Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                                     il 30 giugno scorso è stato ricordato il 60° anniversario dell’indipendenza della Repubblica Democratica del Congo. Un avvenimento abbastanza comune, perché nell’arco di due anni quasi tutti i Paesi africani celebreranno lo stesso anniversario di indipendenza. Tuttavia il caso del Congo, sia per motivi storici che geografici, assume un’importanza particolare e ci porta ad abbozzare qualche riflessione sul COLONIALISMO.
In primo luogo le dimensioni della Repubblica Democratica del Congo e la sua posizione geografica ne fanno uno dei Paesi più significativi del Continente africano. La sua storia coloniale poi ha dell’incredibile in quanto la Conferenza di Berlino del 1885 sancì il Congo come “proprietà personale” del re del Belgio Leopoldo II. E continuò ad essere tale fino al 1908, quando il re, anche a causa delle pressioni di un’opinione pubblica internazionale che non accettava né questa anomalia giuridica né le brutalità di cui si macchiò in oltre vent’anni di dominio assoluto, fu costretto a cedere il “suo” Congo allo stato belga.        Continua nell’ ALLEGATO

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ADERIRE AL VANGELO È DONARSI CON GENEROSITÀ (Angelus, 28-06-2020)

1a. AngelusIn questa domenica, il Vangelo (cfr Mt 10,37-42) fa risuonare con forza l’invito a vivere in pienezza e senza tentennamenti la nostra adesione al Signore. Gesù chiede ai suoi discepoli di prendere sul serio le esigenze evangeliche, anche quando ciò richiede sacrificio e fatica.

La prima richiesta esigente che Egli rivolge a chi lo segue è quella di porre l’amore verso di Lui al di sopra degli affetti familiari. Dice: «Chi ama padre o madre, […] figlio o figlia più di me non è degno di me» (v. 37). Gesù non intende di certo sottovalutare l’amore per i genitori e i figli, ma sa che i legami di parentela, se sono messi al primo posto, possono deviare dal vero bene. Lo vediamo: alcune corruzioni nei governi, vengono proprio perché l’amore alla parentela è più grande dell’amore alla patria, e mettono in carica i parenti. Lo stesso con Gesù: quando l’amore [per i familiari] è più grande di [quello per] Lui non va bene. Tutti potremmo portare tanti esempi al riguardo. Senza parlare di quelle situazioni in cui gli affetti familiari si mischiano con scelte contrapposte al Vangelo. Quando invece l’amore verso i genitori e i figli è animato e purificato dall’amore del Signore, allora diventa pienamente fecondo e produce frutti di bene nella famiglia stessa e molto al di là di essa. In questo senso Gesù dice questa frase. Ricordiamo anche come Gesù rimprovera i dottori della legge che fanno mancare il necessario ai genitori con la pretesa di darlo all’altare, di darlo alla Chiesa (cfr Mc 7,8-13). Li rimprovera! Il vero amore a Gesù richiede un vero amore ai genitori, ai figli, ma se cerchiamo prima l’interesse familiare, questo porta sempre su una strada sbagliata.           Continua nell’ ALLEGATO

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CONFERENZA SULLA SIRIA: 5 MILIARDI DI EURO NEL 2020 PER L’EMERGENZA UMANITARIA (Federica Martiny)

2a. Conferenza SiriaIl 30 giugno 2020 si è tenuta virtualmente la IV Conferenza di Bruxelles sul tema “Sostenere il futuro della Siria e della Regione”, organizzata congiuntamente dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite. La Conferenza ha riunito 84 delegazioni, tra cui 57 Stati, 10 organizzazioni regionali e istituzioni finanziarie internazionali e 17 agenzie dell’ONU. Il ricordo del Papa all’Angelus prima e poi con un tweet.

Un’opportunità per riunire tutti gli attori rilevanti per affrontare efficacemente la situazione attuale, offrire un sostegno continuo agli sforzi dell’Onu per una soluzione politica globale del conflitto siriano e mobilitare il necessario sostegno finanziario per la Siria e i Paesi vicini che ospitano i rifugiati siriani. Ecco il senso della Conferenza, la cui importanza  è stata ricordata anche dal Papa alla fine dell’Angelus del 28 giugno prima e poi in un tweet nella mattinata di martedì 30 giugno.

La conferenza
La conferenza si è aperta con i discorsi dei due presidenti della Conferenza, Josep Borrell Fontelles, alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e vicepresidente della Commissione europea e Mark Lowcock, sottosegretario generale per gli Affari umanitari e coordinatore dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite, che ha presentato un video-messaggio di António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.
Borrell ha voluto sottolineare che questi dieci anni di guerra “hanno causato la peggiore crisi umanitaria dalla Seconda guerra mondiale. Ci sono state più di un milione di vittime e la metà della popolazione totale ha dovuto abbandonare le proprie case.        Continua nell’ ALLEGATO

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“LASCIO IL NIGER, MA NON PADRE GIGI” (P. Vito GIROTTO)

3a. p. VitoSto lasciando definitivamente il Niger, ma in tempo di coronavirus è difficile viaggiare, e poi porto nel cuore un bagaglio molto pesante, fatto di domande e di assenze che mi lasciano perplesso.
Chi conosce la mia prossima partenza da questo paese, dove spesso mi vedeva assieme a p. Pier Luigi Maccalli, mi rivolge la domanda: “Perchè te ne vai quando p. Pier Luigi è ancora prigioniero in Africa?”
Qualcuno aggiunge: “Aspetta un po’, e quando il nostro padre sarà liberato, faremo una grande festa e poi partirete insieme. Continuiamo a pregare: Dio è grande e a lui ci affidiamo”.
Volti di persone, immagini dei 10 anni trascorsi in questo paese del Sahel, progetti realizzati insieme, incontri di programmazione per tante attività pastorali e umanitarie, feste vissute insieme nella goia e nella collaborazione con p. Gigi, mi ritornano continuamente nel cuore in questi giorni in cui sto lasciando fisicamente questa terra di sabbia che è entrata in ogni fessura del mio essere.
Ora la Missione è sulla croce, e la croce che si ergeva sulla collina di Bomoanga, divelta dal piedestallo e quindi ora non più visibile a chi era abituato a scorgerla da lontano, mi richiama il caro amico e confratello, che sta portandone una pesante e nascosta come lui, per violenza, nel deserto del Sahara.
Pochi ci credono, ma i semi del Vangelo trovano sempre fazzoletti di buon terreno, dove rovi e spine non possono impedire loro di germogliare e di portare frutto, anche se il seminatore è lontano. Ma è sempre vicino con la costanza e la speranza che il sudore del suo lavoro e della sua prova non siano dispersi.
Non è una sconfitta quel rapimento avvenuto ventun mesi fa, ma il sigillo della missione che continua con il marchio della croce. E la croce della missione è sempre vittoriosa, nonostante le apparenze umane.
La preghiera che Gigi sta facendo, assieme alla nostra e a quella di tanti amici, sparsi nel mondo, ci dia speranza e gioia di incontralo presto libero, ora che sappiamo che è vivo.
Che il Signore esaudisca questa nostra supplica comunitaria.        p. Vito Girotto, SMA    (da Niamey, Niger)

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CERCHIAMO IN TUTTI I MODI DI AIUTARE LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ

4a. P. Zanchi In attesa prelievoIl Bangladesh è un Paese sovrappopolato dove, nonostante gli appelli governativi, è difficile mantenere le distanze di sicurezza, perché il lockdown fa paura tanto quanto il coronavirus, in quanto limita le possibilità di lavoro. In questa situazione Padre Zanchi e la piccola comunità cristiana si impegnano ad aiutare le famiglie più bisognose.

Carissimi amici cremaschi, grazie per le notizie che mi inviate costantemente.
Il 30 maggio è stato tolto il lockdown, ma qualche giorno prima, nonostante il divieto, in occasione della festa Eid-ul-Fitr, tanti che lavoravano a Dhaka (molto colpita dal Coronavirus) sono tornati, con viaggi avventurosi ai loro villaggi. Dopo 4-5 giorni, finita la festa, c’è stato il grande ritorno. Risultato: grande diffusione del Coronavirus. I nuovi contagiati sono ogni giorno vicino ai 4 mila, i morti tra i 38-45. Il resoconto governativo di oggi 18 giugno è il seguente: totale contagiati 102.292; i morti 1.343, i guariti 40.164. Il problema è che tanti ospedali non hanno o hanno poco le Intensive Care Units (per terapia intensiva), shortage di ventilatori e di ossigeno. Il governo ha diviso le aree in Zone rosse (+ malati), gialle (a rischio) e verdi. Appena un caso è diagnosticato tutte le case attorno cadono sotto un lockdown totale per almeno 15 giorni. Ogni giorno televisione, radio, cellulari, giornali raccomandano di portare la maschera, di lavarsi spesso le mani, di tenere la distanza… ma pare che la gente non ascolti. Infatti al mercato di verdure, pesce, carne c’è sempre ressa, i negozi devono chiudere alle 4 del pomeriggio. I pullman hanno il permesso di circolare con passeggeri distanziati… ma la gente si lamenta che c’è poco rispetto delle regole, soprattutto a Dhaka. Le industrie tessili hanno quasi tutte ripreso a lavorare assicurando il governo di obbedire alle disposizioni date. Nel distretto di Dinajpur si parla di 314 contagiati secondo la mappa che viene pubblicata ogni giorno, e in città due-tre zone sono state dichiarate rosse. Il governo teme che la situazione vada fuori controllo.        Continua nell’ ALLEGATO

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SARÒ LA MAMMA NERA DI UN BAMBINO DI PALERMO (Claudia Brunetto)

5a. YoditYodit, una donna eritrea in Sicilia da 35 anni, ha avuto in affido il minore ospite di una comunità “Ogni giorno che passa basta un suo sorriso per capire che insieme possiamo farcela”

Quando l’ha conosciuto quel bambino non era capace di sorridere. Per Francesco (il nome è di fantasia), sette anni e metà della vita passata in una comunità per minori, mostrarsi felice era soltanto un’azione per accontentare gli altri.
Da 16 mesi, però, tutto è cambiato. Yodit Abraha, 46 anni, nata ad Asmara in Eritrea e a Palermo da quando aveva 11 anni, è diventata la sua nuova mamma. La prima mamma di origine straniera a prendere in affido un bimbo palermitano. Nessuno più di lei, psicologa e mediatrice interculturale che da venti anni lavora nelle comunità e oggi è responsabile di uno Sprar, sa cosa possa significare per un bambino crescere lontano dalla famiglia. «Quando l’ho conosciuto diceva che era brutto e incapace – dice Yodit – Adesso dice di essere bellissimo. I primi mesi non mi sono accorta neanche del colore di suoi occhi, talmente era assente e chiuso in se stesso. Un giorno, d’improvviso, ho scoperto che erano verde smeraldo. A un certo punto è successo qualcosa che ha fatto scattare un legame che cresce ogni giorno di più».
Alla fine del 2018, dopo un lungo periodo di riflessione, Abraha decide di proporsi come mamma affidataria al Comune di Palermo. «La cosa certa – dice la psicologa – è che avrei scelto un minore palermitano. Sono quelli che rischiano di più di crescere nelle comunità, a differenza degli stranieri che vanno subito in adozione o vengono ricongiunti con i loro genitori dopo poco tempo. Ma avevo un grande dubbio: il bambino o la bambina italiana avrebbe voluto una mamma nera?».       Continua nell’ ALLEGATO

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DALLE MASCHERINE ALLE … MASCHERINE

5a Mascherine5b. MascherineIn Uganda la situazione del contagio da CoViD-19 è leggermente migliorata. È ripreso, anche se in misura limitata, il traffico automobilistico e così anche le attività lavorative hanno ricominciato a funzionare. Anche la Cooperativa Wawoto Kacel ha riaperto i battenti, accogliendo le donne che si sono messe immediatamente al lavoro. Per produrre che cosa? Nuove mascherine!

Come avevamo accennato due settimane fa, sul numero 26 della Comunicazione, la vendita di mascherine promossa tra di noi non sarebbe servita solo a sostenere le donne della Cooperativa, costrette all’inattività dal lockdown decretato dal governo ugandese, ma anche e soprattutto a sostenere la produzione di mascherine che in Uganda sarebbero andate a vantaggio dei bambini orfani e vulnerabili, che vengono seguiti attraverso i progetti “Sostegno a distanza” e “Bambini capo famiglia”.

5c Mascherine

5d.MascherineMentre sopra potete osservare le fasi di lavoro delle mascherine fino alla prova generale, qui a fianco potete scegliere le mascherine attualmente in vendita presso l’Ufficio del Centro Missionario, che si trova in via Vescovato n. 10

LE MASCHERINE HANNO ABBONDANTEMENTE SUPERATO LE 100 VENDITE E SONO RIMASTI SOLO POCHI ESEMPLARI. QUINDI AFFRETTARSI PER NON RIMANERE SENZA!

PER ORDINARE LE MASCHERINE CONTATTARE LAURETTA: 339 827 0913

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Il Centro Missionario informa…

NOTIZIE IN BREVE, DA CREMA AL GUATEMALA

AVVISO DI RI-APERTURA
Dopo mesi di chiusura forzata, anche il Centro Missionario e l’Ufficio Migrantes riaprono i battenti. Era ora, dirà qualcuno… È ora diciamo anche noi, contenti di rimetterci a disposizione di tutti coloro che ci cercano, hanno bisogno di noi, vogliono avere informazioni. Anche noi abbiamo bisogno di VOI, cari Amici delle Missioni e dei Migranti, affinché il servizio che ci sforziamo di offrire sia completo.
Gli orari sono quelli di sempre:
martedì e giovedì → ore 15 – 18
sabato                   → ore 9 – 12
Grazie della fiducia e arrivederci a presto.

Nuovo Documento di Microsoft Office Word-1PROGETTO COVID GUATEMALA
La raccolta PROGETTO COVID GUATEMALA ha raggiunto, al 3 luglio 2020, euro 15.250,0010.000 euro son ogià stati inviati a mons. Rosolino.
LA CAMPAGNA PER IL GAUTEMALA CONTINUA!

 

 

 

 

 

 

 

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Untitled

0001a. don Pino

28 giugno 2013 – 28 giugno 2020

Nel settimo anniversario della sua scomparsa

ricordiamo il caro

DON PINO LODETTI,

sacerdote missionario della Diocesi di Crema.

Senza alcuna paura,

don Pino andò nelle lontane periferia del mondo,

ove testimoniò Cristo

con autentica fede, speranza e carità.

Lo ricordiamo oggi al Signore con gratitudine e riconoscenza.

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

i fatti che sono successi a Mondragone sono noti e comunque ad essi è dedicato il terzo articolo a pagina 8. tuttavia quanto è accaduto deve farci riflettere se e quanto la recente pandemia ha cambiato la nostra percezione di ACCOGLIENZA.

Sono significative la parole di don Osvaldo Morelli, direttore della Caritas della diocesi di Sessa Aurunca, alla quale appartiene anche la parrocchia di Mondragone: “La pandemia “ha fatto traboccare il vaso, perché questa situazione esiste da almeno una decina d’anni. Bisognava agire prima”.

Come sta avvenendo anche in tante altre situazioni, il CoViD-19 sta mettendo in evidenza il disagio che già esiste, acuisce le tensioni sociali che vi stanno sotto, facendo infine esplodere tutte le contraddizioni nel modo più violento ed improvviso.

Il caporalato, che per conto di imprenditori senza scrupoli sfrutta per 4 euro all’ora lavoratori bulgari che vivono ammassati in appartamenti piccoli e fatiscenti, pagando affitti in nero sono realtà conosciute da tempo. Il coronavirus ha semplicemente messo in evidenza che, anche se malati, i braccianti devono andare a lavorare perché non hanno alcun ammortizzatore sociale e quindi possono scegliere se morire di fame o morire di pandemia. Così il salto qualitativo è fatto, in quanto da schiavi passano ad essere untori.        Continua nell’ ALLEGATO

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