SONO UNA PERSONA CHE DIVIDE O UNA PERSONA CHE CONDIVIDE? (Angelus, 08-01-2023)

1a. AngelusOggi celebriamo la Festa del Battesimo del Signore e il Vangelo ci presenta una scena stupefacente: è la prima volta che Gesù appare in pubblico dopo la vita nascosta a Nazaret; arriva sulla riva del fiume Giordano per farsi battezzare da Giovanni (Mt 3,13-17). Era un rito con cui la gente si pentiva e s’impegnava a convertirsi; un inno liturgico dice che il popolo andava a farsi battezzare “nuda l’anima e nudi i piedi” – un’anima aperta, nuda, senza coprire niente – cioè con umiltà col cuore trasparente. Ma, vedendo Gesù che si mischia con i peccatori, si resta stupiti e viene da chiedersi: perché Gesù ha fatto questa scelta? Lui, che è il Santo di Dio, il Figlio di Dio senza peccato, perché ha fatto quella scelta? Troviamo la risposta nelle parole che Gesù rivolge a Giovanni: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia» (v. 15). Adempiere ogni giustizia: che cosa vuol dire?       Continua nell’ ALLEGATO

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UNA SFIDA PER LULA (The Guardian)

2a. La sfida di LulaL’assalto dell’8 gennaio contro le istituzioni brasiliane rappresenta la minaccia più grave per la democrazia del paese dalla fine della dittatura nel 1985.

Il presidente Luis Inácio Lula Da Silva dovrà fare ricorso a tutta la sua abilità politica per gestire un paese pericolosamente spaccato. Comprensibilmente la sua reazione immediata è stata definire i manifestanti “vandali, fascisti e fanatici” e puntare il dito contro il suo predecessore di estrema destra Jair Bolsonaro, accusandolo di avere istigato alla rivolta.
Bolsonaro si trova negli Stati Uniti, e ora teme di essere estradato in Brasile e processato per corruzione. A consolidare la sua base non è stato il buon governo, ma la mobilitazione continua attraverso il fanatismo e le teorie del complotto. Senza il loro leader, e tagliati fuori dal sistema partitico, oggi i bolsonaristi rappresentano un bacino elettorale allettante.        Continua nell’ ALLEGATO

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DIFENDERE E RAFFORZARE LA DEMOCRAZIA (La Redazione)

3a. padreBOSSIPadre Dario Bossi, 50 anni, è superiore provinciale dei Comboniani in Brasile. A lui, che da anni è impegnato per i Diritti sociali delle comunità più vulnerabili e la difesa dell’ambiente, abbiamo chiesto a caldo una valutazione su quanto avvenuto a Brasilia.

Che cosa è successo pochi giorni dopo l’insediamento del nuovo Presidente del Brasile?
A sette giorni di distanza abbiamo assistito a due scene completamente opposte. Ci ricordiamo tutti il 1° di gennaio un quadro che ci ha dato molto orgoglio e ha fatto pensare a una rinascita del Brasile con tutto l’appoggio popolare alla cerimonia con la quale il presidente Lula iniziava il suo nuovo governo. Passano sette giorni e l’8 gennaio, in quello stesso scenario della Piazza dei Tre Poteri a Brasilia, assistiamo all’occupazione tanto del Congresso nazionale, quanto del Supremo tribunale federale e del Palazzo del presidente con vilipendio dei luoghi simbolo della federazione e distruzione delle strutture pubbliche. È una vergogna morale per tutto il paese con queste scene che hanno fatto di nuovo, ma questa volta all’inverso, il giro del mondo.        Continua nell’ ALLEGATO

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ATTI ANTICOSTITUZIONALI CHE OFFENDONO LA DEMOCRAZIA, LA CHIESA EDUCHI ALLA CITTADINANZA (B.Desidera)

4a. Atti anticostituzionaliBRASILE

Misure preventive avrebbero potuto evitare la depredazione dei beni pubblici, soprattutto quelli che costituiscono il patrimonio artistico nazionale e che erano conservati negli edifici invasi. Ci auguriamo, ora, che i poteri della Repubblica possano agire rapidamente per dissipare gli atti antidemocratici in corso e punire i responsabili”. All’indomani dell’assalto alle istituzioni parla il presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, dom Walmor Oliveira de Azevedo, presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile e arcivescovo di Belo Horizonte.

Eccellenza, come valuta gli eventi di domenica e la risposta delle Istituzioni?
L’invasione delle sedi dei tre poteri della Repubblica rattrista profondamente tutti coloro che difendono la democrazia e la Magna Carta – la Costituzione dei cittadini – che, se pienamente rispettata, potrebbe portare il Paese a un altro livello di civiltà.        Continua nell’ ALLEGATO

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LIBERATE LA PACE (La Redazione)

I NOMI DEGLI OSTAGGI PRIGIONIERI NEL SAHEL E PER I QUALI PADRE GIGI CI INVITA A PREGARE GIORNALMENTE

Ecco l’elenco aggiornato delle persone rapite nel Sahel e tuttora ostaggio nelle mani dei loro rapitori.

  1. Iulian Ghergut – rumeno – prigioniero da 7 anni e mezzo
  2. Arthur Kennet Elliott – medico australiano – prig diioniero da 6 anni e 10 mesi
  3. Jeffrey Woodke – Stati Uniti d’America – prigioniero da 6 anni
  4. Christopher Botma – Sudafricano – prigioniero da 4 anni
  5. Joel Yougbaré – sacerdote burkinabé – prigioniero da 3 anni e mezzo
  6. Olivier Dubois – giornalista francese – prigioniero da 1 anno e mezzo
  7. Giovanni
  8. Rocco e
  9. Donatella Langone, della Basilicata e rapiti in Mali il 19 maggio 2022 insieme a un amico del Togo.
  10. Hans Joachim LOHRE – tedesco – rapito in Mali il 20.11.2022        Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di animazione missionaria di Scannabue

 A SCUOLA PER GESTIRE I CONFLITTI

La pace si costruisce a partire dai piccoli gesti di ogni giorno, dal lavoro quotidiano che, per bambini e ragazzi, consiste essenzialmente nell’andare a scuola.
È da questo luogo, allora, che deve partire una vera “educazione alla pace” in grado di coinvolgere alunni, docenti e famiglie in una rete capace di travalicare i confini italiani per abbracciare le scuole di tutto il mondo. È l’ambizioso ma necessario obiettivo dell’iniziativa lanciata dal Movimento di cooperazione educativa (Mce) e dalla Federazione internazionale dei Movimenti di scuola moderna (Fimem), che vuole dedicare l’intero anno scolastico ai temi della pace e della convivenza pacifica tra i popoli.        Continua nell’ ALLEGATO

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56a GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

LEGGEREZZA

Vorrei chiedermi e chiedere un impegno
che ci aiuti a vivere bene tutto l’anno: la leggerezza,
a non avere macigni sul cuore.

Leggerezza non significa affatto superficialità, distacco
o non legarsi alle persone e alle situazioni,
ma tutt’altro.

Leggerezza è non portarsi pesi inutili che rallentano le relazioni,
complicazioni che diventano indifferenza, giudizi, sospetti,
paternalismi che rendono tutto pesante e faticoso.

Leggerezza è guardare con occhi buoni
e che per questo sanno essere anche furbi,
liberi dalla supponenza e dalla pesantezza dei confronti, delle complicazioni.

Non prendiamoci sul serio,
prendiamo sul serio gli altri,
non facciamo pesare, solleviamo i pesi.

Se diventiamo leggeri, liberandoci da una considerazione alta di noi stessi, dimagrendo dall’io, correremo più velocemente verso il prossimo
e saremo amabili, attraenti.

Leggeri dell’amore per sé per essere pieni di amore per tutti.
Un io leggero, che sa sorridere dei propri limiti e difetti, è più se stesso,
perché libero dal tanto grasso che lo intorpidisce.

Sono le persone leggere di sé che attraggono il prossimo
e si fidano del Signore e della sua provvidenza.
Esse si fanno carico senza vittimismo delle cose più pesanti
e arrivano al segreto della vita che non finisce.

Saremo migliori? Proviamo ad essere più leggeri.

Cardinale Matteo ZUPPI – Presidente CEI

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

credo che il Massaggio per la Pace che il Papa ha scritto per questo 2023 si possa condensare in una sola parola: INSIEME. Un richiamo non nuovo, tanto più che il titolo riprende un tema molto cara a Francesco: Nessuno si salva da solo. Tuttavia questa volta viene declinato in modo diverso. Se ci aspettavamo un discorso esclusivamente di condanna della guerra, rischiamo di andare fuori strada. Un riferimento alla guerra c’è, e anche importante, ma non si limita solo a quello. Quello che ci chiede di fare il Papa è molto di più, vuole che riprendiamo in mano gli ultimi tre anni di storia perché li mettiamo a confronto con la nostra vita e trarne così alcune conseguenze.
«Oggi siamo chiamati a chiederci: che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?»       Continua nell’ ALLEGATO

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