LA CHIESA DELLE GENTI (Roberto Beretta)

    A Milano abbiamo bisogno non solo di essere Chiesa “in uscita”, ma anzitutto di lasciarci coinvolgere “in entrata” da altri modi di essere cristiani44-14
A dispetto delle critiche anche feroci che già circolano in rete, tutte intra-cattoliche e relative al presunto basso profilo del nuovo arcivescovo di Milano rispetto ai predecessori (ma dove sta scritto che tutti i vescovi cristiani debbano essere un Carlo Maria Martini?), trovo che la prima iniziativa di Mario Delpini sia effettivamente molto azzeccata – e pure coraggiosa.
Il neo-reggente della Chiesa ambrosiana ha infatti indetto un Sinodo minore” di tutta la diocesi, dedicato a «La Chiesa dalle genti»: in pratica un percorso di riflessione e studio che dovrebbe impegnare tutte le componenti ecclesiali locali sul tema dell’integrazione tra cattolici di lingue e culture diverse; ormai gli immigrati sono numerosi, molti tra loro sono cattolici o almeno cristiani: come vivere la fede nelle parrocchie sempre più multietniche? «Il percorso avviato dall’arcivescovo – recita l’annuncio – nasce dall’esigenza di aggiornare l’azione pastorale alla luce dei cambiamenti sociali prodotti dai flussi migratori».
Attenzione: non si parlerà di accoglienza dei migranti o carità verso gli stranieri; ma di evitare «due rischi, l’uno speculare all’altro: da un lato, che i cristiani migranti, una volta giunti a Milano, debbano pregare e celebrare solo tra di loro, per gruppi etnici o linguistici; dall’altro, che siano i cristiani “stranieri” a doversi adeguare al modo di essere Chiesa preesistente».
La proposta mi piace molto, non solo perché già in passato ne avevo scritto anche qui a proposito della fede delle badanti di religione cristiana. Ma pure perché purtroppo riscontro (e anche di questo abbiamo già parlato) una incredibile chiusura, un ripiegamento su se stessa della Chiesa in cui vivo – appunto quella ambrosiana -, che invece di solito era nota per essere una di quelle più “avanzate”, se non “profetiche”.
I cristiani lombardi (e questo non è certo colpa del povero Delpini…) non sono affatto “in uscita”, anzi mostrano una tendenza a mantenere lo status quo, a considerare la religione come difesa del loro discreto e piccolo borghese benessere, cosa che – tra l’altro – contrasta clamorosamente con la loro nota intraprendenza economica e la disponibilità all’innovazione. Sto ragionando come sempre per categorie generali, perché ovviamente (e per fortuna) le eccezioni di singoli e comunità ci sono, però mi pare una tendenza maggioritaria.
Me la segnalava anche il parroco di una popolosa città dell’hinterland milanese: proprio i “più vicini” alla chiesa (e stavolta lo scrivo minuscolo intenzionalmente) appaiono anche i più ottusamente legati a un pensiero di gretta conservazione che non è affatto cattolico: nel senso anzitutto di universale, e poi anche di generoso e fraterno. Ben azzeccata dunque la multietnica cura Delpini: a Milano abbiamo bisogno non solo di essere Chiesa “in uscita”, ma anzitutto di lasciarci coinvolgere “in entrata” da altri modi di essere cristiani. Per svecchiarci; per metterci in questione; anche per far ripartire una fiducia nel futuro che ci farebbe un gran bene: non solo in quanto credenti.
Roberto BERETTA – Vino Nuovo – 07.12.2017

SANTO NATALE 2017

SANTO NATALE 2017

 natale    ...i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli.     (Lc  2,31-32)

      …mis ojos han visto la salvación que preparaste delante de todos los pueblos     (Lc 2,31-32)

     …my eyes have seen your salvation, which you prepared in sight of all the peoples (Lk 2,31-32)

     …mes yeux ont vu ton salut, salut que tu as préparé devant tous les peuples      (Lc 2,31-32)

     …os meus olhos já viram a tua salvação a qual tu preparaste ante a face de todos os povos (Lc 2,31-32)

 

PERCHE’ NON FAI NIENTE?

Tante volte ti ho chiesto Signore:

Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame?
Perché non fai niente per quelli che sono malati?
Perché non fai niente per quelli che non conoscono l’amore?
Perché non fai niente per quelli che subiscono le ingiustizie?
Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra?
Perché non fai niente per quelli che non ti conoscono?

Io non capivo, Signore.
Allora tu mi hai risposto: Io ho fatto tanto;
Io ho fatto tutto quello che potevo fare:
Io ho creato te!

Ora capisco, Signore.
Io posso sfamare chi ha fame.
Io posso visitare i malati.
Io posso amare chi non è amato.
Io posso combattere le ingiustizie.
Io posso creare la pace.
Io posso far conoscere te.
Ora ti ascolto, Signore.

Ogni volta che incontro il dolore tu mi chiedi:
Perché non fai niente?

TANTI AUGURI di BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO a TUTTI
Il Centro Missionario Diocesano – Crema

L’AUTORITÀ NASCE DAL BUON ESEMPIO (Papa Francesco – Angelus 05.11.17)

1Il Vangelo di oggi (cfr Mt 23,1-12) è ambientato negli ultimi giorni della vita di Gesù, a Gerusalemme; giorni carichi di aspettative e anche di tensioni. Da una parte Gesù rivolge critiche severe agli scribi e ai farisei, dall’altra lascia importanti consegne ai cristiani di tutti i tempi, quindi anche a noi.

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Egli dice alla folla: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che dicono». Questo sta a significare che essi hanno l’autorità di insegnare ciò che è conforme alla Legge di Dio. Tuttavia, subito dopo, Gesù aggiunge: «ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno» (v. 2-3). Fratelli e sorelle, un difetto frequente in quanti hanno un’autorità, sia autorità civile sia ecclesiastica, è quello di esigere dagli altri cose, anche giuste, che però loro non mettono in pratica in prima persona. Fanno la doppia vita.                                                        L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

RISTABILIRE CIÒ CHE VERAMENTE CONTA E CIÒ CHE È MENO IMPORTANTE (Papa Francesco – Angelus 27.10.17)

In questa domenica la liturgia ci presenta un brano evangelico breve, ma molto importante (cfr Mt 22,34-40). L’evangelista Matteo racconta che i farisei si riuniscono per mettere alla prova Gesù. Uno di loro, un dottore della Legge, gli rivolge questa domanda: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?» (v. 36).

Carissimi Fratelli e Sorelle,
È una domanda insidiosa, perché nella Legge di Mosè sono menzionati oltre seicento precetti. Come distinguere, tra tutti questi, il grande comandamento? Ma Gesù non ha alcuna esitazione e risponde: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». E aggiunge: «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (vv. 37.39).
Questa risposta di Gesù non è scontata, perché, tra i molteplici precetti della legge ebraica, i più importanti erano i dieci Comandamenti, comunicati direttamente da Dio a Mosè, come condizioni del patto di alleanza con il popolo.                                                                                                                                                L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

ZIMBABWE S.P.A LICENZIA IL SUO AMMINISTRATORE DELEGATO (Buongiorno Africa)

42-1In Zimbabwe, a vicenda conclusa e nuovo presidente installato al potere cominciano a filtrare i termini dell’accordo concluso da Mugabe (la sua famiglia e il suo entourage) e il nuovo regime, cioè i militari che hanno preso il potere.

L’intesa sembra più quella che regola l’uscita di scena di un amministratore delegato da una impresa che ha guidato, con un certo successo, fino a quel momento. Ecco ciò che filtra dalle maglie del potere: una buonuscita di dieci milioni di dollari è stata assicurata a Robert Mugabe e alla moglie Grace, per le dimissioni del primo e l’uscita di scena della seconda. A Mugabe è stata garantita l’immunità e la garanzia che non ci saranno azioni contro gli estesi interessi imprenditoriali della sua famiglia, oltre al versamento, fino alla morte, di uno stipendio di 150mila dollari (alla sua morte, la metà della cifra sarà corrisposta alla moglie).
Cinque milioni in contanti saranno versati a Mugabe immediatamente, e il resto nei prossimi mesi. La coppia potrà rimanere nella lussuosa villa di Blue Roof, ad Harare, e lo stato si farà carico delle loro spese mediche, domestiche, per la sicurezza, oltre che dei viaggi all’estero. L’accordo è stato definito dall’entourage di Emmerson Mnangagwa, il nuovo presidente, e quello di Mugabe.
Nell’accordo non è previsto nulla, ovviamente, per i sedici milioni di abitanti dello Zimbabwe che hanno festeggiato per l’uscita di scena di Mugabe e la moglie e dato, involontariamente, il loro appoggio alla cricca di militari che ora potrà continuare ad arricchirsi senza ulteriori intoppi. Raffaele MASTO – Buongiorno Africa – 26.11.17

FESTIVAL DELLA MISSIONE, PREMIATI TRE TESTIMONI CON GLI ULTIMI (Andrea Galli)

42-2Consegnato il premio «Cuore amico» a tre testimoni della Chiesa «povera fra i poveri»

Se c’è un’occasione in cui, ogni anno, si può intravedere il bene straordinario che i circa 8.000 missionari italiani sparsi nel mondo seminano lontano dai riflettori, è il premio Cuore Amico, l’“Oscar” della missionarietà. È il riconoscimento (con annessi 50mila euro a   testa) che viene assegnato dalla “Cuore Amico Fraternità onlus”, associazione fondata nel 1980 dal sacerdote bresciano don Mario Pasini per il sostegno alla missione ad gentes. La premiazione di sabato, a Palazzo della Loggia a Brescia, moderata da Licia Colò, è stata uno degli appuntamenti più seguiti del Festival nazionale della missione che si è chiuso domenica 15 ottobre.                                                  L’articolo continua nell’ ALLEGATO

ATTACCO NEL SINAI: LA PENISOLA È LA NUOVA FRONTIERA DELL’ISIS (Enrico Casale)

42-3«Quella del Sinai, in Egitto, è una storia travagliata. L’attacco di ieri si inserisce in una situazione di irrequietezza della penisola». A parlare è Giuseppe Dentice, dottorando dell’Università Cattolica di Milano e ricercatore dell’Ispi. A lui abbiamo chiesto di contestualizzare l’attentato alla moschea di Al Rawdah che ha fatto 305 morti e decine di feriti (ma il bilancio non è ancora definitivo).  

Il Sinai da sempre è una regione instabile, perché?
La penisola del Sinai è abitata da tribù beduine. Queste, da sempre, si sentono trascurate dal governo centrale. Chiedono maggiore presenza delle autorità, più servizi alla popolazio- ne, maggiore attenzione ai problemi del territorio. Il malcontento è andato covando negli anni. Su di esso, recentemente, si è innestato il morbo terrorismo. Al Qaeda, prima, e Isis, oggi. I jhadisti si sono erti a paladini dei beduini.                                                                                                                                                 L’articolo continua nell’ ALLEGATO

MISSIONARI: PAPA FRANCESCO DIA AI CRISTIANI BENGALESI IL CORAGGIO DI USCIRE E ANNUNCIARE (AsiaNews)

42-4Il pontefice è atteso a Dhaka dal 30 novembre al 2 dicembre. La speranza è che “l’uomo che giunge da lontano spinga la  comunità cristiana ad uscire dalle proprie case e annunciare il Vangelo”. I cristiani bengalesi “siano più missionari tra la gente”.

La visita di papa Francesco in Bangladesh “dia alla piccola comunità cristiana il coraggio di uscire dalla propria periferia e rendere la Chiesa davvero missionaria attraverso un’evangelizzazione che non guardi ai grandi numeri, ma alla qualità dell’annuncio del Vangelo”. È quanto sperano due sacerdoti missionari in Bangladesh. Ad AsiaNews raccontano come la popolazione, cristiana e non, ha accolto la notizia del viaggio del pontefice. Se per i cristiani la visita è un “grande riconoscimento della loro fede”, per il resto della popolazione “papa Francesco rimane un personaggio sconosciuto”. Per questo, sottolineano, ciò che sperano è che questo viaggio “spinga i cristiani, in maggioranza tribali, a non essere più chiusi in se stessi, ma diffondere il messaggio di Cristo”.                                                                                                                                                 L’articolo continua nell’ ALLEGATO

PERCHÉ ANCHE TANTI CATTOLICI CONTRO LO IUS SOLI? (Paola Springhetti)

42-5Abbiamo bisogno tutti di reimparare a leggere la realtà basandoci un po’ di     più sui dati e sui fatti e un po’ meno sulle percezioni.

Anche il cardinale Gualtiero Bassetti, durante la sua prima prolusione nell’assemblea permanente dei vescovi italiani, ha ricordato che l’accoglienza e l’integrazione dei migranti passano «anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza». Su queste posizioni si è schierato gran parte del mondo cattolico più attivo e solidale, dopo che nei mesi scorsi la discussione sulla nuova legge è stata cancellata dal calendario del Senato.

In giugno monsignor Angelo Becciu aveva dichiarato: «vorremmo che si riconoscesse la dignità delle persone che arrivano nel nostro Paese e quindi, a chi nasce qui in Italia, venga riconosciuta la cittadinanza». In agosto papa Francesco ha ribadito che «nel rispetto del diritto universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita».                                                            L’articolo continua nell’ ALLEGATO

2° PREMIO DI STUDIO “MALALA YOUSAFZAI”

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Promosso dalla SIEMBRA, bottega del Commercio equo e solidale,  è indetta la 2a edizione del PREMIO DI STUDIO  MALALA YOUSAFZAI premio Nobel per la Pace

Il premio è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado e dei primi tre anni delle superiori.
Saranno premiati in denaro e prodotti del Commercio equo i primi tre elaborati.
Termine di presentazione dei lavori: 30 marzo 2018
Per maggiori informazioni chiedere il regolamento del Bando alle Segreterie delle scuole interessate o contattare direttamente la Siembra all’indirizzo: coopsiembra@gmail.com