BEATI GLI OPERATORI DI PACE (Vescovo + Ivo MUSER)

1. beatioperatoripaceCare sorelle, cari fratelli della nostra diocesi di Bolzano-Bressanone!

Cento anni fa, nel periodo attorno ad Ognissanti e al Giorno dei defunti, si concludeva una guerra spaventosa. Deve colpirci e indurci a riflettere il fatto che in questo incendio di vaste proporzioni che chiamiamo Prima guerra mondiale si fronteggiarono soprattutto cristiani e nazioni che con naturalezza si dicevano “cristiane“.

La guerra fu voluta da molti
“Dio onnipotente, re del cielo e della terra, re delle schiere della guerra e sostegno del mondo, benedici con il tuo sangue innocente le armi imperiali … Conserva i combattenti nella loro fedeltà incrollabile e guidali in battaglie colme di fiducia sino alla felice vittoria!” Questa preghiera per i soldati fu pronunciata da un mio predecessore, il principe vescovo Franz Egger di Bressanone. Già nella sua lettera pastorale del 30 luglio 1914, quindi due giorni dopo l‘inizio ufficiale della guerra, scriveva: “Se mai c’è stata una guerra giusta, allora è sicuramente quella attuale.”
Mentre papa Benedetto XV con perseveranza esortava alla pace e definiva questa guerra “inutile strage“, un suicidio dell’Europa civilizzata, l’entusiasmo bellico contagiò ampie parti non solo d’Europa ma anche della nostra popolazione. La guerra non scoppiò inaspettata, bensì fu preparata a lungo nelle menti, nella politica, nella cultura e nella scienza, nell’economia e anche nella religione. Questo conflitto – oggi dobbiamo ammetterlo con onestà – fu voluto da molti e quasi comunemente definito “una guerra santa“, talvolta anche un “giudizio divino“ nei confronti di quanti erano considerati nemici della fede e della patria.      Continua nell’ ALLEGATO

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LA CROCE DI SABBIA NEL SAHEL (Mauro ARMANINO)

2. Croce-sabbia-22-10-18Si sta spegnendo, nel caldo, questa giornata missionaria nel Niger. La prima e l’unica di Pierluigi Maccalli, portato via dalla sabbia oltre un mese fa e da mani, piedi e moto, ignare del mese missionario che si avvia con pazienza al termine. La prima passata in schiavitù e l’unica per il senso della missione che da questo giorno sgorga come uno dei pozzi che ha fatto scavare nei villaggi che conosceva a menadito.

La missione è una croce di sabbia. È quella croce che Pierluigi sta scavando dal 17 di settembre scorso, di giorno e soprattutto la sera. Il sole, stanco del viaggio e del calore parte per riposare e lascia alla luna il compito di attraversare la notte. Scava con le mani e soprattutto col la mente che vorrebbe trovarsi lontano, libera, per attraversare i sentieri e le piste in attesa di una buona notizia.    Continua nell’ ALLEGATO

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A RADIO MARIA LIBERIA OGNI GIORNO SI RICORDA E SI PREGA PER IL MISSIONARIO RAPITO IN NIGER

Africa/Liberia

index“A Radio Maria Liberia tutti i giorni si fa una preghiera per la liberazione di mio fratello p. Gigi Maccalli”: lo racconta all’Agenzia Fides p. Walter Maccalli, fratello del missionario rapito in Niger. I due sono entrambi missionari della Società per le Missioni Africane (SMA). Dopo anni di missione in Costa d’Avorio e in Angola, p. Walter Maccalli ha così raccontato a Fides il suo arrivo nella nuova missione a Foya in Liberia: “Arrivato a Monrovia, padre Garry, Superiore regionale della Liberia, mi ha invitato a conoscere la sua parrocchia, a Bomi, circa 60 km da Monrovia. È nella sua parrocchia, durante una messa solenne, che i cristiani liberiani mi hanno riservato il rito tradizionale di accoglienza e benvenuto nel loro paese: abbiamo mangiato insieme un pezzetto di noce di kola. Mercoledì 17 ottobre ho accompagnato p. Firmin alla radio cattolica, Radio Maria Liberia, dove conduce un programma di catechesi. Siamo rimasti anche per la messa, celebrata in francese, per gli ascoltatori francofoni, e abbiamo pregato per la liberazione di p. Gigi”.
P. Walter ha condiviso i ricordi della guerra civile liberiana: “In quegli anni avevamo accolto molti rifugiati a Tabou e a San Pedro, in Costa d’Avorio. Tra di loro anche un Vescovo e molte suore”, ricorda.
Il missionario è poi partito per Foya, nella diocesi di Gbarnga e, dopo un viaggio irto di ostacoli, è giunto nella comunità, dove domenica 21 ottobre, Giornata Mondiale per le Missioni, ha celebrato la messa nella sua nuova parrocchia, accolto con gioia dai parrocchiani.   SG/AP – Agenzia Fides – 23/10/2018

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La migrazione è solo la punta dell’iceberg della sofferenza di milioni di persone. (CE – Agenzia Fides)

4. Marcia America“La migrazione, sia in America centrale che in Messico, è solo la punta dell’iceberg della sofferenza di milioni di persone per la povertà,   l’ingiustizia, la violenza e la corruzione” si legge nell’editoriale del Servizio di informazione dell’Arcidiocesi di Messico (Siame) inviato a   Fides. Sotto il titolo “Il nostro dovere verso i migranti”, l’editoriale invita a una seria riflessione di quanto accade in Messico in questi giorni.
“Migliaia di fratelli dell’America Centrale – principalmente dell’Honduras – oggi attraversano il nostro territorio, in un esodo storico che   insegue il ‘sogno americano’. La carovana di migranti è una sfida per il Messico” si legge nel testo. “Per la Chiesa cattolica, nessun essere umano è illegale, e questa legittima manifestazione di migliaia di persone che cercano la loro sopravvivenza o un minimo di decoro nel loro stile di vita, deve andare oltre i sospetti, le indicazioni e le implicazioni politiche o legali, perché costituisce un grido di denuncia dello  ‘sfollamento silenzioso e disumano’, come hanno affermato i Vescovi messicani, che non hanno esitato a mobilitarsi per fornire assistenza   ai migranti”.       Continua nell’ALLEGATO
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ASIA BIBI È STATA ASSOLTA E FINALMENTE SARÀ LIBERATA (Redazione)

ASIANell’udienza celebrata il 31 ottobre e apertasi alle 9,00 del mattino, un collegio di tre magistrati, la Corte Suprema del Pakistan, guidato dal presidente della stessa Corte, il giudice Mian Saqib Nisar, ha dichiarato innocente la donna cristiana condannata a morte nel 2010 per presunta blasfemia, ordinandone il rilascio immediato.

La sentenza della Corte Suprema del Pakistan che ha assolto Asia Bibi, evitandole così l’impiccagione per il reato di blasfemia, è arrivata in un’aula blindata dove la donna, cattolica e madre di cinque figli, in carcere da 3.421 giorni, non era presente.
Sembrava così concludersi una vicenda che ha tenuto banco in Pakistan negli ultimi anni, soprattutto legata all’abuso della legge sulla blasfemia, tirata in ballo in vendette private.
Tant’è vero che lo stesso avvocato di Asia Bibi, il musulmano Saiful Malook, ha dichiarato:”È una grande notizia per il Pakistan e per il resto del mondo. Asia Bibi ha ottenuto giustizia”.     Continua nell’ ALLEGATO

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Liberate padre Gigi Maccalli MARCIA E VEGLIA DI PREGHIERA IN DUOMO

immagini.quotidiano.netQuella di sabato 17 novembre sarà insieme una MARCIA e una VEGLIA di preghiera per ricordare, insieme al nostro padre Gigi Maccalli, tutte le persone che, come lui, sono state rapite e non più rilasciate a motivo del loro impegno di testimonianza del Vangelo.
Sarà un avvenimento DIOCESANO perché attorno al nostro Vescovo tutti i fedeli della diocesi di Crema si ritroveranno a pregare e nello stesso tempo a testimoniare per il primo e più fondamentale di tutti i diritti umani: la libertà.
Per questo il corteo sarà aperto da uno striscione che riporterà una scritta semplice quanto essenziale: liberate padre Gigi.
La Veglia sarà anche un modo per riconoscere il valore degli  incontri di preghiera e iniziative fino ad ora promossi in tante chiese del nostro territorio. Una per tutte quelle sostenute con fedeltà e generosità dalla parrocchia nativa di padre Gigi Madignano.     Continua nell’ ALLEGATO

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Il prossimo è la persona che incontro nelle mie giornate. (Papa Francesco Angelus 04/11/18)

1. AngelusAl centro del Vangelo di questa domenica (cfr Mc 12,28b-34), c’è il comandamento dell’amore: amore di Dio e amore del prossimo. Uno scriba chiede a Gesù: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?» (v. 28). Egli risponde citando quella professione di fede con cui ogni israelita apre e chiude la sua giornata e che comincia con le parole «Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore» (Dt 6,4).

In questo modo Israele custodisce la sua fede nella realtà fondamentale di tutto il suo credo: esiste un solo Signore e quel Signore è “nostro” nel senso che si è legato a noi con un patto indissolubile, ci ha amato, ci ama e ci amerà per sempre. È da questa sorgente, questo amore di Dio, che deriva per noi il duplice comandamento: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza. […] Amerai il tuo prossimo come te stesso» (vv. 30-31).

Scegliendo queste due Parole rivolte da Dio al suo popolo e mettendole insieme, Gesù ha insegnato una volta per sempre che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro. Pur se posti in sequenza, essi sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente! Amare Dio è vivere di Lui e per Lui, per quello che Lui è e per quello che Lui fa. E il nostro Dio è donazione senza riserve, è perdono senza limiti, è relazione che promuove e fa crescere. Perciò, amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità.      Continua nell’ ALLEGATO

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PAOLO VI E OSCAR ROMERO, I PRIMI «MARTIRI DEL CONCILIO» (Bartolomeo SORGE )

Durante il Sinodo de dicato ai giovani, papa Francesco canonizzerà nello stesso giorno due figure importanti della Chiesa del Concilio  Vaticano II: papa Paolo VI e mons. Oscar Romero. Le riflessioni di p. Bartolomeo Sorge, direttore emerito di Aggiornamenti Sociali, che fanno appello anche ai ricordi personali degli scambi avuti con entrambi, mettono in luce le ragioni di questa scelta. 
Il 14 ottobre 2018 papa Francesco proclamerà santi papa Paolo VI e mons. Oscar Romero, l’arcivescovo di San Salvador, difensore dei campesinos , ucciso sull’altare il 24 marzo 1980 dagli squadroni della morte. È una canonizzazione che riveste un significato eccezionale, che va molto al di là della elevazione agli altari di due nuovi santi.       Continua nell’  ALLEGATO
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IL CONGO NEL CAOS TRA EBOLA E MASSACRI, L’ALLARME DEI VESCOVI (La Stampa)

EBOLALa situazione sembra precipitare nel Paese africano, in preda ad una crisi tra le quattro peggiori del mondo. Le recenti violenze rendono difficile l’isolamento del virus
La tragedia in cui è precipitata la Repubblica Democratica del Congo non sembra avere fine. Il Paese, teatro di sanguinosi conflitti e scontri susseguitisi, con brevi pause, praticamente dal 1960, anno dell’indipendenza dal Belgio, è ormai sprofondato in una fase drammatica che lo
fa annoverare tra le quattro peggiori crisi in atto nel mondo accanto a Siria, Yemen e Sud Sudan. Il momento che si appresta a vivere, prima di una tornata elettorale tra le più travagliate della sua storia (23 dicembre), presenta alcuni aspetti inquietanti. All’instabilità politica ormai perdurante da anni dovuta al rifiuto del presidente Kabila a farsi da parte, si aggiungono l’ennesima esplosione del virus Ebola (un centinaio di morti accertate e 150 casi confermati nelle due enormi province del Kivu settentrionale e dell’Ituri) e la situazione di violenza diffusa che sfocia spesso in veri e propri massacri in varie zone del Paese.      Continua nell’ ALLEGATO
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L’AMORE FERITO PUÒ ESSERE SANATO DA DIO (Papa FrancescoAngelus 07/10/18)

1b. angelusll Vangelo di questa domenica (cfr Mc 10,2-16) ci offre la parola di Gesù sul matrimonio. Il racconto si apre con la provocazione dei farisei  che chiedono a Gesù se sia lecito a un marito ripudiare la propria moglie, così come prevedeva la legge di Mosè (cfr vv. 2-4).
Gesù anzitutto, con la sapienza e l’autorità che gli vengono dal Padre, ridimensiona la prescrizione mosaica dicendo: «Per la durezza del vostro cuore egli – cioè l’antico legislatore – scrisse per voi questa norma» (v. 5). Si tratta cioè di una concessione che serve a tamponare le falle prodotte dal nostro egoismo, ma non corrisponde all’intenzione originaria del Creatore. E qui Gesù riprende il Libro della Genesi: «Dall’inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due
diventeranno una carne sola» (vv. 6-7). E conclude: «Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (v. 9). Nel progetto originario del Creatore, non c’è l’uomo che sposa una donna e, se le cose non vanno, la ripudia. No. Ci sono invece l’uomo e la donna chiamati a riconoscersi, a completarsi, ad aiutarsi a vicenda nel matrimonio.     Continua nell’ ALLEGATO
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