ENEIDE 2016: SULLE ETERNE ROTTE MIGRATORIE DEL MEDITERRANEO

Enea, per evitare di essere ucciso nell’eccidio finale, è costretto a scappare da Troia in fiamme, portandosi il vecchio babbo sulle spalle e tenendosi per mano il figlioletto Ascanio. È predestinato ad essere il capostipite di chi fonderà un grande impero. Ma, per ora, è solo uno dei tanti “profughi”, dall’Anatolia attraverso la Turchia, in dolorosa marcia su terre ostili e lungo incerte rotte nel Mediterraneo in tempesta. Approda nel Nord Africa, accolto e ospitato da Didone a cui racconta la sua storia: “Regina, tu mi costringi arinnovare un dolore inesprimibile”. 

QUADRIUn dolore che si rinnova da tremila anni (quello delle guerre, dei naufragi, dei flussi migratori, delle accoglienze e dei nuovi insediamenti) tra le sponde del Mediterraneo. Basta rileggere, alla luce dei telegiornali quotidiani, i testi classici come l’Odissea di Omero, le Supplici di Eschilo, e l’Eneide di Virgilio. È quanto hanno fatto  gli studenti del Laboratorio teatrale del liceo “Quadri” di Vicenza, prendendo lo spunto dal capolavoro epico latino e coinvolgendo cinque giovani africani richiedenti asilo ospiti del Centro S. Paolo, in carico alla cooperativa Cosep. Alle vicende di Enea si sono così intrecciate quelle contemporanee dei ragazzi africani coinvolgendo il pubblico nella riflessione sul delicato rapporto tra migrazione e accoglienza, in un contesto – come quello veneto – che in pochi anni è passato da rurale, monoculturale e monoreligioso ad assumere tratti che lo trasformano completamente, immettendolo nel complesso impero della globalizzazione.

Migrantes on line – 19.05.2016

15/05/2016. LA PAROLA DEL PAPA ALL’OMELIA DELLA MESSA DI PENTECOSTE.

«Non vi lascerò orfani» (Gv 14,18).
La missione di Gesù, culminata nel dono dello Spirito Santo, aveva questo scopo essenziale: riallacciare la nostra relazione con il Padre, rovinata dal peccato; toglierci dalla condizione di orfani e restituirci a quella di figli.

Carissimi Fretelli e Sorelle, pentecoste

L’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, dice: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà! Padre!”» (Rm 8,14-15). Ecco la relazione riallacciata: la paternità di Dio si riattiva in noi grazie all’opera redentrice di Cristo e al dono dello Spirito Santo.

Lo Spirito è dato dal Padre e ci conduce al Padre. Tutta l’opera della salvezza è un’opera di ri-generazione, nella quale la paternità di Dio, mediante il dono del Figlio e dello Spirito, ci libera dall’orfanezza in cui siamo caduti.

Anche nel nostro tempo si riscontrano diversi segni di questa nostra condizione di orfani: quella solitudine interiore che sentiamo anche in mezzo alla folla e che a volte può diventare tristezza esistenziale; quella presunta autonomia da Dio, che si accompagna ad una certa nostalgia della sua vicinanza; quel diffuso analfabetismo spirituale per cui ci ritroviamo incapaci di pregare; quella difficoltà a sentire vera e reale la vita eterna, come pienezza di comunione che germoglia qui e sboccia oltre la morte; quella fatica a riconoscere l’altro come fratello, in quanto figlio dello stesso Padre; e altri segni simili.

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DISCORSO DEL PAPA ALL’APERTURA DELL’ASSEMBLEA C.E.I. 17/05/16

Non si tratta di un discorso lungo, ma come ci ha abituato Francesco, di un discorso denso e intenso. Ci sembra giusto proporlo all’attenzione dei lettori perché la stampa ha messo in risalto solo l’aspetto della povertà e “della gestione delle strutture e dei beni”. In realtà il Papa, affrontando il tema conduttore di questa assemblea dei vescovi italiani: Il rinnova- mento del clero, ha voluto fare una riflessione a tutto tondo sulla figura del sacerdote, ponendosi lui stesso nei panni del sacerdote. Ne esce così un ritratto di grande umanità e di grande fascino.                           

CEI «Cari fratelli, a rendermi particolarmente contento di aprire con voi questa Assemblea è il tema che avete posto come filo conduttore dei lavori – Il rinnovamento del clero – nella volontà di sostenere la formazione lungo le diverse stagioni della vita.

La Pentecoste appena celebrata mette questo vostro traguardo nella giusta luce. Lo Spirito Santo rimane, infatti, il protagonista della storia della Chiesa: è lo Spirito che abita in pienezza nella persona di Gesù e ci introduce nel mistero del Dio vivente; è lo Spirito che ha animato la risposta generosa della Vergine Madre e dei Santi; è lo Spirito che opera nei credenti e negli uomini di pace, e suscita la generosa disponibilità e la gioia evangelizzatri- ce di tanti sacerdoti. Senza lo Spirito Santo – lo sappiamo – non esiste possibilità di vita buona, né di riforma».     

                     Troverete il testo integrale del discorso nell’ ALLEGATO

  

E ORA SI PARTE!… O NON ANCORA?

 LIMA
LIMA

Con l’ultimo incontro avvenuto il 1 maggio, si è conclusa l’edizione 2016 di DARE SENSO AL VIAGGIO, il Corso preparatorio per coloro che vogliono fare brevi esperienze in terra di missione. 16 sono stati i partecipanti ed alcuni già scaldano i motori pregustando un viaggio. Le mete prescelte sono Lima (Perù), ospiti di P. MIZZOTTI e Gulu (Uganda) ospiti delle SUORE COMBONIANE che lì operano.
Ma non c’è fretta: o tempo è nosso, il tempo è nostro, dicono in Brasile e ognuno deciderà con calma quando sarà il tempo migliore per partire. L’importante è aver avuto il coraggio di mettersi in gioco, anche solo pensando di poter pensare che nella propria vita ci potesse stare un viaggio che, come avviene nella maggior parte dei casi la vita la cambia davvero.

GULU
GULU

Per questo, come equipe organizzatrice, ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti i partecipanti per la costanza e l’impegno dimostrato. Se vorranno partire saremo sempre a disposizione e, se non partiranno, rimarremo sempre a disposizione, perché la missione si fa dovunque, anche e soprattutto qua.

08/05/2016. LA PAROLA DEL PAPA AL REGINA COELI

Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. Contempliamo il mistero di Gesù che esce dal nostro spazio terreno per entrare nella pienezza della gloria di Dio, portando con sé la nostra umanità. Cioè noi, la nostra umanità entra per la prima volta nel cielo.

 Cari fratelli e sorelle,MAGGIO

Il Vangelo di Luca ci mostra la reazione dei discepoli davanti al Signore che «si staccò da loro e veniva portato su, in cielo» (24,51). Non ci furono in essi dolore e smarrimento, ma «si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia» (v. 52). È il ritorno di chi non teme più la città che aveva rifiutato il Maestro, che aveva visto il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, aveva visto la dispersione dei discepoli e la violenza di un potere che si sentiva minacciato.

Da quel giorno per gli Apostoli e per ogni discepolo di Cristo è stato possibile abitare a Gerusalemme e in tutte le città del mondo, anche in quelle più travagliate dall’ingiustizia e dalla violenza, perché sopra ogni città c’è lo stesso cielo ed ogni abitante può alzare lo sguardo con speranza. Gesù, Dio, è uomo vero, con il suo corpo di uomo è in cielo! E questa è la nostra speranza, è l’ancora nostra, e noi siamo saldi in questa speranza se guardiamo il cielo.

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URUGUAY CHIAMA… E DON FRANCESCO E’ PARTITO!

Don Francesco è proprio partito!Ruini

Alle 18:05 di venerdì 13 maggio un gruppetto di irriducibili amici gli ha dato l’ultimo abbraccio prima di veder scomparire l’amico missionario al di là delle barriere doganali, felicemente superate, dell’aeroporto di Malpensa.
Ma il grande abbraccio la Chiesa di Crema l’aveva dato martedì sera nella chiesa parrocchiale di S. Bernardino, quando un folto gruppo di amici e conoscenti si era riunito per un Momento di Preghiera. Una cerimonia sobria, ma pervasa da una palpabile commozione durante la quale sono stati raccolti e consegnati alla Caritas 980 euro, che, per esplicita richiesta di don Francesco, saranno destinati al popolo martire della Siria.

In molti hanno gremito la chiesa parrocchiale di S. Bernardino e per di più provenienti da ogni angolo della diocesi. Hanno voluto dare così, attraverso la preghiera e l’adorazione eucaristica, proprio come piace a don Francesco, il loro saluto affettuoso e carico di nostalgia, al missionario in partenza per l’Uruguay. Era in buona compagnia don Francesco: don Vito Groppelli, 44 anni di Brasile, ha guidato la celebrazione e Madre Maria Nichetti oltre 40 anni di Cina e originaria proprio di S. Bernardino, ha lasciato una breve, ma intensa testimonianza.                                                    

   L’articolo continua nell’ ALLEGATO                        Le testimonianze della Comunità di Scannabue nell’ ALLEGATO 

VIVA GLI SPOSI

Tra la partenza e il traguardo in mezzo c’è tutto il resto. 3096-viaggi-di-nozze.s
E tutto il resto è giorno dopo giorno.
E giorno dopo giorno è silenziosamente: costruire”

Con queste parole tratte da una canzone del cantautore Niccolò Fabi, Anna TOSETTI, volontaria IPSIA e CARITAS, ma da sempre e per sempre SCOUT, ha annunciato le sue nozze con Daniele GARBETTA di Padova. La cerimonia si è svolta ieri, sabato 14 maggio, a Chieve, nella chiesa di S. Giorgio Martire. Il Centro Missionario che ha avuto modo di apprezzare in tante occasioni la disponibilità, la generosità verso tutti di Anna, si unisce a tutti coloro che in questi giorni hanno augurato ogni felicità alla coppia.