GUARDARE ALLA REALTÀ DI DIO, PER VIVERE LA VITA TERRENA IN PIENEZZA (Papa Francesco – Angelus 22.10.17)

22 ottobeIl Vangelo di questa domenica (Mt  22,15-21) ci presenta un nuovo faccia a faccia tra Gesù e i suoi oppositori. Il tema affrontato è quello del tributo a Cesare: una questione “spinosa”, circa la liceità o meno di pagare la tassa all’imperatore di Roma, al quale era assoggettata la Palestina al tempo di Gesù.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Le posizioni erano diverse. Pertanto, la domanda rivoltagli dai farisei: «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (v. 17) costituisce una trappola per il Maestro. Infatti, a seconda di come avesse risposto, sarebbe stato accusabile di stare o pro o contro Roma.
Ma Gesù, anche in questo caso, risponde con calma e approfitta della domanda maliziosa per dare un insegnamento importante, elevandosi al di sopra della polemica e degli opposti schieramenti.              L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

QUESTA È LA VITA CRISTIANA, UNA STORIA D’AMORE CON DIO. (Papa Francesco) – Omelia per la canonizzazione di 35 Beati 15.10.17)

(Papa Francesco – Omelia per la canonizzazione di 35 Beati 15.10.17)

15 ottobreLa parabola che abbiamo ascoltato ci parla del Regno di Dio come di una festa di nozze (cfr Mt 22,1-14). Protagonista è il figlio del re, lo sposo, nel quale è facile intravedere Gesù. Nella parabola, però, non si parla mai della sposa, ma dei molti invitati, desiderati e attesi: sono loro a vestire l’abito nuziale.

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Quegli invitati siamo noi, tutti noi, perché con ognuno di noi il Signore desidera “celebrare le nozze”. Le nozze inaugurano la comunione di tutta la vita: è quanto Dio desidera con ciascuno di noi. Il nostro rapporto con Lui, allora, non può essere solo quello dei sudditi devoti col re, dei servi fedeli col padrone o degli scolari diligenti col maestro, ma è anzitutto  quello della sposa amata con lo sposo. In altre parole, il Signore ci desidera, ci cerca e ci invita, e non si accontenta che noi adempiamo i buoni doveri e osserviamo le sue leggi, ma vuole con noi una vera e propria comunione di vita, un rapporto fatto di dialogo, fiducia e perdono.                                                                                                                                                                               L’Omelia continua nell’ ALLEGATO

RICONCILIARSI PER ANNUNCIARE IL VANGELO (Redazione)

39-139-2 Il 31 ottobre ricorreva il quinto centenario dall’inizio della Riforma di Martin Lutero. In ricordo di quell’evento che ha segnato profondamente la storia del Cristianesimo, riportiamo la Dichiarazione comune della Conferenza Episcopale Italiana e della Chiesa Evangelica Luterana in Italia per il 500° anniversario dell’inizio della Riforma.
«Piuttosto che i conflitti del passato, il dono divino dell’unità tra di noi guiderà la collaborazione e approfondirà la nostra solidarietà. Stringendoci nella fede a Cristo, pregando insieme, ascoltandoci a vicenda, vivendo l’amore di Cristo nelle nostre relazioni, noi, cattolici e luterani, ci apriamo alla potenza di Dio Uno e Trino.
Radicati in Cristo e rendendo a Lui testimonianza, rinnoviamo la nostra determinazione ad essere fedeli araldi dell’amore infinito di Dio per tutta l’umanità» (Dichiarazione congiunta in occasione della Commemorazione cattolico-luterana della Riforma, Lund 31 ottobre 2016). Queste parole hanno guidato il cammino di riconciliazione e di condivisione che ha coinvolto cattolici e luterani in tanti luoghi, in questo anno, per vivere  l’esperienza di una commemorazione comune del 500° anniversario dell’inizio della Riforma, nella linea indicata dal documento Dal conflitto alla comunione della Commissione luterano-cattolica per l’unità.                                                                                L’articolo continua nell’ ALLEGATO

IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA…(Redazione)

A) NOTIZIE DALL’URUGUAY

   ①  Monsignor Arturo a Crema
39-3A un anno di distanza dall’ultima visita, approfittando della visita “ad Limina” a Roma, il vescovo Uruguayano mons. Fajardo sarà nostro ospite dal 25 al 28 di novembre. Sarà accompagnato da un sacerdote P. Andrés e da un giornalista, Igor Alcalde.
 Mons. Arturo Fajardo, vescovo di S.José de Mayo in Uruguay, è un nome e un volto ormai noto ai cremaschi. Dopo il mese trascorso tra di noi l’estate scorsa, mons. Fajardo, alla fine di novembre sarà ancora tra di noi. Un passaggio breve, ma intenso, che concluderà la visita “ad Limina” prevista a Roma dal 14 al 22 novembre. In questi giorni infatti, mons. Arturo, che è anche vicepresidente della Conferenza Episcopale dell’Uruguay, insieme a tutti i vescovi del suo Paese, realizzeranno la loro visita a Papa Francesco e ai suoi collaboratori più vicini nella guida della Chiesa.
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     Don Federico nominato parroco al Delta del Tigre
39-4Il nostro missionario don Federico Bragonzi assume la conduzione pastorale della “quasi parrocchia di Nostra Signora di Lourdes e di Sant’Eugenio al Delta del Tigre. Questo significa un rilancio della nostra missione in Uruguay perché il popoloso quartiere del Delta, che sorge alla periferia di Montevideo, pur essendo ancora diocesi di S. José de Mayo, con i suoi oltre 15.000 abitanti, richiederà l’impiego di un altro missionario di Crema.
Dopo quattro anni di servizio, don Federico lascia la “storica” Parrocchia di Estación Gonzáles, nella quale subentrerà padre Sebastián Pijuán, un sacerdote catalano della diocesi di Solsona. Le nuove responsabilità pastorali diventeranno effettive nei primi mesi del 2018, con l’inizio del nuovo anno pastorale.

   ③ La diocesi di Lodi invia un nuovo missionario in Uruguay.
39-5Si tratta di don Stefano CONCARDI. Dal settembre del 2010 era parroco di S. Michele Arcangelo a Castiraga Vidardo, un paese di quasi  3.000  abitanti situato a pochi chilometri da S.Angelo Lodigiano. Ordinato sacerdote nel 1989 è stato dapprima vicario parrocchiale a S. Rocco in Lodi per poi passare con lo stesso incarico nel 1997 nella parrocchia di di S. Maria della Clemenza e S. Bernardo sempre in Lodi, rimanendovi fino al 2003. Nel frattempo, a partire dal dal 1992 era divenuto collaboratore della Caritas Lodigiana.
Da tempo però stava maturando la scelta di partire missionario fidei donum. Il sogno si concretizza proprio alla fine del 2003, quando parte alla volta dell’Ecuador, dove la diocesi di Lodi da tempo garantisce una presenza pastorale. Così dal settembre del 2003 al gennaio del 2010 don Stefano è parroco di Puerto Lopez nella diocesi di Portoviejo.
Al suo rientro è per qualche mese Collaboratore pastorale a Mignete, una frazione di Zelo Buon Persico, per poi diventare parroco a Castirago Vidardo.
Evidentemente i sette anni d’Italia non sono riusciti ad estirpare quel “tarlo missionario” che continuava a rodere. Così ha rispoto con gioia alla richiesta del suo Vescovo di mettersi di nuovo in gioco per un’altra esperienza, questa volta in Uruguay.
Don Concardi prende il posto di don Giancarlo Malcontenti, rientrato dopo 11 anni di America Latina, e lavorerà nella parrocchia di Cardona. A lui i più sinceri AUGURI di una Missione ricca e condivisa con la gente da parte della Chiesa sorella di Crema.

B) NOTIZIE DALLE MISSIONI
   ① Dal Niger don Gigi Maccalli
Due brevi pensieri… uno spaccato di una giornata missionaria.

Ciao a tutti,
oggi mi trovo a Niamey per le dimissioni dall’ospedale di Monica. Le hanno asportato una massa tumorale palpebro-orbitale inferiore dell’occhio sinistro. Ho portato al laboratorio il campione per la biopsia, il risultato sarà pronto tra una quindicina di giorni. Monica con la mamma sono partite stasera con Jean Baptiste (catechista di Bomoanga) per il rientro al villaggio. Abbiamo appuntamento col professore per il 9 ottobre prossimo. Si vedrà allora se iniziare una terapia di chemio di 6 sedute come si era prospettato.
Monica sta bene è gioiosa e sempre positiva. Le ho regalato un paio di sandali che ha voluto col tacco… da portare domenica alla messa. Speriamo e pensiamo positivo.
Grazie a tutti e continuiamo a intercedere per una sua completa guarigione.
Aspettando esiti sul caso Monica, mi sto muovendo per un altro caso di bimba DAWA di 12 anni affetta di un problema alla valvola mitralica del cuore. Sto aspettando l’ok dell’ospedale del Bambin Gesù di Roma. Ho avuto un contatto tramite Mauro Armanino e qualcosa si sta muovendo. Speriamo … è una operazione che non si fa in Niger e il suo caso è anche complicato dal problema della drepanocytose detta anche anemia mediterranea. Vi saprò dare ulteriori dettagli …
Pregate per lei e fate pregare per una possibile soluzione, grazie.               Fraternamente gg

   ② Un’oasi di tranquillità in confronto al caos indiano
39-6Ospite della Parrocchia del Duomo, suor Ambika, fedele collaboratrice prima e oggi continuatrice dell’opera dell’indimenticabile Padre Luigi Pezzoni, ha tracciato, durante l’omelia la situazione del Lebbrosario di Nalgonda.

Carissimi amici di padre Pezzoni, Pace e bene.
Buongiorno a tutti e bentrovati. Per me è una grande gioia essere presente tra di voi e conoscervi di persona. Vi spero tutti in buona salute e che il cielo e padre Luigi da lassù vi benedica tutti. Ci rendiamo sempre più conto che il proseguo della nostra attività a Nalgonda dipende in modo particolare dal contributo e dalla vicinanza di voi italiani. Le necessità in questo campo sono sempre numerose in tutto il mondo, ognuno cerca di sostenere la propria. Sono ormai 4 anni che padre Luigi ci ha lasciato, penso sia tempo di fare un bilancio. Sempre vivo è il suo ricordo tra di noi. Tante volte ci sembra di vederlo ancora con il suo bastone e il suo sorriso aggirarsi per le vie del centro o in mezzo ai lebbrosi e ai suoi bambini che amava tanto.                                                                                                                                                               Continua nell’ ALLEGATO

C) RICORDANDO LA VEGLIA MISSIONARIA.
35-2È passato esattamente un mese da quando si è svolta in Cattedrale la Veglia di preghiera che,  guidata dal nostro vescovo  mons. Daniele, ha animato il Mese Missionario e dato il via alle attività missionarie del nuovo anno liturgico che con l’Avvento inizierà tra poco. Vogliamo ricordare quel momento importante per tutti Noi cominciando a riportare alcune delle testimonianze che hanno costellato la serata. Questa volta riportiamo l’omelia del Vescovo, le riflessioni dei Gruppi Missionari e il pensiero finale di padre Walter Maccalli.

   ① Se la “messe è molta” vuol dire anzitutto che c’è molto da raccogliere
39-7Omelia pronunciata dal vescovo Daniele durante la Veglia Missionaria.
 Alle molte voci che abbiamo già ascoltato in questa veglia aggiungo brevemente anche la mia, per lasciar risuonare un momento la pagina del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, che costituisce la conclusione del Vangelo di Matteo.
Tra le molte cose che stupiscono, in questi pochi versetti, sottolineo soprattutto la sproporzione, così evidente sul piano umano, tra la missione che Gesù affida ai discepoli, e quella «risorsa», che sono loro stessi.
Da una parte, il comando: «Fate discepoli tutti i popoli», dunque una missione che ha le dimensioni del mondo intero, che si estende a tutta l’umanità, a tutte le genti, niente di meno.                                         Continua nell’ ALLEGATO

 Il nostro impegno
39-8 I rappresentanti di alcuni Gruppi Missionari, in processione verso l’altare, hanno portato tra le mani una ciotola piena di semi, segno del loro impegno missionario, che hanno consegnato nelle mani del Vescovo. Durante la processione è stato reso noto ai presenti quali frutti ha dato la semina di quei semi all’interno della Comunità, cioè quali ricadute ha avuto l’impegno missionario. Ecco i Gruppi Missionari che hanno portato semi e  raccontato i frutti:
1 – Associazione Amici delle missioni
2 – Camisano
3 – Chieve
4 – Izano
5 – Madignano
6 – Offanengo
7 – Ripalta Cremasca
8 – San Carlo
9 – Santa Maria della Croce
10 – Scannabue
11 – Sergnano
12 – Unità pastor. Sacro Cuore – Santa Maria dei Mosi
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   ③ Padre Walter Maccalli: Se cercate Gesù povero l’Africa, il Mondo ha    bisogno di voi
39-9Sono Padre Walter Maccalli, originario di Madignano, Missionario della S.M.A. la società delle missioni Africane. Attualmente in Angola. Sono già passati 26 anni in Africa, 13 in Costa d’Avorio e 13 in Angola, di cui 3 in Italia per l’Animazione missionaria.
 La parrocchia di Nambuangongo è nata nel 1958 e poi abbandonata nel 1961 con l’inizio della guerra. Sapete che l’Angola a sofferto una lunga guerra, durata circa 40 anni. Dal 61 al 74 con i coloni portoghesi, nel 75 un anno di indipendenza, e dal 76 una guerra civile interna, che terminò nel 2002. La Missione si trova a 170 kilometri dalla capitale Luanda. È la più grande parrocchia della diocesi, situata su un territorio grande come la Liguria di (5.604 Kilometri quadrati), con 62.000 abitanti sparsi in 74 villaggi. Molte comunità sono sperdute tra le montagne. Strade impraticabili nel periodo delle piogge. L’ultimo villaggio si trova a 105 kilometri dalla missione di cui 20 kilometri raggiungibile solo a piedi. L’equipe pastorale è formata di un Padre due suore messicane e una laica missionaria portoghese…                                                                                                                  Continua nell’ ALLEGATO

D) GUARDO ALTO: LE MIGRAZIONI DALL’AFRICA
39-10Una storia che si ripete all’infinito e continuerà all’infinito finché  non cambieremo i rapporti con quel continente. Questa la sintesi di un intervento, quello di Raffaele Masto, appassionato quanto lucido. Vivace la partecipazione del pubblico.
Luoghi comuni da sfatare
Le migrazioni? Sono la storia dell’umanità. Ci sono sempre state perché hanno indicato la via che portava dalla povertà alla ricchezza.
I numeri? Niente di clamoroso. Sono 181.000 nel 2016 e pochi meno, 176.000 nel 2015. Su una popolazione di 60 milioni e più di abitanti risulta una percentuale bassissima: lo 0,3%.
Stanno per invaderci? Stando a certa politica sembra di sì, anzi è certo. Eppure non vogliono fermarsi in Italia. Se l’Europa li lasciasse passare, invece di creare muri, questi numeri non si vedrebbero in Italia. Eppure dobbiamo dire grazie ai migranti, perché grazie al loro arrivo abbiamo chiuso il bilancio della popolazione con un leggero attivo di 20.000 unità.                                                                                                                                                                                        L’articolo continua nell’ ALLEGATO

L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…(Redazione)

   ❶ La trasmissione della fede: due generazioni di stranieri in Italia  (Migrantes Regionale)
39-11In preparazione del Sinodo dei Giovani, le Commissioni Regionali Migrantes della Lombardia hanno pensato ad un’indagine che ritragga in modo significativo come viene vissuta la fede dalle giovani generazioni di stranieri che abitano tra di noi.
Quali sono i modi di trasmissione della fede tra gli stranieri che vivono in Italia e che qui fanno (o hanno fatto) crescere i loro figli?
Quali sono le differenze con i modi della Chiesa locale?
Quali dimensioni della religiosità sono vissute?
Quali sono le differenze interne alle varie tradizioni religiose e che influenzano il percorso di avvicinamento all’esperienza religiosa?
La pluralità religiosa presente sul territorio lombardo ha rilievo e influisce sulla vita dei giovani che provengono da famiglie immigrate di diversa confessione?
La Chiesa locale sta cambiando in virtù della presenza dei migranti?
I giovani migranti con il loro background influenzano/influiscono sulla Chiesa locale?
Quali aspettative hanno?

Per rispondere a questa e altre complesse domande concernenti il tema scottante della trasmissione della fede, la Migrantes regionale, d’accordo con gli Uffici Migrantes delle diocesi lombarde, ha chiesto Istituto Toniolo dell’Università Cattolica di Milano, di costruire una mappa della ricerca che raggiunga i protagonisti e li implichi nel racconto dei processi che li vedono protagonisti nella costruzione dei vissuti dei singoli delle famiglie e delle loro relazioni esterne, contribuendo a disegnare la struttura della società locale.

L’Istituto Toniolo è da anni è impegnato in iniziative rivolte alla società nel suo complesso e  tra queste la più significativa è l’Osservatorio Giovani che pubblica ogni anno il Rapporto Giovani (ed. Il Mulino). Avvalendoci di queste competenze ormai consolidate, ci proponiamo di esaminare due diverse popolazioni, le famiglie di religione cattolica e quelle che si riferiscono a altre confessioni. L’unità di ricerca è la famiglia, responsabile nella sua totalità dei processi di formazione intergenerazionali. Il numero di interviste previsto è di 210 e consente un’ottima copertura e rappresentatività sociologica.

   ❷ Messa in lingua spagnola

15-2Dopo l’interruzione di domenica 12, riprendono in grande stile le celebrazioni della Messa in lingua spagnola. Il prossimo appuntamento sarà per domenica 26 novembre, alle ore 16, sempre presso la Parrocchia di S. Giacomo. Celebrerà la Messa nientemeno che mons. Arturo Fajardo, vescovo di San José de Mayo in Uruguay, la diocesi dove opera come missionario il nostro fidei donum don Federico Bragonzi. Un momento di festa sia per la Comunità Latinoamericana sia per la Comunità Cremasca, che si tradurrà poi in un incontro conviviale. Come sempre, ma in questa occasione a maggior ragione, la Celebrazione è aperta a Tutti.

2° PREMIO DI STUDIO “MALALA YOUSAFZAI”

39-12

 

Promosso dalla SIEMBRA, bottega del Commercio equo e solidale,  è indetta la 2a edizione del PREMIO DI STUDIO  MALALA YOUSAFZAI premio Nobel per la Pace

Il premio è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado e dei primi tre anni delle superiori.
Saranno premiati in denaro e prodotti del Commercio equo i primi tre elaborati.
Termine di presentazione dei lavori: 30 marzo 2018
Per maggiori informazioni chiedere il regolamento del Bando alle Segreterie delle scuole interessate o contattare direttamente la Siembra all’indirizzo: coopsiembra@gmail.com

GIORNATA MONDIALE DEI POVERI (dal messaggio di Papa Francesco)

39-13“Non amiamo a parole, ma con i fatti”. È questo l’eredità più significativa che ci è stata lasciata dall’Anno della Misericordia che si concludeva il 13 novembre dello scorso anno. Affinché l’Anno Santo straordinario non terminasse con l’oblio degli impegni più volte ricordati e delle promesse più volte ripetute, ecco che papa Francesco spiazzò  tutti istituendo la Giornata Mondiale dei Poveri. É una grande occasione affichè, come dice lo slogan, non ci limitiamo a parlare dei poveri, ma soprattutto impariamo a prendercene cura.
Di seguito alcuni brani significativi tratti dal lungo Messaggio che    il Papa ha reso pubblico per l’occasione.

«Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3,18). Queste parole dell’apostolo Giovanni esprimono un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere. La serietà con cui il “discepolo amato” trasmette fino ai nostri giorni il comando di Gesù è resa ancora più accentuata per l’opposizione che rileva tra le parole vuote che spesso sono sulla nostra bocca e i fatti concreti con i quali siamo invece chiamati a misurarci. L’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri. Il modo di amare del Figlio di Dio, d’altronde, è ben conosciuto, e Giovanni lo ricorda a chiare lettere.                                                                               Continua nell’ ALLEGATO

DIO NON ESCLUDE NESSUNO (Papa Francesco – Angelus 08.10.17)

20170487-1_6La liturgia di questa domenica ci propone la parabola dei vignaioli, ai quali il padrone affida la vigna che aveva piantato e poi se ne va (cfr Mt 21,33-43). Così viene messa alla prova la lealtà di questi vignaioli: la vigna è affidata loro, che devono custodirla, farla fruttificare e consegnare al padrone il raccolto.

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Giunto il tempo della vendemmia, il padrone manda i suoi servi a raccogliere i frutti. Ma i vignaioli assumono un atteggiamento possessivo: non si considerano semplici gestori, bensì proprietari, e si rifiutano di consegnare il raccolto. Maltrattano i servi, al punto di ucciderli. Il padrone si mostra paziente con loro: manda altri servi, più numerosi dei primi, ma il risultato è lo stesso. Alla fine, con sua pazienza, decide di mandare il proprio figlio; ma quei vignaioli, prigionieri del loro comportamento possessivo, uccidono anche il figlio pensando che così avrebbero avuto l’eredità.                                                                                                                                                                                                   L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

LA VITA SECONDO DIO È IN CAMMINO E CHIEDE L’UMILTÀ DI APRIRSI, PENTIRSI E RICOMINCIARE

(Papa Francesco – Omelia a Bologna 01.10.17)

Celebro con voi la prima Domenica della Parola: la Parola di Dio fa ardere il cuore (cfr Lc 24,32), perché ci fa sentire amati e consolati dal Signore. Anche la Madonna di San Luca, evangelista, può aiutarci a comprendere la tenerezza materna della Parola «viva», che tuttavia è al tempo stesso «tagliente», come nel Vangelo di oggi: infatti penetra nell’anima (cfr Eb 4,12) e porta alla luce i segreti e le contraddizioni del cuore.

Carissimi Fratelli e Sorelle,
Oggi ci provoca mediante la parabola dei due figli, che alla richiesta del padre di andare nella sua vigna rispondono: il primo no, ma poi va; il secondo sì, ma poi non va. C’è però una grande differenza tra il primo figlio, che è pigro, e il secondo, che è ipocrita. Proviamo a immaginare cosa sia successo dentro di loro. Nel cuore del primo, dopo il no, risuonava ancora l’invito del padre; nel secondo, invece, nonostante il sì, la voce del padre era sepolta.                                                                                                                                                                                                  L’Omelia continua nell’ ALLEGATO

LA CHIESA RIPARATA (Redazione Chiesa di Dio Chiesa dei poveri)

38-1Quando c’erano i bombardamenti sul Vietnam, una bomba scoppiò anche nel cortile dell’arcivescovado di Bologna. Oggi quella bomba è stata ripresa al laccio e scagliata lontano, fuori della Chiesa, a Bologna. Francesco continua a riparare la Chiesa di Gesù Cristo. Con quale storia alle spalle?  

Era il 1967 e da molte parti del mondo cristiano saliva a Paolo VI la richiesta che la Santa Sede condannasse i bombardamenti americani sul Vietnam del Nord. Il giornale cattolico di Bologna sosteneva indefessamente, contro le bombe, il negoziato. Ma Paolo VI pensava che la Chiesa dovesse restare neutrale tra Stati Uniti e Vietcong, e non condannò i bombardamenti e la guerra americana. Allora nella giornata della pace del 1 gennaio 1968 l’arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro proclamò solennemente in cattedrale, riprendendo un tema di Dossetti, che “la via della Chiesa non è la neutralità, ma la profezia”. Non glielo perdonarono, del resto avevano un conto aperto con lui, perché era stato lui il promotore e la guida della riforma liturgica del Concilio, e se ormai nella Chiesa la Parola si poteva annunciare in lingue vive, e non nascosta nel sudario del latino, si doveva a lui. Sicché il cardinale Lercaro fu rimosso…                                                                  L’articolo continua nell’  ALLEGATO