IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA…(Redazione)

  ❶  Veglia Missionaria in Cattedrale
35-2Sabato 21 ottobre si è svolta in Cattedrale la consueta Veglia di   preghiera guidata dal nostro vescovo mons. Daniele. Ottima la partecipazione così come il coinvolgimento dei Gruppi Missionari, che hanno saputo condividere il loro impegno concreto. Sul prossimo numero della Comunicazione saranno pubblicate tutte le testimonianze che sono state presentate.

  ❷ Svolto il primo incontro sul tema delle Migrazioni

38-3MIGRAZIONI UNO SGUARDO SUL MONDO
Ha preso il via, il 24 ottobre, il ciclo di conferenze GUARDO ALTO, dedicato quest’anno al tema delle migrazioni. Il primo incontro, di carattere introduttivo, ha visto come protagonista il professor Luciano CARPO, vice direttore della Migrantes di Vicenza e con una vasta esperienza di cooperatore in America Latina.

“Ventotto anni di lavoro in progetti di carattere sociale in quasi tutti i Paesi dell’America Latina mi hanno portato spessissimo a contatto con il dramma delle migrazioni, permettendomi di comprenderne cause e dinamiche”. Così ha esordito Luciano Carpo da sette anni impegnato nella Migrantes di Vicenza, la Fondazione voluta dalla Chiesa italiana per aiutare le migliaia di immigrati che da anni si sono trasferiti nelle nostre città e campagne.
E se in America Latina il miraggio sono da sempre gli Stati Uniti, mentre per dell’Africa e parte dell’Asia è l’Europa, tuttavia i motivi che portano 740 milioni di uomini, donne e bambini nel mondo a spostarsi sono sempre gli stessi.                                                                                                                                                                                             L’articolo continua nell’ ALLEGATO

L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…(Redazione)

  ❶ Santa Francesca Cabrini compagna, sorella, madre dei migranti
38-4Si è svolto a Lodi, domenica 22 ottobre, l’annuale pellegrinaggio regionale migranti, cogliendo l’occasione del centenario della morte di santa Francesca Cabrini, la patrona   di tutti gli emigrati del mondo.
L’appuntamento era fissato alle 12.30 nell’ampio Parco Isola Carolina (vicino a piazza della Vittoria e piazza Castello), dove ha avuto luogo il raduno di tutti i partecipanti e dove è stato possibile consumare il pranzo. Un’ora dopo ci si è diretti in modo ordinato verso quattro chiese cittadine, dove, divisi per Continenti si è svolto un primo momento di riflessione e di preghiera. Quindi la partenza in corteo verso la Cattedrale, dove alle 15.30 è stata celebrata l’Eucaristia, presieduta dal vescovo   di Lodi, mons. Maurizio Malvestiti.
38-5Le diocesi di Lombardia, nell’ambito della Pastorale diocesana ordinaria, dedicano una cura specifica ai fedeli migranti, allo scopo di aiutarli a crescere in quella stessa fede che fino al momento della migrazione hanno professato e celebrato e nello stesso tempo per favorire il loro 38-6inserimento nelle Chiese locali e nella società italiana, quali soggetti attivi per la costruzione di una autentica cattolicità e società pluriculturale.
Per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno globale della migrazione, ogni anno, alla prima domenica del mese di ottobre, si organizza il Pellegrinaggio  Regionale dei Migranti, con un’alternanza di luogo tra il Santuario di Caravaggio e, a turno, in una diocesi della Lombardia.
Nelle tre fotografie alcuni migranti Cremaschi che hanno partecipato: le signore ucraine e latinoamericane, il Coro Multietnico di Crema, che ha cantato durante la Messa e infine ancora il Coro intorno al Vescovo di Lodi. Tra due anni ci incontreremo tutti a Crema!

  ❷ Messa in lingua spagnola
Continuano le celebrazioni della Messa in lingua spagnola. Dopo la festa  in onore di   don Fernando BRAVI, per i 50 anni di sacerdozio, vissuta dopo la Messa del 29 ottobre, la prossima Messa sarà domenica 12 novembre, come sempre alle ore 15, presso la Parrocchia di S. Giacomo.

NOBEL PER LA PACE ALL’ICAN PER IL NO ALLE ARMI NUCLEARI (Terra Nuova)

38-7Storica assegnazione del premio Nobel per la pace 2017: è andato all’organizzazione per il bando alle armi nucleari (Ican – International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), che lo scorso luglio, dopo dieci anni di sforzi, è riuscita a far approvare all’Onu il Trattato per la messa al bando di queste armi devastanti.

Davvero una storica l’assegnazione di questo   premio Nobel per la pace 2017. Da ricordare però che l’Italia non ha voluto partecipare al voto e non ha voluto essere presente, come ha spiegato Francesco Vignarca della Rete per il Disarmo.
Il premio è stato assegnato all’Ican, si legge nelle motivazioni, per “il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizioni di queste armi“. L’Ican, organizzazione non-profit fondata nel 2007, raccoglie 406 organizzazioni partner in 101 Paesi.                                                                                                                                           L’articolo continua nell’   ALLEGATO

DONNE CHE FANNO LA PACE

38-8“Donne che fanno la pace” è un movimento apartitico, di migliaia di donne (e uomini) che operano per influenzare le sfere pubbliche e politiche al fine di trovare una soluzione che possa offrire un futuro di speranza e di vita nel Medio Oriente.
Nelle sue fila marciano, danzano, scrivono e pubblicano madri ebree e arabe, israeliane e palestinesi. Donne che hanno vissuto la guerra, che abitano sui confini, che hanno negli occhi le immagini dei propri figli in divisa, che conoscono l’odore del rifugio antiaereo, di rovine fumanti. Donne che hanno sepolto i propri figli al ritorno dal Libano, da Gaza, donne per le quali il Kippur è il ricordo della tragedia che ha distrutto la propria famiglia.
Il 24 settembre decine di migliaia di donne, uomini e bambini hanno intrapreso un viaggio di speranza e pace dai quattro angoli del Paese che si e’ concluso il 10 ottobre con un grande raduno a Gerusalemme, dove hanno partecipato 30 mila persone e si è parlato dell’esigenza senza compromessi di un accordo politico e una soluzione al conflitto israelo-palestinese. Non vogliamo un’altra guerra, non vogliamo altre vittime, altre famiglie distrutte.
Con i miei ragazzi di Beresheet abbiamo organizzato un flash mob, una danza collettiva nel mercato di Hazor Glilit. Donne vestite di bianco, religiose e no, madri, figlie, nonne, hanno pregato insieme danzando. L’aria si è riempita di gioia ed energia pura. Non ci daremo per vinte!!! Io alle parole del profeta Isaia ci credo… lo ha scritto chiaro e tondo: “E trasformeranno le loro spade in vanghe e le loro lance in vomeri d’aratro”!
Dobbiamo fare qualcosa per far avverare la profezia…Aiutati che Dio ti aiuta.                                                                                                                                                                                                                    Angelica Edna CALO LIVNE – Idee –  ‍11.10.2017 – 21

IL RUOLO DELLE DONNE NEL DIALOGO INTERCULTURALE E INTERRELIGIOSO

38-9Anche quest’anno in diverse città italiane è stata celebrata il 27 ottobre la Giornata Ecumenica del Dialogo cristiano-islamico, giunta quest’anno alla 16a edizione. Riportiamo di seguito il testo dedicato al ruolo delle donne in questo dialogo interculturale e interreligioso

Le stragi compiute in questi ultimi anni in diverse città europee, hanno incrementato la paura e la diffidenza nei confronti dei musulmani, in gran parte di origine straniera. Sommando l’islam all’immigrazione, i partiti e i movimenti ultranazionalisti e xenofobi sono riusciti ad incrementare il    proprio consenso popolare, focalizzando la loro propaganda politica sulla presunta minaccia che incomberebbe sull’identità culturale e religiosa dell’Europa, rappresentata come “bianca” e “giudaico-cristiana”.
La realtà è che il vecchio continente oggi ha un tessuto sociale irreversibilmente multietnico, multiculturale e multireligioso, come dimostra chiaramente la presenza di cittadini europei di origine straniera all’interno delle istituzioni statali di molti stati europei e a tutti i livelli dei vari organismi istituzionali, dal livello comunale ai parlamenti nazionali e allo stesso parlamento europeo. Questa presenza costruttiva nella vita politica e istituzionale in molti Paesi europei, compresa l’Italia, è destinata a crescere e a fungere sempre di più da ponte di dialogo sociale.
Ciononostante, il problema del terrorismo, che è parte integrante della guerra in corso dall’11 settembre 2001, della sicurezza e la crisi socio-economica, che toccano oggi molti Paesi europei, stanno rendendo molto difficile il dialogo. Di fronte al razzismo e alla discriminazione cresce il sentimento di paura e di insicurezza in seno alle minoranze culturali e religiose. Questa dicotomia favorisce la tendenza alla ghettizzazione, che a sua volta diviene terreno fertile per forme di devianze sociali, tra le quali la radicalizzazione religiosa. In tal senso la minoranza musulmana – la prima minoranza in termini numerici in Italia e in molti Paesi europei – rischia l’auto-isolamento con tutto quello che ciò comporta. Per contrastare questo pericolo occorre tenere vivo e soprattutto proattivo il canale di dialogo con i musulmani.
Nel quadro del clima sociale che si respira oggi in Italia, la Giornata Ecumenica del Dialogo Cristiano-Islamico, nata nel 2001, è più che mai indispensabile. A 16 anni dalla sua costituzione, la Giornata oggi è di fronte a una grande sfida culturale e sociale: quella di potenziare il dialogo rendendolo proattivo. E, affinché ciò possa avvenire, occorre un maggiore sforzo di tutti coloro che in tutti questi anni hanno creduto e sostenuto questa esperienza di grande interesse, dalle istituzioni religiose, alle realtà laiche, a quelle dei giovani e delle donne.
Il contributo delle donne è fondamentale, ma non è abbastanza interpellato e incoraggiato. In tal senso la Giornata di quest’anno – venerdì 27 ottobre 2017 sarà dedicata al ruolo delle donne nel dialogo interculturale e interreligioso.
Chiediamo a tutte le comunità cristiane e musulmane uno sforzo comune per la pace e la salvezza dell’umanità.                                                                                                    Comitato promotore nazionale della giornata ecumenica del dialogo cristiano

DIO NON ESCLUDE NESSUNO (Papa Francesco – Angelus 24.09.17)

index1Nell’ odierna pagina evangelica (cfr Mt 20,1-16) troviamo la parabola dei lavoratori chiamati a giornata, che Gesù racconta per comunicare due aspetti del Regno di Dio: il primo, che Dio vuole chiamare tutti a lavorare per il suo Regno; il secondo, che alla fine vuole dare a tutti la stessa ricompensa, cioè la salvezza, la vita eterna.    

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Il padrone di una vigna, che rappresenta Dio, esce all’alba e ingaggia un gruppo di lavoratori, concordando con loro il salario di un denaro per la giornata: era un salario giusto. Poi esce anche nelle ore successive – cinque volte, in quel giorno, esce – fino al tardo pomeriggio, per assumere altri operai che vede disoccupati. Al termine della giornata, il padrone ordina che sia dato un denaro a tutti, anche a quelli che avevano lavorato poche ore. Naturalmente, gli operai assunti per primi si lamentano, perché si vedono pagati allo stesso modo di quelli che hanno lavorato di meno. Il padrone, però, ricorda loro che hanno ricevuto quello che era stato pattuito; se poi Lui vuole essere generoso con gli altri, loro non devono essere invidiosi.                                                 L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

L’UOMO È SEMPRE PIÙ GRANDE DEL MALE CHE COMMETTE (Papa Francesco – Angelus 17.09.17)

indexIl brano evangelico di questa domenica (cfr Mt 18,21-35) ci offre un insegnamento sul perdono, che non nega il torto subito ma riconosce che l’essere umano, creato ad immagine di Dio, è sempre più grande del male che commette.

Carissimi Fratelli e Sorelle,

San Pietro domanda a Gesù: «Se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» (v. 21). A Pietro sembra già il massimo perdonare sette volte a una stessa persona; e forse a noi sembra già molto farlo due volte. Ma Gesù risponde: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette» (v. 22), vale a dire sempre: tu devi perdonare sempre. E lo conferma raccontando la parabola del re misericordioso e del servo spietato, nella quale mostra l’incoerenza di colui che prima è stato perdonato e poi si rifiuta di perdonare.                                                                                                                                                                     L’Angelus continua nell’ ALLEGATO

LE MAROCCHINE IN PIAZZA PER DIRE “NO” ALLA POLIGAMIA (Redazione Africa)

35-1«Basta con la poligamia». Nei giorni scorsi le marocchine sono scese in strada per gridarlo forte. Per farlo sentire a tutti. Soprattutto ai membri del Parlamento. Le donne non ne possono più di questo istituto che le umilia. Ne chiedono l’abolizione completa.

In Marocco, il codice della famiglia approvato nel 2004 ha limitato fortemente il ricorso alla poligamia. Le norme prevedono che un uomo possa sposare più donne ma solo se c’è l’autorizzazione di un giudice che ha preso atto che la prima moglie ha acconsentito al nuovo matrimonio e che l’uomo ha un reddito sufficiente per mantenere entrambe le famiglie. Ma alle donne marocchine questo non basta più. Esse ritengono che la poligamia leda i loro diritti. Per questo ne chiedono l’abolizione anche se è lo stesso Corano all’uomo la possibilità di sposare fino a quattro donne.
In tutto il Nord Africa, i movimenti femministi contestano con forza questa antichissima pratica. In Algeria, Egitto e Marocco la contestazione è sempre più forte e in molte donne chiedono che i loro Paesi seguano l’esempio della Tunisia che non solo la abolì nel 1956 e ma la punisce con pene severe.
Tornando al Marocco, le donne sono scese in strada anche per chiedere una maggiore parità con gli uomini. Nel 2011 il re del Marocco ha approvato una nuova Costituzione, che all’articolo 19 sancisce la piena uguaglianza tra i sessi e la parità dei diritti politici, sociali ed economici. Belle parole, ma rimaste sulla carta.
«Le donne marocchine vengono costantemente discriminate ed emarginate. Nonostante la Costituzione sancisca la parità tra uomini e donne, le donne sono escluse da diversi settori», ha dichiarato Yasmin Wardi, sociologa marocchina, al quotidiano «al Arabiya».
In ambito lavorativo, le donne hanno stipendi più bassi rispetto agli uomini. Anche le donne istruite non ottengono mai posizioni di rilievo. In tema di successioni, alle donne in Marocco attualmente spettano per legge quote minori rispetto agli uomini.
Secondo le femministe è quindi ora di rendere effettive ed efficaci le parole pronunciate dal re Mohammed VI in occasione dell’approvazione del nuovo codice di famiglia: «Come si può sperare di assicurare progresso e prosperità a una società quando le sue donne, che ne costituiscono la metà, vedono negati i loro diritti e subiscono ingiustizie, violenza e marginalizzazione, a scapito del diritto alla dignità e all’equità che conferisce loro la nostra sacra religione?».                    AFRICA – 11.10.17

IL CENTRO MISSIONARIO INFORMA…(Redazione)

  ❶  Veglia Missionaria in Cattedrale
35-2Si svolgerà anche quest’anno alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, la consueta Veglia di preghiera guidata dal Vescovo mons. Daniele. L’appuntamento è per le ore 21 di sabato 21 ottobre. Come gli altri anni i Gruppi Missionari saranno coinvolti in un momento di testimonianza, preghiera e impegno concreto. Del resto il tema richiama da vicino il nostro quotidiano lavoro missionario: LA MESSE E’ MOLTA… Poche parole che tuttavia hanno sempre suscitato in noi sentimenti contrastanti: delusione per un presente povero, sfiducia per un futuro oscuro, nostalgia per un passato glorioso.
La missione della Chiesa, ci dice il Papa nell’ultimo Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, non è la diffusione di un’ideologia religiosa e nemmeno la proposta di un’etica sublime. Mediante la proclamazione del Vangelo, Gesù diventa sempre nostro contemporaneo e, attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta. E grazie a Dio non mancano esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo.
È l’esperienza di tutti i nostri 53 missionari che da decenni, in ogni angolo del mondo, dedicano la loro vita a promuovere la riconciliazione, la fraternità e la condivisione.
È l’esperienza dei nostri fidei donum, testimoni di una fede e di un amore che non  conoscono confini.
È l’esperienza di tutti noi sacerdoti, religiose, religiosi, laici. Siamo il Popolo di Dio in cammino, siamo il solco, la messe, il raccolto; siamo l’ampio gesto del seminatore che continua a lanciare lontano ogni tipo di seme, siamo il terreno che accoglie e custodisce.
È l’esperienza di tanti Giovani, protagonisti il prossimo anno di un Sinodo straordinario, nei quali vi è una domandi su Dio e una ricerca di apertura a Lui che si manifesta in forme inedite e difficili da interpretare: nella profondità della loro coscienza vi è una tensione e un’inquietudine che rimane viva e che dobbiamo coltivare.                                                           Nell’ ALLEGATO  il testo della Veglia.

L’UFFICIO MIGRANTES INFORMA…(Redazione)

  ❶ Pellegrinaggio Migrantes lombardi a Lodi
35-3Sarà celebrata il 22 ottobre la grande Festa dei Migranti della Lombardia.
Tutti i migranti della nostra regione infatti si daranno appuntamento a Lodi per ricordare la figura di una donna che ha dedicato la vita a coloro che emigravano al punto da divenire la loro patrona. Si tratta di Santa Francesca CABRINI, venerata nella sua terra natale, in quanto originaria di S. Angelo Lodigiano. Non solo un’occasione di preghiera, ma anche di riflessione sul fenomeno migratorio. Se infatti sono cambiate profondamente le rotte dei migranti, identici sono rimasti i problemi di fondo. Per chi parte la miseria e quindi la   ricerca di un futuro migliore è la prima molla, mentre il momento dell’arrivo è sempre segnato dalla solitudine, dal rifiuto e dalla difficoltà in genere ad essere accolti. L’esperienza e l’impegno di vita della Santa lodigiana possono e devono essere di modello e di stimolo per la nostra azione.
Si è fatto interprete di questi sentimenti il Cardinale emerito di Milano Angelo Scola, quando nel gennaio di quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifigiato, ha celebrato una messa nella Basilica di Santa Francesca Cabrini a Sant’Angelo Lodigiano
“Dal 1876 al 1915 emigrarono 14 milioni di italiani, poco meno della metà della nostra popolazione che, nel 1901, non superava i 33 milioni. Nei suoi 37 anni di dedizione instancabile, madre Cabrini fondò 67 istituti, al di là e al di qua dell’Atlantico, percorrendo 43 mila miglia per mare e 16 mila per terra”. {…}
“Dare la propria vita per l’opera di un Altro è il cuore della vocazione di Santa Francesca Saverio Cabrini come di ogni cristiano, nella forma che il Padre ha stabilito per ciascuno. Qui sta la sorgente inesauribile dell’impressionante, audace iniziativa della Santa. Ella affermava: “Che cosa non fanno i business-men nel mondo degli affari! E perché noi non facciamo almeno altrettanto per gli interessi del nostro amato Gesù? I nostri emigrati, alla sua morte, dissero che l’italiano Colombo aveva scoperto l’America, ma solo lei, Francesca, aveva scoperto gli italiani in America. Con questo stile di amorosa iniziativa riceviamo con politiche equilibrate le tante persone provate da guerra e da fame, che giungono oggi sulle nostre terre”.
Un pullman, gratuito per i pellegrini, è già stato prenotato. Ne vogliamo prenotare un secondo?                                                 L’articolo continua con l’ ALLEGATO: la biografia della Santa