I POVERI SONO AL CENTRO DEL VANGELO, SERVE IL CORAGGIO DELL’AMORE (Omelia del Papa, 15-11-2020)

1a. PapaLa parabola che abbiamo ascoltato ha un inizio, un centro e una fine, che illuminano l’inizio, il centro e la fine della nostra vita.

L’inizio. Tutto comincia da un grande bene: il padrone non tiene per sé le sue ricchezze, ma le dà ai servi; a chi cinque, a chi due, a chi un talento, «secondo la capacità di ciascuno» (Mt 25,15). È stato calcolato che un solo talento corrispondeva al salario di circa vent’anni di lavoro: era un bene sovrabbondante, che allora bastava per tutta la vita. Ecco l’inizio: anche per noi tutto è cominciato con la grazia di Dio – tutto, sempre, incomincia con la grazia, non con le nostre forze – con la grazia di Dio che è Padre e ha messo nelle nostre mani tanto bene, affidando a ciascuno talenti diversi. Siamo portatori di una grande ricchezza, che non dipende da quante cose abbiamo, ma da quello che siamo: dalla vita ricevuta, dal bene che c’è in noi, dalla bellezza insopprimibile di cui Dio ci ha dotati, perché siamo a sua immagine, ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi, ognuno di noi è unico e insostituibile nella storia! Così ci guarda Dio, così ci sente Dio.

Quant’è importante ricordare questo: troppe volte, guardando alla nostra vita, vediamo solo quello che ci manca e ci lamentiamo di quello che ci manca. Allora cediamo alla tentazione del “magari!…”: magari avessi quel lavoro, magari avessi quella casa, magari avessi soldi e successo, magari non avessi quel problema, magari avessi persone migliori attorno a me!… Ma l’illusione del “magari” ci impedisce di vedere il bene e ci fa dimenticare i talenti che abbiamo. Sì, tu non hai quello, ma hai questo, e il “magari” fa sì che dimentichiamo questo. Ma Dio ce li ha affidati perché conosce ognuno di noi e sa di cosa siamo capaci; si fida di noi, nonostante le nostre fragilità. Si fida anche di quel servo che nasconderà il talento: Dio spera che, malgrado le sue paure, anche lui utilizzi bene quanto ha ricevuto.           Continua nell’ ALLEGATO

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LA FRATERNITÀ È IL MESSAGGIO PROPRIO DEL VANGELO (P. Gigi Maccalli)

2a. Maccalli-Martedì scorso abbiamo vissuto un giorno 17 diverso dagli altri. In Cattedrale, durante una Messa celebrata dal Vescovo, Padre Gigi Maccalli, per 24 volte oggetto di veglie e preghiere, ha voluto ricordare e pregare per tutti coloro che ancora sono prigionieri e ostaggi di chi li ha rapiti. Ricordiamoli anche noi, sempre!

Per chi ha dimestichezza con la Bibbia, la città di Gerico evoca da subito 2 richiami

  1. Gerico è la porta d’ingresso nella terra promessa. Per il popolo d’Israele che ha camminato a lungo nel deserto, Gerico segna l’entrata nella terra della libertà.
  2. Gerico è anche il luogo più basso della terra perché situato -240 m (sotto il livello del mare), nella depressione del mar Morto. La città più bassa del pianeta Terra.

Queste 2 annotazioni di geografia biblica richiamano a me la mia recente vicissitudine di ostaggio. Al Qaida mi ha portato nel deserto per 2 lunghi anni, ma finalmente il mio esodo dalla schiavitù alla libertà si è concluso l’8 ottobre scorso. Sono arrivato a Gerico/libero! È stata un’esperienza di ‘abbassamento’ umano e spirituale, non ero mai caduto così in basso. Ma grazie a Dio ne sono uscito … certamente diverso, rinato.
Gerico è oggi questa cattedrale di Crema. Qui sono stato prostrato a terra, 35 anni fa, per essere consacrato e mandato come sacerdote per il mondo. Mai avrei pensato che quell’abbassamento sarebbe continuato fino alla condizione di prigioniero in catene. Qui oggi rinnovo idealmente il mio sì (le promesse sacerdotali) e celebro con la diocesi di Crema e il suo pastore, il vescovo Daniele, il mio grazie a Dio per la libertà ritrovata e il mio grazie a ciascuno di voi che mi avete accompagnato fedelmente per 2 anni con Veglie e marce di preghiera.          Continua nell’ ALLEGATO

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IN ETIOPIA UNA GUERRA BRUTALE PER SCORAGGIARE LE SECESSIONI (Pierre Haski)

3a. EtiopiaÈ la guerra che non ci aspettavamo, o comunque non in un paese il cui primo ministro ha ricevuto l’anno scorso il premio Nobel per la pace. Questo paese è l’Etiopia, secondo stato più popoloso dell’Africa con più di cento milioni di abitanti e considerato come un modello di un ritorno alla vita democratica.

Il 4 novembre il primo ministro Abiy Ahmed ha lanciato un’offensiva militare contro le autorità dello stato federale del Tigrai, nel nord del paese. L’11 novembre Abiy ha annunciato che l’esercito nazionale ha riportato una vittoria totale.
Questa rivendicazione è impossibile da verificare, perché la regione del Tigrai è tagliata fuori dal mondo. Le comunicazioni sono interrotte e i giornalisti non sono graditi. Un indizio arriva però dal bilancio pesantissimo, soprattutto tra i civili.
Secondo Amnesty international nella notte tra il 9 e il 10 novembre centinaia di civili sono stati massacrati a colpi di machete nella località di May Kadra, nella regione del Tigrai. Testimonianze raccolte dall’organizzazione riferiscono però che le vittime non apparterrebbero all’etnia locale, ma ad altre etnie etiopi, e sarebbero state uccise dai miliziani tigrini per vendetta.          Continua nell’ ALLEGATO

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COSA STA SUCCEDENDO IN PERÙ? (Elisa Ghidini)

4b. peru-diego-miranda-limaLa risposta non è semplice, visto che poche ore fa è stato eletto il terzo presidente in una settimana. Per capire la situazione politica, le proteste e l’evoluzione della situazione, è necessario fare un grande passo indietro.

In Perù è stato eletto il terzo presidente in una settimana. Si chiama Francisco Sagasti ed è stato il Parlamento a eleggerlo ad interim. Sostituisce il contenstatissimo Manuel Merino, dopo le sue dimissioni, che a sua volta aveva preso il posto di Martìn Vizcarra. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa sta succedendo in Perù da qualche tempo.

L’arrivo di Vizcarra
Il Perù, negli ultimi tempi, oltre a una grave crisi economica e alla pandemia, sta affrontando anche una pesante situazione politica e sociale. Il presidente Martìn Vizcarra, che nel marzo 2018, era subentrato a Kuczynski, accusato di corruzione, è finito a sua volta in mezzo a un’indagine per corruzione. I fatti risalirebbero al suo periodo trascorso nella regione di Moquegua come governatore.

I tentativi di riforma
Il Perù si trova da anni in una posizione piuttosto preoccupante nelle classifiche internazionali relative alla corruzione. Vizcarra, ora indipendente ma in passato affiliato ai Peruviani per il cambiamento, durante il suo mandato ha cercato di fare approvare la proposta di referendum sulle riforme necessarie per debellare la corruzione dal Paese. Si trattava di un progetto piuttosto corposo che riguardava la riforma della Corte Costituzionale, precedentemente nominata solo dal Congresso, la regolamentazione del finanziamento ai partiti e il divieto di rielezione immediata per i parlamentari: le proposte di Vizcarra sono state approvate con una maggioranza altissima da parte degli elettori.          Continua nell’ ALLEGATO

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SIRIA: PADRE DALL’OGLIO COMPIE OGGI 66 ANNI (Riccardo Cristiano)

5a. padre_dalloglioLa sorella Francesca: “vogliamo la verità dopo 7 anni lunghi e dolorosi”

Rapito a Raqqa il 29 luglio 2013 dall’Isis, padre Paolo Dall’Oglio è da allora uno dei circa 100mila siriani che sono stati inghiottiti in un buio impenetrabile. Gesuita, romano, appassionato del dialogo perché sapeva che il fondamentalismo è ritenere che fuori dalla propria verità di fede ci sono solo false credenze e quindi una falsa umanità, Dall’Oglio compierebbe oggi, 17 novembre 2020, 66 anni, sette dei quali li ha trascorsi, se li ha trascorsi, silenziato, impossibilitato a parlare e da troppo tempo non cercato, non ricordato.
La sorella, Francesca, ha scritto proprio in queste ore: «Oggi, 17 novembre 2020 ricorre il compleanno di mio fratello Paolo. 2665 giorni sono trascorsi dal suo sequestro in Siria nel luglio 2013.
Sette anni lunghi e dolorosi anche se sempre accompagnati dalla consapevolezza che Paolo si sentiva chiamato ad una missione che sentiva profondamente dentro di se e che come dice lui stesso: “Per ragioni che hanno a che vedere con l’impegno della mia vita, questa è una guerra civile che lacera la mia anima. Vorrei fare qualcosa per fermarla… Ma non voglio vivere una vita che sia altro da un dono radicale” Collera e Luce EMI 2013
La domanda di verità su ciò che è successo è un diritto ma è anche un dovere della comunità nazionale ed internazionale verso di lui e non solo.
Significa individuare le responsabilità e gettare le basi per una futura pacificazione
Per innestare i semi dell’armonia è necessario guarire tutte le ferite che in questi nove anni di conflitto si sono aperte, a partire dalla verità sulle migliaia di siriani scomparsi perché arrestati, sequestrati o peggio, uccisi.          Continua nell’ ALLEGATO

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NEL SUPERMERCATO ARRIVA LA SPESA SOSPESA (A.V.)

6a. Nel supermercato...L’iniziativa dei cittadini di Milano, zona Corvetto. Punto di riferimento il Carrefour, il supermercato il cui il direttore aveva pagato la spesa a un anziano che aveva rubato per fame. Così “l’onda” è nata sui social: in fondo basta qualche euro in più!

La solidarietà che chiama altra solidarietà. I social che amplificano l’effetto, in una stupenda eco virtuosa. Un’onda solidale sta travolgendo il Corvetto, dove alcuni cittadini hanno deciso di aprire un conto destinato a chi si trova in difficoltà economica, tanto da non riuscire a fare la spesa.
L’idea è nata dopo il gesto del direttore del Carrefour di corso Lodi, che la scorsa settimana aveva scelto di non denunciare un anziano che era stato sorpreso a rubare del pane e pochi altri generi alimentari nel suo punto vendita. Il manager aveva “bloccato” il vigilante, non aveva allertato le forze dell’ordine, aveva pagato di tasca sua e aveva detto all’uomo: “Se hai fame, la prossima volta vieni da me, non rubare”. La storia era poi stata raccontata sui social da un testimone e proprio sui social la voglia di fare del bene si è amplificata.
Così nei giorni scorsi è nata l’idea “Corvetto solidale”, una vera e propria raccolta fondi – sempre aperta – per fare in modo che chi ha bisogno abbia una sorta di salvadanaio dal quale attingere. “Visto i tempi che stiamo vivendo e visto l’approssimarsi del Natale, in accordo con il direttore del supermercato Carrefour di corso Lodi abbiamo pensato di creare una sorta di conto aperto dove ognuno può lasciare qualche euro per poter aiutare le persone momentaneamente impossibilitate a comperare alimenti di prima necessità”, ha raccontato uno dei promotori dell’iniziativa sui vari gruppi Facebook del quartiere.
L’idea è molto simile a quella della “spesa sospesa”, anche se chi vorrà potrà lasciare monete e banconote, ma non generi alimentari perché ci sarebbero problemi di conservazione e stoccaggio. “Per chi vorrà aderire, alla cassa centrale ci sarà a disposizione una busta con su scritto «Corvetto solidale»”, che servirà per raccogliere il denaro.
“Questi soldi verranno utilizzati quando se ne presenterà l’occasione. Pensionati che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, persone che hanno perso il lavoro, famiglie che attraversano un momento di difficoltà. Ovviamente – hanno concluso gli ‘organizzatori’ – ci auguriamo che servano il meno possibile ma così facendo abbiamo la possibilità di dare una mano”. E la solidarietà, quella sì, serve sempre.         – MILANOTODAY – 18.11.20

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Il Centro Missionario informa…

A – THE ECONOMY OF FRANCESCO     Locandina def

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B- CORSO GRATUITO DI ITALIANO

Corso italiano S. Bernardino

 

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C –  RITIRO DI AVVENTO

 Anche quest’anno, nonostante la non facile situazione, si terrà l’abituale Ritiro di Avvento vissuto insieme all’Azione Cattolica, alla Caritas, alla Commissione Liturgia e all’Ufficio Migrantes. Come ormai siamo abituati, sarà in linea.

Avrà luogo domenica 29 novembre, con inizio alle ore 15.

 Sarà guidato da Suor M. LUISA CICERI suora Adoratrice del Santissimo Sacramento e maestra delle novizie presso la casa madre di Rivolta D’Adda.

Il titolo: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (Isaia, 63, 19b)

Nei prossimi giorni verranno date indicazioni molto semplici per iscriversi.

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                                      abbiamo voluto aprire questo numero della Comunicazione  con due fotogrammi tratti da uno dei filmati più drammatici che la cronaca di questi giorni ci abbia offerto. E a commento ci sono le parole disperate urlate dalla madre alla ricerca di quel figlio di solo sei mesi…
Immaginate, una notte – scrive Marina Corradi su Avvenire di ieri – di avere un incubo. Vi trovate in alto mare, sotto a un cielo color piombo. Siete rimaste sole su gommone che si è appena rovesciato, fra onde minacciose. Vi riprendete, ma vi ritrovate con le braccia vuote. E il bambino, mio Dio, il bambino di sei mesi che tenevate stretto come un tesoro? ‘Dov’è il mio bambino? Ho perso il mio bambino! Dov’è il mio bambino?’, gridate, e in quel momento vi svegliate, il cuore a cento all’ora. Ma non è un incubo, è tutto vero. Nel Mediterraneo, l’altro ieri. Un gommone con cento a bordo naufragato, Open Arms l’unica nave in soccorso, sei i morti accertati. Fra cui Joseph, sei mesi. Prologo, questa tragedia, a un’altra, di ieri: settantaquattro morti al largo di Khums, in Libia. Un nuovo massacro che non troverà molto spazio sui giornali.
Noi madri, padri, nonni, sappiamo tutti bene com’è un bambino di sei mesi, leggero ancora fra le braccia, gli occhi spalancati e curiosi, e i gorgoglii, e i sorrisi (sorridono, a quell’età, come se credessero in un mondo bellissimo). Provate, con uno di questi vostri bambini in braccio, a immaginare di salire su un gommone malmesso, stracarico, in un mare agitato. Come si fa a esporre un neonato al sole a picco dell’estate, alla sete, o alle tempeste dell’autunno e dell’inverno?          Continua nell’ ALLEGATO

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UNA VITA DI CARITÀ PREPARA ALL’INCONTRO CON DIO (Angelus, 08-11-2020)

1a. AngelusIl brano del Vangelo di questa domenica (Mt 25,1-13) ci invita a prolungare la riflessione sulla vita eterna, iniziata in occasione della Festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei fedeli defunti. Gesù narra la parabola delle dieci vergini invitate a una festa nuziale, simbolo del Regno dei cieli.

Ai tempi di Gesù c’era la consuetudine che le nozze si celebrassero di notte; pertanto il corteo degli invitati doveva procedere con le lampade accese. Alcune damigelle sono stolte: prendono le lampade ma non prendono con sé l’olio; quelle sagge, invece, assieme alle lampade prendono anche dell’olio. Lo sposo tarda, tarda a venire, e tutte si assopiscono. Quando una voce avverte che lo sposo sta per arrivare, le stolte, in quel momento, si accorgono di non avere olio per le loro lampade; lo chiedono alle sagge, ma queste rispondono che non possono darlo, perché non basterebbe per tutte. Mentre le stolte vanno a comprare l’olio, arriva lo sposo. Le ragazze sagge entrano con lui nella sala del banchetto, e la porta viene chiusa. Le altre arrivano troppo tardi e vengono respinte.
È chiaro che con questa parabola, Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone. La fede che ci unisce veramente a Gesù è quella, come dice l’apostolo Paolo, «che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,6). È ciò che viene rappresentato dall’atteggiamento delle ragazze sagge. Essere saggi e prudenti significa non aspettare l’ultimo momento per corrispondere alla grazia di Dio, ma farlo attivamente da subito, cominciare da adesso. “Io… sì, poi più avanti mi convertirò…” – “Convertiti oggi! Cambia vita oggi!” – “Sì, sì… domani”. E lo stesso dice domani, e così mai arriverà. Oggi! Se vogliamo essere pronti per l’ultimo incontro con il Signore, dobbiamo sin d’ora cooperare con Lui e compiere azioni buone ispirate al suo amore.          Continua nell’ ALLEGATO

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