LA CURA FA PARTE DELLA NOSTRA STORIA (Rosali Paloschi)

4a. Rosali PaloschiNon è possibile rimanere indifferenti con il dolore di migliaia di persone che stanno morendo per mancanza di un’assistenza sanitaria dignitosa e per mancanza di responsabilità degli organi competenti.

Quando la pandemia del CoViD-19 è arrivata in Brasile, abbiamo visto come il virus approfondisce e smaschera ancor di più le disuguaglianze nel nostro Paese. Benché il virus sia democratico nel suo contagio, non lo è nella produzione e distribuzione di morte. Le vittime della pandemia si sono concentrate nelle periferie: gli stati del Nord e del Nordest, i quartieri e le regioni più “nere”, abitate cioè da discendenti di africani e caratterizzati da un alto tasso di povertà e resi vulnerabili per la mancanza di servizi pubblici e statali. Con una economia ormai devastata e il collasso nella salute pubblica, il governo Bolsonaro ha fatto ben poco per affrontare una tale situazione di calamità.I movimenti popolari fanno ciò che possono per organizzare i propri aderenti in azioni solidali, favorendo campagne per donare alimenti alle popolazioni più fragili che stanno soffrendo la fame. Il Movimento dei senza Terra, per esempio ha già donato più di 600 tonnellate di generi alimentari in diverse regioni del Paese.        Continua nell’ ALLEGATO

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LA FORZA DELLA “MOLTIPLICAZIONE DEI PANI” (Gilmar Santos Rodrigues)

5a. SolidarietàIl Movimento Culturale di Águas Claras (MOCA) è, come Casa do Sol, un’associazione che opera in ambito socio-educativo in uno dei quartieri più a rischio della periferia di Salvador de Bahia, città del Nordest brasiliano. In queste righe e nella poesia che ci hanno spedito è condensato il pensiero e l’azione per attuare una vera solidarietà a Km 0.

 Ci auguriamo che stiate tutti bene, dal momento che sembra che l’Italia abbia smesso di essere uno dei centri della pandemia. Qui siamo vigilanti e preoccupati sia per la veloce diffusione del virus che per le ambigue posizioni politiche del presidente della repubblica. Nella nostra comunità cerchiamo di proteggerci nel miglior modo possibile, ma la situazione di vulnerabilità sociale ed economica costituiscono fattori che potenzialmente possono elevare il numero delle vittime della pandemia. Per questo continuiamo la nostra Campagna di solidarietà a sostegno delle famiglie più vulnerabili e ci piace sottolineare come in più occasioni siamo riusciti a realizzare azioni molto importanti e ricche di significato per la nostra Comunità. A volte abbiamo creato una vera e propria rete di aiuti con altre Organizzazioni simili alla nostra, altre volte abbiamo proceduto da soli, cercando tra di noi, anche se faticosamente, l’aiuto necessario.Molto significativa è stata l’azione solidale congiunta tra noi del MOCA, la Caritas, il MPA (Movimento dei Piccoli Agricoltori) e il MPP (Movimento dei Pescatori e Pescatrici dell’isola di Maré). In quell’occasione sono state distribuite innumerevoli “ceste di base”, contenenti diversi generi alimentari ricchi di proteine sia vegetali che animali, oltre a prodotti per l’igiene per rafforzare la lotta della Comunità contro il CoViD-19.        Continua nell’ ALLEGATO

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MORTO IL MEDICO CHE CURAVA GRATIS I POVERI (Redazione)

6a. mohamed-mashallyAveva 76 il dottor Mohammed Abdel-Ghaffar El Mashaly, famoso in tutto l’Egitto, perché visitava gli abitanti dei sobborghi più poveri, chiedendo una cifra simbolica di pochi spiccioli (5-10 sterline egiziane, l’equivalente di 30-60 centesimi) solo a chi poteva affrontare la spesa, a qualunque credo religioso essi appartenessero.

Nato il 1944 a Beheira, Mohamed Mashaly, il medico dei poveri “Doctor of the Poor”, si era laureato all’Università del Cairo nel 1967 alla Facoltà di Medicina con 110 e lode. Mashaly ha lavorato in molti centri medici rurali finché nel 1975 ha aperto una sua clinica a Tanta. Era diventato famoso perché da più di 50 anni visitava gratuitamente i poveri nella sua città, indipendentemente dal fatto che fossero Musulmani, Cristiani o Copti. Anzi dava ai suoi pazienti più poveri persino i soldi per comprare medicine, mentre prendeva meno di un dollaro in cambio di prestazioni dai pazienti che stavano bene economicamente. Dozzine di pazienti si mettevano in fila ogni giorno davanti alla sua umile clinica e il dottor Mohammed lavorava 10 ore al giorno dalle 9 alle 19 per curare il maggior numero di persone.
In una delle rare interviste concesse lungo la sua vita Mashaly aveva spiegato in modo semplice ma straziante perché nel 1976 decise di dedicare la sua vita a curare i poveri egiziani. Una notte venne chiamato urgentemente al capezzale di un bambino gravemente ustionato. Nonostante tutte le cure prodigate, il bambino, che aveva 10 anni, morì tra le sue braccia. Tuttavia mentre stava morendo, gli confidò che lui stesso si era dato fuoco per non essere di peso alla sua famiglia. Era infatti diabetico e la sera prima la madre aveva risposto, alla sua richiesta di compare l’insulina, che se l’avesse comprata i suoi fratelli non avrebbero cenato. “Quello è stato il giorno in cui ho promesso di impegnare la mia vita nel trattamento dei poveri” – concluse Mashaly.        Continua nell’ ALLEGATO 

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Il Centro Missionario informa…

Nuovo Documento di Microsoft Office Word-1A- GUATEMALA CHIAMA CREMA

Fino ad ora la risposta delle nostre Comunità è stata molto generosa, addirittura al di là delle nostre aspettative. Infatti al 23 luglio erano stati raccolti 24.000 euro. Come Centro Missionario abbiamo già provveduto ad inviare a mons. Rosolino Bianchetti, suddivisi in tre rate, 14.450 euro, che sono stati immediatamente impiegati nell’acquisto dei generi alimentari sopra indicati. Inutile dire che mons. Rosolino ringrazia con immenso affetto tanta generosità e ci comunica che, non appena possibile, ci invierà una precisa rendicontazione degli aiuti ricevuti. GRAZIE A TUTTI!

LA RACCOLTA CONTINUA…

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B –  Il Centro Missionario ha aperto un canale youtube dove è possibile vedere belle testimonianze dei Missionari. Non si tratta solo di documenti di solidarietà, ma di veri e propri spaccati di una realtà, la loro, che finalmente possiamo conoscere da vicino.

CONSIGLIAMO LA VISIONE  RIPARTE LA CAMPAGNA “BANCHE ARMATE”.

Il 9 luglio 2020 riparte la Campagna di pressione alle “banche armate”. Ci saranno informazioni dettagliate sulle attività delle banche e specifiche proposte per tutti (associazioni laiche e religiose, parrocchie, comunità, enti locali e singoli cittadini).

Ecco il video di annuncio.      https://youtu.be/ncWT-gVattY

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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In questo tempo in cui la pandemia non accenna ad arrestarsi, desidero assicurare la mia vicinanza a quanti stanno affrontando la malattia e le sue conseguenze economiche e sociali.

Il mio pensiero va specialmente a quelle popolazioni, le cui sofferenze sono aggravate da situazioni di conflitto.

Sulla scorta di una recente Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rinnovo l’appello ad un cessate-il-fuoco globale e immediato, che permetta la pace e la sicurezza indispensabili per fornire l’assistenza umanitaria necessaria.

In particolare, seguo con preoccupazione il riacuirsi, nei giorni scorsi, delle tensioni armate nella regione del Caucaso, tra Armenia e Azerbaigian.

Mentre assicuro la mia preghiera per le famiglie di coloro che hanno perso la vita durante gli scontri, auspico che,

con l’impegno della Comunità internazionale e attraverso il dialogo e la buona volontà delle parti,

si possa giungere ad una soluzione pacifica duratura, che abbia a cuore il bene di quelle amate popolazioni.

Papa FRANCESCO – Angelus 19.07.20

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                                         l’articolo che frei Betto dedica più avanti alla classe dirigente brasiliana è quantomeno impietoso perché mette in evidenza sia la sua incapacità operativa sia la colpevole sottovalutazione del pericolo coronavirus. Fortunatamente i Brasiliani stanno rispondendo in modo molto diverso e nei prossimi numeri ci racconteranno con quanta fantasia e quanto coraggio stiano affrontando questa crisi tremenda.
Ora se è legittimo e doveroso esprimere delle critiche all’operato di un governo, nel nostro caso, il governo federale del Brasile quando questo operato va contro gli interessi della maggioranza dei cittadini, è altrettanto legittimo e doveroso chiederci se anche noi, nella nostra realtà locale e nazionale, ci stiamo comportando se non in modo irreprensibile, almeno in modo onesto.
Il tempo di sfogliare un quotidiano o di ascoltare un giornale radio per renderci conto che la situazione non è assolutamente confortante. Se nei momenti più difficili ci eravamo illusi che “dopo niente sarebbe stato come prima”, possiamo dire che la disillusione è dominante.
Tralasciamo, per carità di patria, la vicenda spaventosa della Caserma dei Carabinieri di Piacenza… Quante puntate della serie televisiva “Il Maresciallo Rocca” saranno necessarie per far recuperare fiducia nell’Arma? E nemmeno trattiamo dell’evasione fiscale, perché di questo parla profeticamente mons. Bettazzi in un altro articolo… Tuttavia bisogna ammettere che purtroppo gli argomenti non mancano.        Continua nell’ ALLEGATO

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IMITARE LA PAZIENZA DEL SIGNORE (Angelus, 19-07-2020)

1a. AngelusNel Vangelo di oggi (cfr Mt 13,24-43) incontriamo ancora Gesù intento a parlare alla folla in parabole del Regno dei cieli. Mi soffermo soltanto sulla prima, quella della zizzania, attraverso la quale Gesù ci fa conoscere la pazienza di Dio, aprendo il nostro cuore alla speranza.

Gesù racconta che, nel campo in cui è stato seminato il buon grano, spunta anche la zizzania, un termine che riassume tutte le erbe nocive, che infestano il terreno. Fra noi, possiamo anche dire che anche oggi il terreno è devastato da tanti diserbanti e pesticidi, che alla fine fanno pure male sia all’erba, che alla terra e alla salute. Ma questo, fra parentesi. I servi allora vanno dal padrone per sapere da dove viene la zizzania, e lui risponde: «Un nemico ha fatto questo!» (v. 28). Perché noi abbiamo seminato buon grano! Un nemico, uno che fa concorrenza, è venuto a fare questo. Loro vorrebbero andare subito a strappare via la zizzania che sta crescendo; invece il padrone dice di no, perché si rischierebbe di strappare insieme le erbacce – la zizzania – e  il grano. Bisogna aspettare il momento della mietitura: solo allora si separeranno e la zizzania sarà bruciata. È anche un racconto di buon senso.
Si può leggere in questa parabola una visione della storia. Accanto a Dio – il padrone del campo – che sparge sempre e solo semente buona, c’è un avversario, che sparge la zizzania per ostacolare la crescita del grano. Il padrone agisce apertamente, alla luce del sole, e il suo scopo è un buon raccolto; l’altro, l’avversario, invece, approfitta dell’oscurità della notte e opera per invidia, per ostilità, per rovinare tutto. L’avversario al quale si riferisce Gesù ha un nome: è il diavolo, l’oppositore per antonomasia di Dio. Il suo intento è quello di intralciare l’opera della salvezza, far sì che il Regno di Dio sia ostacolato da operatori iniqui, seminatori di scandali. Infatti, il buon seme e la zizzania rappresentano non il bene e il male in astratto, ma noi esseri umani, che possiamo seguire Dio oppure il diavolo. Tante volte, abbiamo sentito che una famiglia che era in pace, poi sono cominciate le guerre, le invidie …        Continua nell’ ALLEGATO

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EGREGI EVASORI FISCALI… (Luigi Bettazzi)

2a.bettazzi-luigiSul quotidiano Avvenire dell’8 luglio il vescovo emerito Luigi Bettazzi scrive una lettera aperta agli evasori fiscali, che tradiscono Dio e la nazione.

(e-gregio vuol dire infatti “fuori, al di sopra del gregge”, della gente comune) da vescovo più giovane e da presidente di Pax Christi, Movimento internazionale per la pace, m’era venuto di scrivere ai politici del tempo – ad esempio al democristiano Benigno Zaccagnini e al comunista Enrico Berlinguer – invitandoli a essere coerenti con le loro scelte politiche e convergenti al bene della nazione, ora, al termine della mia vita (ho ormai più di 96 anni), mi viene di scrivere una lettera a voi.
La pandemia che stiamo vivendo ci ha obbligati a vivere più ritirati, quindi più pensosi per la nostra vita personale e per il bene della collettività. Ed è così, ad esempio, che ci siamo resi conto del lavoro delle varie mafie che, attente a evitare situazioni più clamorose, come quelle che finiscono in uccisioni e stragi, sfruttano la situazione per aumentare le loro ricchezze, ad esempio con prestiti a usura a chi non riesce a trovare mezzi legali per sovvenire alla mancanza di danaro causata dalla limitazione del lavoro o dalla sua perdita. Al contrario, v’è chi arriva a frodare per avere sovvenzioni a cui non ha diritto.
Questo ci ha fatto pensare come le limitazioni, sia del sistema sanitario antecedente come dei provvedimenti per arginare l’espandersi della pandemia e frenare le crisi dell’industria e delle aziende, derivi anche dalle minori disponibilità economiche dovute anche a quanto viene evaso da chi non paga le tasse, soprattutto di chi, con la ricchezza, riesce a trovare i mezzi per portare i suoi beni nei cosiddetti paradisi fiscali.         Continua nell’ ALLEGATO

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IN BRASILE STA AVVENENDO UN GENOCIDIO!

3a. In Brasile...In questa drammatica lettera aperta, Frei Betto, noto teologo e scrittore brasiliano, denuncia la drammatica situazione in cui si trova il Brasile a causa dell’indifferenza del governo Bolsonaro nei confronti della pandemia da CoViD-19 e delle scelte che hanno condannato a morte migliaia di indigeni in Amazzonia.

Cari amici e amiche,

in questo momento che sto scrivendo, 16 luglio, il Covid, presente da febbraio, ha già ucciso 76 mila persone. Vi sono quasi 2 milioni di contagiati. Questa domenica 19/07 arriveremo a 80.0000 vittime. Ed è possibile che quando leggerai questo appello si arrivi a 100.000 mila vittime.
Quando ricordo che nella guerra del Vietnam, nel corso di 20 anni di storia, 58.000 militari americani furono scarificati, ho la consapevolezza della gravità della situazione nel mio Paese. E questo orrore causa indignazione e rivolta. E noi sappiamo che le misure di precauzione e restrizione, adottate in tanti altri Paesi, avrebbe potuto evitare un numero così alto di morti. Questo genocidio è figlio dell’indifferenza del governo Bolsonaro. Si tratta di un genocidio intenzionale. Bolsonaro si compiace dell’altrui morte. Quando era un deputato federale in un’intervista del 1999 aveva dichiarato: “Tramite il voto non vai cambiare questo Paese, assolutamente in niente! Cambierà il Paese se ci sarà una guerra civile e se faremo ciò che la dittatura militare non ha fatto: uccidere 30 milioni di persone!” Votando per l’impeachment della Presidente Dilma, Bolsonaro offrì il suo voto in memoria del più noto torturatore dell’Esercito, il Colonnello Brilhante Ustra.
Ed è talmente ossessionato dalla morte, che una delle principali politiche del governo è la liberazione del commercio delle armi. Intervistato all’ingresso del Palazzo presidenziale, se non gli importava di tutte le vittime della pandemia, Bolsonaro ha risposto: “Non credo a questi numeri “(7 marzo, 92 morti); “Tutti moriremo un giorno” (29 marzo, 136 morti); “E cosa posso farci?” (28 aprile, 5071 morti).        Continua nell’ ALLEGATO

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PER NECESSITÀ SONO DIVENTATO PARROCO…

4a. padre SambusitiIn questa lettera padre Alberto Sambusiti ci racconta la difficile situazione che si è creata in Cameroun anche a causa della totale mancanza di informazione sulla diffusione del coronavirus. Ognuno fa un po’ quello che vuole e ci si affida alla provvidenza. Per fortuna il movimento terrorista di Boko Haram non si fa sentire.

Maroua  15/07/2020

Cari compaesani e amici tutti, ben ritrovati.
Vi invio qualche notizia per sentirci uniti anche se lontani.
La prima notizia che vi do riguarda la mia salute: sto bene nonostante il coronavirus circoli anche da noi. Riguardo questa pandemia qui da noi non siamo assolutamente informati dalle autorità e allora la gente non crede alla presenza del virus e non mette in pratica le misure disposte dal governo: porto obbligatorio di mascherine, distanziamento delle persone, lavarsi spesso le mani…
In chiesa esigiamo tutte queste norme dai nostri cristiani, ma poi, dopo le funzioni religiose, si mettono le mascherine in tasca, si salutano con la mano, vanno a bere la birra locale tutti insieme. Io cerco di proteggermi con la mascherina quando frequento luoghi pubblici, sopratutto al mercato quando vado a fare la spesa dove circolano centinaia di persone, non c’è altro da fare che affidarsi alla Provvidenza.
Pensate che il Cameroun, su 50 paesi africani, è al sesto posto con 14.000 casi di infetti.        Continua nell’ ALLEGATO

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