogni giorno, perché, con la sua grazia, possiamo compiere il bene nella nostra vita e in quella degli altri. Il nostro Dio è un Dio-che-viene – non dimenticatevi questo: Dio è un Dio che viene, continuamente viene – : Egli non delude la nostra attesa! Mai delude il Signore. Ci farà aspettare forse, ci farà aspettare qualche momento nel buio per far maturare la nostra speranza, ma mai delude. Il Signore sempre viene, sempre è accanto a noi. Alle volte non si fa vedere, ma sempre viene.            Continua nell’ ALLEGATO

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CONTINUA IL FONDO SAN GIUSEPPE LAVORATORE – #CHIESACONVOI” (Claudio Dagheti)

2a. Continua il fondo S. Giuseppe...“Lorenzo è un giovane padre, vive con la moglie e la figlia. È un pizzaiolo, è stato in cassa integrazione da marzo a maggio, ha ripreso nei mesi estivi l’attività lavorativa ma con una riduzione dell’orario. Con il nuovo lockdown alterna la cassa integrazione a qualche giorno di lavoro a settimana. Alla moglie, operaia con contratto a tempo determinato, non è stato rinnovato il contratto perché il Covid ha provocato una diminuzione del lavoro nell’azienda.”

Carissimi,  ho scelto di aprire questa lettera di avvento con una delle tante storie che quotidianamente ascoltiamo al Centro di Ascolto diocesano e nei Centri di Ascolto parrocchiali, così da provare a narrare quello che sta accadendo dal punto di vista sociale (ed in parte economico) in questa seconda ondata di pandemia.

Il sostegno della diocesi di Crema
Il fondo “San Giuseppe lavoratore – #CHIESACONVOI” ha sostenuto, alla data in cui vi scrivo, 227 nuclei famigliari residenti nella diocesi di Crema ed entrati in difficoltà a causa della pandemia. Molti hanno perso il lavoro a causa di contratti a tempo determinato che non sono stati rinnovati, oppure si sono trovati costretti a chiudere partite iva o attività commerciali. Molti non hanno ricevuto la cassa integrazione per quattro, cinque o sei mesi e, quando hanno cominciato a riceverla si è rivelata intermittente e molto lontana dall’80% della retribuzione che ricevevano precedentemente (differenza dovuta alle modalità con il quale veniva generato lo stipendio). Il risultato è che molte persone hanno avuto la necessità di chiedere aiuto per sostenere l’affitto, il mutuo, le spese per le utenze e, purtroppo, anche per aiuti alimentari.           Continua nell’ ALLEGATO

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IL VACCINO CI AIUTERÀ, MA NON CI LIBERERÀ DALLE PANDEMIE (Ernesto Burgio)

3a. Il vaccino-anti-covidCovid-19. L’argomento più dibattuto è quello dei rischi e al momento non possiamo avere dati certi: i numeri sono piccoli, e gli effetti più temuti arrivano a lungo termine. La pandemia non è un “incidente biologico” da curare con farmaci e vaccini, ma il sintomo di una malattia, cronica e rapidamente progressiva, dell’intera biosfera

Non sembrano essere in molti, in questi giorni, a rendersi conto che l’Italia è tornata, come nel marzo scorso, il paese in cui la pandemia miete più vittime. Eppure i dati epidemiologici sono eloquenti: per numero dei contagi abbiamo raggiunto l’ottavo posto, ma l’indice di letalità è secondo solo a Messico e Iran e in linea con Gran Bretagna e Perù. Persino Stati Uniti e Brasile sembrano star meglio di noi. Se poi guardiamo al numero dei decessi giornalieri, siamo tornati in cima alla lista e il presidente dei medici del FNOMCeO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) ha denunciato la morte di altri 27 medici in 10 giorni, e parlato di «strage degli innocenti».
Eppure, nel nostro paese si fa a gara nell’interpretare ottimisticamente i primi rallentamenti della curva dei contagi; ci si schiera in modo sempre più critico nei confronti delle strategie di contenimento decise dal governo; si cerca di convincere tutti che la svolta è dietro l’angolo, grazie a vaccini dichiarati in tempi record efficaci e sicuri, mediante comunicati stampa, dalle stesse multinazionali che li producono; si attacca chi si permette di avanzare dubbi non sull’importanza dei vaccini, ma sulle modalità della comunicazione e sull’eccessiva fretta con cui si è proceduto, per la prima volta nella storia, nel percorso di sperimentazione. Eppure, sono le principali testate scientifiche del mondo e in particolare The Lancet a sottolineare come sia legittimo sperare nei risultati così trionfalmente annunciati, ma che alcuni nodi dovrebbero essere sciolti prima di gridar vittoria.          Continua nell’ ALLEGATO

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UGANDA: UN 2020 DI RESILIENZA E RUOLI INVERTITI (Giuseppina d’Amico)

4a. Un 2020 di resilenza...Il 2020 era iniziato all’insegna dell’entusiasmo tra lo staff dell’organizzazione Comboni Samaritans of Gulu. Da fine febbraio, però hanno preso piede stupore e preoccupazione per le notizie allarmanti che giungevano dall’Italia. Così per la prima volta, da quando abbiamo iniziato questo cammino insieme, i ruoli sono apparsi invertiti e la comunità ha dovuto attingere alla resilienza che la contraddistingue. Un grazie infine a tutti gli amici che dall’Italia hanno continuato a credere nel nostro Progetto.

Da subito l’organizzazione ha mostrato grande vicinanza agli amici italiani, soprattutto con la preghiera. Poi il virus, da lontano, è diventato una minaccia reale e vicina e ha stravolto la quotidianità aumentando a dismisura le difficoltà.
Il primo caso ugandese di covid-19 è stato accertato il 21 marzo ma, già il 18 marzo, il governo aveva messo in atto le prime linee guida in materia di sicurezza che hanno comportato la chiusura delle scuole e dell’aeroporto internazionale di Entebbe. Dal primo aprile le misure restrittive sono aumentate fino a prevedere un lockdown completo e solo a fine luglio si è assistito ad un graduale e parziale allentamento delle restrizioni fino ad arrivare al tanto atteso 20 settembre, giorno in cui sono state annunciate le nuove direttive che entreranno in vigore da metà ottobre: torneranno a scuola solo i ragazzi che dovranno sostenere gli esami, riapriranno i luoghi di culto, i confini e l’aeroporto mentre resteranno chiusi i luoghi di aggregazione e di intrattenimento. Resta valido il coprifuoco dalle 9 di sera alle 7 di mattina. Al 24 Settembre i casi totali erano 6.468, di cui 2.731 guariti. In totale sono state registrati 63 decessi.          Continua nell’ ALLEGATO

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LA LIBRAIA CHE LEGGE STORIE AL TELEFONO PER CHI SI SENTE SOLO (Alessandra Ziniti)

5a. La libraia che legge storie...Iniziativa totalmente gratuita, la libreria mette a disposizione i volumi e, per chi vuole, anche la linea telefonica 7 giorni su sette. «Stiamo contattando assistenti sociali, parrocchie e residenze per anziani per far conoscere la nostra disponibilità e contiamo molto sul passaparola». Consigli per le letture? «Qualcosa che fa bene al cuore in cui cercare evasione e speranza per il futuro».

«Un tempo lontano, quando avevo 6 anni, in un libro sulle foreste primordiali intitolato “Storie vissute della natura” vidi un magnifico disegno: rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale… “. La voce di Samanta Romanese al telefono è suadente nella lettura scandita delle pagine de “Il piccolo principe”. Dall’altro lato della cornetta la mente dell’anziana signora che ascolta vola con la fantasia. «C’è così tanto bisogno di leggerezza in questo momento così triste e drammatico, soprattutto per chi sta vivendo questa pandemia schiacciato dal peso della solitudine. Per questo abbiamo pensato di mettere a disposizione i nostri libri, il nostro lavoro e ci è sembrato che il telefono fosse il mezzo più appropriato per chi è più avanti con gli anni».
Il telefono della libreria Ubik in Piazza della Borsa a Trieste suona in continuazione, la casella mail non è mai stata così intasata. Una valanga di adesioni: non solo di richieste di chi adesso aspetta quasi con emozione la telefonata della libraia pronta a leggere qualche pagina del testo scelto ho suggerito, ma anche di tanti volontari che con entusiasmo danno la loro disponibilità ad affiancare Samanta, Rita Bais, Laura Serdossi e Gaspare Morgante, gli ultimi due titolari della libreria.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

è passato un po’ in sordina l’evento Economy of Francesco (per comodità e partigianeria lo chiamerò Economia di Francesco), che dal 19 al 21 di novembre ha riunito almeno 2.000 giovani  economisti, imprenditori, studiosi provenienti da tutto il mondo. Questa almeno era l’idea iniziale prevista per la fine di marzo. Poi il CoViD-19 ha rimescolato le carte e tutto si è svolto otto mesi dopo e in collegamento internet.

Sicuramente è stata la pandemia, che da quasi un anno occupa col suo carico di paura e di morte le prime pagine dei quotidiani, ad oscurare l’evento fortemente voluto da papa Francesco. E non è un caso che sia stata un’altra morte, questa volta contrassegnata dal sigillo del mito di Maradona, ad aver soppiantato, per un giorno, le abituali notizie.

Credo però che l’opinione pubblica in generale abbia sottovalutato Economia di Francesco perché l’ha catalogata come la solita vetrina di buone intenzioni come troppo spesso sono apparsi certi documenti della Chiesa.         Continua nell’ ALLEGATO

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GESÙ CI INSEGNI LA LOGICA DELLA PROSSIMITÀ (Angelus, 22-11-2020)

1a. ANGELUS-22-NOVEMBRE.3Oggi celebriamo la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo, con la quale si chiude l’anno liturgico, la grande parabola in cui si dispiega il mistero di Cristo: tutto l’anno liturgico. Egli è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sull’“omega”, cioè sul traguardo finale. Il senso della storia lo si capisce tenendo davanti agli occhi il suo culmine: la fine è anche il fine. Ed è proprio questo che fa Matteo, nel Vangelo di questa domenica (25,31-46), ponendo il discorso di Gesù sul giudizio universale all’epilogo della sua vita terrena: Lui, che gli uomini stanno per condannare, è in realtà il supremo giudice. Nella sua morte e risurrezione, Gesù si mostrerà il Signore della storia, il Re dell’universo, il Giudice di tutti. Ma il paradosso cristiano è che il Giudice non riveste una regalità temibile, ma è un pastore pieno di mitezza e di misericordia.

Gesù, infatti, in questa parabola del giudizio finale, si serve dell’immagine del pastore. Prende le immagini dal profeta Ezechiele, che aveva parlato dell’intervento di Dio in favore del popolo, contro i cattivi pastori d’Israele (cfr 34,1-10). Questi erano stati crudeli, sfruttatori, preferendo pascere sé stessi piuttosto che il gregge; pertanto Dio stesso promette di prendersi cura personalmente del suo gregge, difendendolo dalle ingiustizie e dai soprusi. Questa promessa di Dio per il suo popolo si è realizzata pienamente in Gesù Cristo, il Pastore: proprio Lui è il Buon Pastore. Anche Lui stesso dice di sé: «Io sono il buon pastore» (Gv 10,11.14).                               Continua nell’ ALLEGATO

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