ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA. Continua….

abbiamoContinua con successo la Campagna del RISO! Dopo la parrocchia di S. Carlo – Crema, è stata la volta della parrocchia del Sacro Cuore – Crema Nuova, che domenica scorsa, 5 giugno, ha piazzato 100 Kg di riso! Anche la parrocchia di Chieve non è stata da meno, offrendo 30 kg di riso. Mentre rivolgiamo i più sinceri complimenti e il nostro grazie per l’impegno messo da tutti, ci permettiamo di invitare anche altre parrocchie a fare altrettanto! Per questo ricordiamo che aderire a questa Campagna, organizzata dalla F.O.C.S.I.V. (Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario) significa sostenere l’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Per il secondo anno consecutivo, infatti, F.O.C.S.I.V. e Coldiretti si impegnano a distribuire pacchi di riso 100% italiano (qualità Roma) con l’obiettivo  di sostenere un progetto che promuova la sovranità alimentare.

Domenica 12 giugno toccherà al Centro Missionario: saremo in piazza Duomo a Crema dalle ore 9 alle 18.

IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI: IL COMMERCIO DEGLI ORGANI UMANI

Continua il prezioso lavoro del Gruppo Missionario di Scannabue che ha come argomento le violenze che abitualmente vengono commesse sui minori, spesso nell’indifferenza di tutti. In questo quarto intervento viene preso in esame un aspetto raccapricciante di questa violenza: il commercio di organi umani.

traffico“È comprovata  l’esistenza di un commercio internazionale di organi umani per effettuare trapianti  illegali.

Il traffico di minori sembrerebbe coinvolgere l’Italia non solo come paese di transito, ma anche di destinazione finale per l’esecuzione degli espianti.

L’articolo continua nell’ALLEGATO

FELTRE: MIGRANTI ISLAMICI PORTANO IN SPALLA LA STATUA DI MARIA

Domenica, vigilia dell’inizio di Ramadan, otto profughi musulmani ospiti a Feltre prima hanno pregato per conto loro e poi hanno portato a spalla la Madonnafeltre dell’inutile, alternandosi lungo undici chilometri a piedi con i ragazzi di Villa San Francesco, la comunità che ha organizzato la processione (lo fa ogni 5 anni). E poi con i volontari dell’Unitalsi, gli alpini, altri giovani, alcune mamme, perfino i sindaci con tanto di fascia tricolore e alcune parlamentari. In un pomeriggio di sole e pioggia, i numerosi pellegrini hanno pregato, cantato e riflettuto. La statua della Madonna nasce una ventina d’anni fa da un’idea dell’allora arcivescovo Loris Capovilla, che a un amico scultore ha suggerito di confezionarla con rottami di ferro e altri rifiuti.
E Capovilla stesso l’ha donata alla comunità. Tra i minori assistiti, anche alcuni immigrati senza genitori. E sono stati proprio costoro ad invitare i profughi. «Penso agli 8 profughi musulmani che hanno portato la Madonna nel tratto iniziale e poi anche per una seconda tappa nel lungo cammino che ci ha portati qui alla meravigliosa Cooperativa Arcobaleno – ha detto Giuseppe Andrich, vescovo emerito di Belluno-Feltre –. Ora abbiamo un Papa che parla di “scarti”. Tutti noi siamo rappresentati da questa Madonna perché la vita è attraversata da sentimenti d’inutilità, di perdita di senso, magari anche solo per un attimo. Ciascuno di noi talvolta è “scarto”».
Il Rosario che Andrich ha sgranato era la corona che Giovanni XXIII recitava prima della morte. «Essere niente, eppure figli amati sempre – ha evidenziato Andrich – perché la misericordia di Dio non ha confini, non esclude nessuno, ama tutti».
                                                                                                           Avvenire       07.06.16

29/05/2016. OMELIA DEL PAPA IN OCCASIONE DEL “GIUBILEO DEI DIACONI”

DIACONI«Servitore di Cristo» (Gal 1,10). Abbiamo ascoltato questa espressione, con la quale l’Apostolo Paolo si definisce, scrivendo ai Galati. All’inizio della lettera si era presentato come «apostolo», per volontà del Signore Gesù (cfr Gal 1,1). I due termini, apostolo e servitore, stanno insieme, non possono mai essere separati; sono come due facce di una stessa medaglia: chi annuncia Gesù è chiamato a servire e chi serve annuncia Gesù.

«Servitore di Cristo» (Gal 1,10). Abbiamo ascoltato questa espressione, con la quale l’Apostolo Paolo si definisce, scrivendo ai Galati. All’inizio della lettera si era presentato come «apostolo», per volontà del Signore Gesù (cfr Gal 1,1). I due termini, apostolo e servitore, stanno insieme, non possono mai essere separati; sono come due facce di una stessa medaglia: chi annuncia Gesù è chiamato a servire e chi serve annuncia Gesù.

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LUOGHI COMUNI

Se uno straniero lavora sta rubando il posto a un italiano e quindi deve tornare a casa sua, se invece non lavora vuol dire che lo stiamo mantenendo, dunque se ne deve andare lo stesso.

21Se è vestito di stracci fa schifo e dovrebbe tornarsene a casa sua,
se è vestito bene allora non ha bisogno, quindi se ne vada ugualmente.

Se ha portato i figli qua, occupano i posti all’asilo dei bambini italiani e quindi deve tornarsene da dove è venuto,
se invece li ha lasciati al proprio paese è un vigliacco e dovrebbe tornarci comunque.

Se non ha una compagna probabilmente è un violentatore che deve tornare al suo Paese, se invece ce l’ha sicuramente la umilia, la schiavizza e certe cose dovrebbe farle a casa sua.

Se abita sotto un ponte contribuisce al degrado della città e bisognerebbe rimpatriarlo,
se invece ha un’abitazione dovrebbe lasciarla a un italiano e tornarsene comunque a casa propria.
Quante volte abbiamo ascoltato simili frasi?
E se noi invece cominciassimo davvero a ragionare con la nostra testa?
E se noi invece cominciassimo a vedere le cose oltre la superficie?
E se noi invece cominciassimo a vedere nello straniero una persona?

22/05/2016. LA PAROLA DEL PAPA ALL’ANGELUS

Oggi, festa della Santissima Trinità, il Vangelo di san Giovanni ci presenta un brano del lungo discorso di addio, pronunciato da Gesù poco prima della sua passione.

Carissimi Fratelli e Sorelle,                                              papa

In questo discorso Egli spiega ai discepoli le verità più profonde che lo riguardano; e così viene delineato il rapporto tra Gesù, il Padre e lo Spirito. Gesù sa di essere vicino alla realizzazione del disegno del Padre, che si compirà con la sua morte e risurrezione; per questo vuole assicurare ai suoi che non li abbandonerà, perché la sua missione sarà prolungata dallo Spirito Santo. Ci sarà lo Spirito a prolungare la missione di Gesù, cioè a guidare la Chiesa avanti.

Gesù rivela in che cosa consiste questa missione. Anzitutto lo Spirito ci guida a capire le molte cose che Gesù stesso ha ancora da dire (cfr Gv 16,12). Non si tratta di dottrine nuove o speciali, ma di una piena comprensione di tutto ciò che il Figlio ha udito dal Padre e che ha fatto conoscere ai discepoli (cfr v. 15). Lo Spirito ci guida nelle nuove situazioni esistenziali con uno sguardo rivolto a Gesù e, al tempo stesso, aperto agli eventi e al futuro. Egli ci aiuta a camminare nella storia saldamente radicati nel Vangelo e anche con dinamica fedeltà alle nostre tradizioni e consuetudini.

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