TOGLIERE LA PIETRA DAI SEPOLCRI DEI NOSTRI PROBLEMI E TORNARE A VIVERE (Angelus, 26-03-2023)

2a. AngelusOggi, quinta domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta la risurrezione di Lazzaro (cfr Gv 11,1-45). È l’ultimo dei miracoli di Gesù narrati prima della Pasqua: la risurrezione del suo amico Lazzaro. Lazzaro è un caro amico di Gesù, il quale sa che sta per morire; si mette in cammino, ma arriva a casa sua quattro giorni dopo la sepoltura, quando ogni speranza è ormai perduta. La sua presenza però riaccende un po’ di fiducia nel cuore delle sorelle Marta e Maria (cfr vv. 22.27). Esse, pur nel dolore, si aggrappano a questa luce, a questa piccola speranza. E Gesù le invita ad avere fede e chiede di aprire il sepolcro. Poi prega il Padre e grida a Lazzaro: «Vieni fuori!» (v. 43). E questi torna a vivere ed esce. Questo è il miracolo, così, semplice.        Continua nell’ ALLEGATO

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LIBERATE LA PACE (La Redazione)

I NOMI DEGLI OSTAGGI PRIGIONIERI NEL SAHEL E PER I QUALI PADRE GIGI CI INVITA A PREGARE GIORNALMENTE

Due importanti novità contrassegnano questo elenco settimanale:

  • la liberazione di due ostaggi della nostra lista: il giornalista francese Olivier DUBOIS, rapito dai jihadisti in Mali all’inizio di maggio del 2021 e il cittadino statunitense Jeffrey WOODKE, un operatore umanitario in mano ai suoi aguzzini dal 2016. Dubois lavorava come giornalista freelance in Mali per il quotidiano parigino Libération e il settimanale Le Point. Woodke aveva servito come missionario e operatore umanitario in Niger da più di trent’anni.        Continua nell’ ALLEGATO

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SE FOSSE TUO FIGLIO…

Se fosse tuo figlio
riempiresti il mare di navi
di qualsiasi bandiera.
Vorresti che tutte insieme,
a milioni,
facessero da ponte
per farlo passare.
Premuroso,
non lo lasceresti mai da solo,
faresti ombra
per non far bruciare i suoi occhi,
lo copriresti
per non farlo bagnare
dagli schizzi d’acqua salata.

Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare,
te la prenderesti con il pescatore che non presta la barca,
urleresti per chiedere aiuto,
busseresti alle porte dei governi
per rivendicare la vita.

Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto,
anche a rischio di odiare il mondo,
i porti pieni di navi attraccate.
E chi le tiene ferme e lontane
e chi, nel frattempo,
sostituisce le urla
con acqua di mare.

Se fosse tuo figlio li chiameresti
vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso.
Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti,
perché una rabbia incontrollata potrebbe portarti
a farli annegare tutti nello stesso mare.

Ma stai tranquillo, nella tua tiepida casa
non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Puoi dormire tranquillo.
E soprattutto sicuro.
Non è tuo figlio.
È solo un figlio dell’umanità perduta,
dell’umanità sporca, che non fa rumore.
Non è tuo figlio, non è tuo figlio.
Dormi tranquillo, certamente
non è il tuo. Non ancora!

Anonimo calabrese,  Crotone, 26 febbraio 2023

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                            ancora una volta assistiamo con sgomento alla ripetizione di una scena già vista altre volte: il naufragio di un barcone carico di migranti, le condoglianze, più formali che reali, del governo, il rimpallo delle responsabilità, l’individuazione di un capro espiatorio e finalmente l’auto assoluzione. Questa volta, in più come ciliegina sulla torta, ci viene offerta una passerella di ministri a Cutro per riunire un Consiglio dei ministri che prenderà importanti decisioni sul tema dell’immigrazione.
Credo che i morti meritino maggior rispetto!   E dico questo alla luce di due fatti.        Continua nell’ ALLEGATO

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CON IL DIAVOLO NON SI PARLA (Angelus, 26-02-2023)

1a. gioba-26022023-minIl Vangelo di questa prima Domenica di Quaresima ci presenta Gesù nel deserto tentato dal diavolo (cfr Mt  4,1-11). Diavolo significa “divisore”. Il diavolo vuol sempre creare divisione, ed è ciò che si propone anche tentando Gesù. Vediamo allora da chi lo vuole dividere e in che modo lo tenta.

Da chi il diavolo vuole dividere Gesù? Dopo aver ricevuto il Battesimo da Giovanni nel Giordano, Gesù era stato chiamato dal Padre «il Figlio mio, l’amato» (Mt 3,17) e lo Spirito Santo era sceso su di Lui in forma di colomba (cfr v. 16). Il Vangelo ci presenta così le tre Persone divine unite nell’amore. Poi Gesù stesso dirà di essere venuto nel mondo per rendere anche noi partecipi dell’unità che c’è tra Lui e il Padre (cfr Gv 17,11). Il diavolo, invece, fa il contrario: entra in scena per dividere Gesù dal Padre e distoglierlo dalla sua missione di unità per noi. Divide sempre.        Continua nell’ ALLEGATO

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SAPPIAMO RICONOSCERE LA LUCE DELL’AMORE DI DIO NELLA NOSTRA VITA? (Angelus, 5-02-2023)

2a. AngelusIn questa seconda Domenica di Quaresima viene proclamato il Vangelo della Trasfigurazione: Gesù porta con sé, sul monte, Pietro, Giacomo e Giovanni, e si rivela a loro in tutta la sua bellezza di Figlio di Dio (cfr Mt 17,1-9).
Fermiamoci un momento su questa scena e chiediamoci: in che cosa consiste questa bellezza? Cosa vedono i discepoli? Un effetto spettacolare? No, non è questo. Vedono la luce della santità di Dio risplendere nel volto e nelle vesti di Gesù, immagine perfetta del Padre. Si rivela la maestà di Dio, la bellezza di Dio. Ma Dio è Amore, e dunque i discepoli hanno visto con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell’Amore divino incarnato in Cristo. Hanno avuto un anticipo del paradiso! Che sorpresa per i discepoli! Avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’Amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello! Solo adesso se ne rendono conto e con tanta gioia, con immensa gioia.        Continua nell’ ALLEGATO

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UN ANNO DOPO, SIAMO ANCORA IN GUERRA (Raffaele Crocco)

3a. Un anno dopoRicordare questi 365 giorni dalla folle e inaccettabile aggressione russa all’Ucraina costringe a mettere in fila alcune riflessioni. Molte sono state già scritte e commentate in questi lunghi mesi di morte e distruzione, ma ripeterle è utile per capire dove siamo arrivati tutti, nessuno escluso. Iniziamo.

 Il prezzo di questa guerra lo pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti.
In modo molto più oneroso di quanto riusciamo a immaginare. Lo pagheranno in termini di terre aride che aumenteranno, di assenza di acqua, di coste erose dall’innalzamento del mare, di temperature sempre più calde. La guerra in Ucraina, con il suo anno di combattimenti e la contemporanea, folle, paura del Mondo di restare senza gas e petrolio, ha sepolto definitivamente la speranza di contenere il cambiamento climatico. Non riusciremo a tenerlo sotto la soglia del +1,50 gradi medi di aumento e questo significa solo una cosa: il disastro. Meglio preparare un piano B di sopravvivenza, perché la nostra specie rischia l’estinzione.        Continua nell’ ALLEGATO

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IL BEATO ALFREDO CREMONESI TESTIMONE DEL SUO E DEL NOSTRO TEMPO (La Redazione)

Il 7 febbraio è stato ricordato il 70esimo anniversario del martirio del padre, ora Beato, Alfredo Cremonesi. La Messa in sua memoria, celebrata dal Vescovo insieme a tanti preti della Diocesi di Crema e ad alcuni missionari del PIME, è stata preceduta da una Veglia di preghiera, durante la quale sono state ricordate le difficili condizioni in cui vive il popolo del Myanmar, oppresso da due anni da una feroce dittatura militare. Per l’occasione l’intero seminario PIME di Monza ha voluto essere presente al doppio appuntamento. Di questo ringraziamo il rettore padre Luigi Bonalumi, anch’egli presente.

Di seguito riportiamo due testimonianze che hanno arricchito i due momenti di preghiera:

  • la riflessione di GRAZIANO, giovane seminarista del Myanmar che, da un anno a questa parte, studia con altri quattro giovani birmani a Monza;
  • l’omelia di padre Franco CAGNASSO, già superiore del PIME e attualmente missionario in Bangladeh.

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IL MYANMAR NELLA PAURA E NELLA VIOLENZA

Celebrazione 70esimo anniversario del martirio di p. Cremonesi
Celebrazione 70esimo anniversario del martirio di p. Cremonesi

Ecco la testimonianza di Graziano, uno dei cinque seminaristi  birmani ospitati dal  PIME

Buonasera a tutti!
Mi chiamo Zao, Graziano, e vengo dal Myanmar, diocesi di Taungngu, quella in cui P. Cremonesi ha fatto il missionario tanti anni fa, e dove ha incontrato il martirio.
Qui, in Italia, nel seminario del PIME a Monza, noi seminaristi birmani, siamo in cinque.
Questa sera vorrei condividere una testimonianza sulla situazione attuale in Myanmar. Fino al 1989 si chiamava Birmania, ma oggi il nome ufficiale del Paese è Myanmar. Birmania è il nome che gli inglesi diedero al Paese quando governavano il territorio, che deriva dal più grande gruppo etnico del Paese, i Bamar. In alcuni Paesi il nome Myanmar è stato istituzionalizzato, ma in altri Paesi il nome Birmania è ancora ampiamente usato, perché è stata la giunta militare a decidere di cambiare il nome in Myanmar.         Continua nell’ ALLEGATO

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“IL VANGELO È LA COSA PIÙ BELLA CHE AVEVO”

P. Cagnasso
P. Cagnasso

Bella e profonda riflessione di padre Cagnasso, missionario in Bangladesh, che ci ha mostrato,  in occasione della Messa in memoria del beato Alfredo Cremonesi, come, nonostante il linguaggio ormai datato, il suo messaggio rimanga sempre attuale.

“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annunzia la pace, del messaggero di buone notizie che annunzia la salvezza…” (Is. 52, 7). Con queste parole inizia la prima lettura che abbiamo ascoltato questa sera, tratta dal profeta Isaia. È un’immagine poetica simpatica, ma a dire il vero i piedi del nostro missionario certamente non erano belli. P. Alfredo non si lamentava mai delle difficoltà, però le raccontava nelle numerose lettere e negli articoli che scriveva ai suoi famigliari, agli amici, a pubblicazioni missionarie. Descriveva, tra l’altro, la sua vita di viaggiatore ed esploratore su e giù per montagne ripide, coperte da foreste, senza strade e spesso nemmeno sentieri… sempre a piedi, perché il cavallo costava troppo, e senza mai trovare un paio di scarpe adatte, costretto ad usare solo scarpe di pezza che non proteggevano da sassi e spine, e si laceravano subito lasciandolo a piedi nudi, quindi doloranti, pieni di escoriazioni e di ferite. Quando finalmente la famiglia riesce a mandargli un paio di scarpe da montagna di buona qualità, è soddisfatto e grato… ma gli durano meno di un anno.        Continua nell’ ALLEGATO

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