E SE SBAGLIAMO STRADA?! (p. Dario Bossi)

3. Haddad e Bolsonaro protagonisti del ballottaggioAmerica Latina / Brasile

Jair Bolsonaro è il nuovo presidente del Brasile. Ha sconfitto il candidato del PT (Partito dei Lavoratori) al ballottaggio svoltosi il 28 ottobre con il 55% delle preferenze, contro il 45% dell’avversario. Bolsonaro, ex militare ed esponente dell’estrema destra, è un personaggio molto criticato per le sue posizioni politiche estreme, riassunte nella scheda presentata a parte. Padre Dario Bossi è un missionario comboniano che opera ad Açailândia (Maranhão) nel Nord del Brasile. La sua riflessione è molto interessante perché tocca argomenti che  riguardano molto da vicino anche noi.

É come se fossimo su un’autostrada, ad alta velocità, davanti a un bivio. Compare quell’angoscia di non sbagliare strada, perché -una volta imboccato il cammino errato- non si può tornare indietro.     Continua nell’ ALLEGATO

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CHI È BOLSONARO? (Redazione)

Jair Bolsonaro, di lontane origini italiane (di Anguillara Veneta erano nativi i suoi bisnonni), fu eletto deputato federale al Parlamento nel 1991, militando sempre in partiti conservatori e nazionalisti. Fece scalpore nel 1993 quando in un discorso si disse estimatore del passato regime militare in Brasile (1964-1985) aggiungendo che la democrazia non era in grado di risolvere i gravi problemi che affliggevano il paese. Nel 2016 annunciò la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2018. Considerato poco più di un outsider, con l’esclusione di Lula saldamente in testa ai sondaggi perché condannato, Bolsonaro comincia a raccogliere i favori degli industriali nazionali e internazionali, degli agrari, di moltissime sette evangeliche, fino a sconfiggere di 10 punti il suo avversario, esponente dello stesso partito di Lula, diventando così il 38° Presidente del Brasile. Di seguito un campionario delle sue esternazioni che lo hanno reso “famoso” in tutto il mondo.      Continua nell’ ALLEGATO

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IL MAGGIOR BISOGNO DEL MONDO ARABO È LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE (Jamal Khashoggi)

Asia/4. KhashoggiArabia Saudita

Una nota di Karen Attiah, redattrice di Global Opinions: Ho ricevuto quest’articolo dal traduttore e assistente di Jamal Khashoggi il giorno dopo che Jamal è stato denunciato come disperso a Istanbul. Il [W.] Post ne ha rimandata la pubblicazione perché speravamo che Jamal tornasse e io e lui potessimo redigerlo compiutamente insieme. Adesso devo accettare che ciò non succederà. Questo è l’ultimo suo pezzo di cui curerò l’edizione per il Post. Questo articolo cattura perfettamente il suo impegno e la sua passione per la libertà nel mondo arabo. Una libertà per cui ha evidentemente dato la vita. Sarò sempre grata che abbia scelto il Post come sua definitiva casa giornalistica un anno fa e ci abbia dato l’occasione di lavorare insieme.

Stavo recentemente guardando online il Rapporto 2018 “Freedom in the World” [Libertà nel mondo] edito dalla Freedom House e sono giunto a rendermi conto di qualcosa di grave. C’è solo un paese nel mondo arabo classificato come “libero”, ed è la Tunisia. Giordania, Marocco e Kuwait vengono per secondi, classificati “parzialmente liberi”. Il resto dei paesi nel mondo arabo sono classificati come “non liberi”. Ne risulta che gli arabi che vivono in questi paesi sono uniformati o mal-informati.     Continua nell’ ALLEGATO

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UN CONTRIBUTO ALLA RICOSTRUZIONE ANCHE DA CREMA (Centro Missionario Diocesano)

GUATEMALAAmerica Latina/Guatemala

Quello che accadde in Guatemala con l’eruzione del Volcán de Fuego fu paragonato, sia dal punto di vista scientifico che umano, alla tragedia di Pompei. A differenza di quanto avvenuto venti secoli fa, la solidarietà ha ridato una speranza. L’aiuto della Chiesa di Crema.

Tutti noi ricordiamo la tragedia che il 3 giugno scorso si abbatté sul Guatemala, quando il Volcán de Fuego, un vulcano alto quasi 3.800 metri è stato all’origine di una tragedia costata 110 morti, 197 dispersi e danni incalcolabili. La gente è stata colta di sorpresa perché l’attività eruttiva era iniziata in sordina, traendo in inganno le stesse autorità, abituate a questo tipo di eruzioni. Il dramma si è manifestato in pieno nel pomeriggio, quando una serie di violentissime esplosioni ha lanciato in cielo, a migliaia di metri di altezza, una grande quantità di materiale, pari a oltre 30 milioni di metri cubi di detriti vulcanici, che è poi ricaduta sui paesi che circondano la montagna.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL DIO CHE FA USCIRE I CANARINI

6. Luca MoscatelliSulle necessità, la fatica e la benedizione di abbandonare la “gabbia”

Per molti dei presenti il titolo era sembrato quantomeno buffo, per questo Luca Moscatelli, il biblista di Milano che ha guidato il Ritiro preparatorio all’Avvento, ha voluto chiarire il senso un po’ provocatorio, ma profondamente vero, della metafora dei canarini.

La gabbia con le sue grate protettive, ma con l’ampia visuale che offre di ciò che sta fuori rappresenta molto bene l’eterno dilemma tra una vita sicura e tranquilla, ma limitata e limitante e una vita libera con tutti i rischi e i pericoli, ma anche aperta alle infinite potenzialità che essa offre.
Questa è la vita dei canarini in gabbia. Saltellano credendo di volare, ma hanno la soddisfazione di vedere a pochi centimetri le smorfie di un gatto che cerca inutilmente di introdurre una zampa tra le sbarre. Succederà qualcosa ad uscire? Certo tutto quello che c’è fuori è attraente,  è vario, è sempre in cambiamento. E poi stare in gabbia è come vivere nella realtà che sta fuori.     Continua nell’ ALLEGATO

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DIO NON MISURA LA QUANTITÀ MA LA QUALITÀ (Papa Francesco Angelus 11/11/18)

1. PapaL’odierno episodio evangelico (cfr Mc 12,38-44) chiude la serie di insegnamenti impartiti da Gesù nel tempio di Gerusalemme e pone in risalto due figure contrapposte: lo scriba e la vedova. Ma perché sono contrapposte? Lo scriba rappresenta le persone importanti, ricche, influenti; l’altra – la vedova – rappresenta gli ultimi, i poveri, i deboli.

In realtà, il giudizio risoluto di Gesù nei confronti degli scribi non riguarda tutta la categoria, ma è riferito a quelli tra loro che ostentano la propria posizione sociale, si fregiano del titolo di “rabbi”, cioè maestro, amano essere riveriti e occupare i primi posti (cfr vv. 38-39). Quel che è peggio è che la loro ostentazione è soprattutto di natura religiosa, perché pregano – dice Gesù – «a lungo per farsi vedere» (v. 40) e si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge. E questo atteggiamento di superiorità e di vanità li porta al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa, come il caso delle vedove.    Continua nell’ ALLEGATO

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LASCIARE, RINCUORARE, TENDERE LA MANO, TRE AZIONI PER AIUTARE CHI HA BISOGNO (Papa Francesco)

2. Manifesto Giornata M. PoveriOmelia del santo padre Francesco durante la Santa Messa celebrata nella Basilica di San Pietro in occasione della Giornata Mondiale dei poveri 

Guardiamo a tre azioni che Gesù compie nel Vangelo.
La prima. In pieno giorno, lascia: lascia la folla nel momento del successo, quand’era acclamato per aver moltiplicato i pani. E mentre i discepoli volevano godersi la gloria, subito li costringe ad andarsene e congeda la folla (cfr Mt 14,22-23). Cercato dalla gente, se ne va da solo; quando tutto era “in discesa”, sale sul monte a pregare. Poi, nel cuore della notte, scende dal monte e raggiunge i suoi camminando sulle acque agitate dal vento. In tutto Gesù va controcorrente: prima lascia il successo, poi la tranquillità. Ci insegna il coraggio di lasciare: lasciare il successo che gonfia il cuore e la tranquillità che addormenta l’anima.    Continua nell’ ALLEGATO

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JIHADISTI ALL’ATTACCO, PRIGIONIERI IN PREGHIERA (Redazione)

3. primopiano_7058Africa-Niger
Nonostante l’impegno e gli sforzi del governo del Niger per contrastare l’attività dei gruppi terroristici, un nuovo attacco jihadista ha colpito la zona di Makalondi, vicino a Bomoanga, al confine con il Mali e il Burkina Faso. Tutto questo mentre nel carcere di Abidjan, in Costa d’Avorio, i detenuti cristiani pregano per padre Maccalli.

Fonti ufficiali di Niamey hanno riferito che il ministro della Difesa nigerino Kalla Moutari ha invitato i capi locali della zona a collaborare con le Forze di difesa e sicurezza (FDS) che operano contro i terroristi. Moutari, in viaggio di perlustrazione nella zona occidentale del Paese, ha visitato, in particolare, le unità militari impegnate a rintracciare banditi armati operanti nell’area tra il Niger, il Burkina Faso e il Mali. Il Ministro ha detto alle truppe: “I gruppi che vogliono imporre la loro volontà con la forza perderanno la battaglia, perché non difendono alcun valore.    Continua nell’ ALLEGATO

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MARCIA E VEGLIA DI PREGHIERA DIOCESANA PER PADRE MACCALLI

Come annunciato si è svolta sabato scorso 17 novembre la Marcia e la Veglia diocesana per chiedere la liberazione di padre Gigi MACCALLI. Di seguito riportiamo l’intervento di apertura e successivamente l’intervento del vescovo mons. Daniele Gianotti

4. Foto striscionePRESENTAZIONE DELLA MARCIA

Buona sera a tutte! Buona sera a tutti!

E grazie per essere intervenuti!

Questa mattina siamo stati svegliati dalla notizia della solita strage quotidiana, questa volta ai danni di profughi della Repubblica Centroafricana, gente inerme e già provata dalla vita.    Continua nell’ ALLEGATO

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ANCHE NOI SIAMO PRIGIONIERI, MENTRE CI CREDIAMO LIBERI…(Vescovo Daniele

5. Fedeli presentiOmelia del vescovo Daniele per la Veglia di preghiera per padre Gigi Maccalli

Da qualche parte, nella notte che avvolge la sorte di tanti nostri fratelli e sorelle prigionieri, sequestrati, ridotti al silenzio perché la loro parola non disturbi, o usati come scudi umani o come strumenti di pressione o di ricatto, da qualche parte, dicevo, qualcuno di loro canta inni a Dio: come Paolo e Sila in prigione a Filippi, secondo il racconto degli Atti che abbiamo ascoltato all’inizio di questo momento di preghiera (At 16,22-34).
Da qualche parte, nella notte, qualcuno di questi sequestrati canta, e tutti gli altri prigionieri stanno ad ascoltarli. Quelli che riescono a cantare – non necessariamente con la voce, il più delle volte, anzi, e probabilmente, solo nel cuore, e anche riuscendo, chissà come, a dormire… – lo fanno anche per tutti gli altri: per quelli che non ci riescono, che si sentono muti, angosciati non tanto per sé, quanto per le loro comunità, le loro famiglie, le Chiese e la gente che vorrebbero servire e aiutare, mentre sono ridotti all’impotenza…    Continua nell’ ALLEGATO

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