LA RESISTENZA CIVILE NONVIOLENTA IN UCRAINA (La Redazione)

3a. Azioni nonviolente in UkrainaSono state 235 le azioni di resistenza non violenta che si sono verificate in Ucraina dal 24 febbraio al 30 giugno 2022.
A rilevarlo lo studio ‘Ukrainian nonviolent civil resistance in the face of war’ realizzato dall’Istituto Catalano per la Pace (Icip) e dall’Istituto Internazionale di Azione Nonviolenta (Novact) per studiare l’azione nonviolenta in Ucraina subito dopo l’invasione russa. Il progetto era sostenuto dell’Università tedesca Friedrich-Schiller di Jena e dal German peacebuilding Ngo Corridors. Nel rapporto, che analizziamo in questo dossier, si riportano le varie tipologie di resistenza civile nonviolenta come azioni di protesta, non collaborazione o creazione di strutture parallele alle amministrazioni militari delle forze di occupazione.        Continua nell’ ALLEGATO

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RESISTENZA NON VIOLENTA, È POSSIBILE? (Piero Cattaneo)

Ercole Ongaro
Ercole Ongaro

“Non soltanto è possibile, ma è necessaria”. Questa la conclusione alla quale è giunto il prof. Ercole Ongaro, direttore dell’Istituto lodigiano di Storia della Resistenza e dell’età contemporanea. L’incontro, organizzato dalla redazione di Camminare insieme, l’organo di informazione dell’Unità Pastorale SS.Trinità-Cattedrale, lo scorso 28 novembre con la partecipazione della Commissione della pastorale sociale, aveva lo scopo di mettere a confronto esperienze e riflessioni sulla Resistenza nonviolenta.
Il relatore, Ercole Ongaro, ricercatore di storia locale e nazionale, è stato anche coordinatore del Comitato lodigiano per la pace dal 1990 al 1999. All’attivo ha varie pubblicazioni sul tema. In estrema sintesi i punti che ha toccato sono stati:

  • dall’aggressività alla Nonviolenza (NV) – L’umanità non è violenta, esprime invece grande aggressività, la NV è un metodo per contenerne la distruttività;        Continua nell’ ALLEGATO

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IL RISCATTO DI SULEMAN CHE A ROMA PRODUCE YOGURT E ORTAGGI SOLIDALI (Claudia Volontero)

5a. SulemanBarikamà in lingua bambara significa “resistente”ed è il nome di una cooperativa che produce yogurt e ortaggi biologici a Roma. Già il suo nome omaggia il percorso che un gruppo di migranti africani ha fatto prima di decidere di mettersi assieme in un progetto solidale e lavorativo di successo, che nel tempo si è evoluto. L’obiettivo è quello di assumere persone emarginate e offrire loro un’opportunità di crescita. Alle radici di tutto c’è l’intuizione del presidente della cooperativa, Suleman Diara, 36 anni, di origini maliane, arrivato in Italia 14 anni fa dopo essere partito su una piccola imbarcazione dalle coste della Libia. Da bracciante a Rosarno negli anni è riuscito a lanciare un modello imprenditoriale in grado di unire solidarietà e opportunità.

Suleman Diara, 36 anni, è nato in Mali nella regione di Wassolou. Oggi è un giovane imprenditore che porta avanti con impegno la cooperativa Barikamà che produce yogurt e ortaggi biologici, di cui è presidente.        Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di animazione missionaria di Scannabue

ARPILLERAS: IL PRESEPE SULLE ANDE

A volte i messaggi importanti passano attraverso strumenti silenziosi come l’ago e il filo, i tessuti e la pazienza.
E’ il caso delle arpilleras, opere di stoffa che le donne cilene hanno cucito negli anni Settanta per dar voce al dolore e al regime dittatoriale, rappresentando attraverso un’arte popolare e tessile, eventi traumatici vissuti quotidianamente, come le torture, la sparizione dei propri cari e le file interminabili per il cibo e le violenze della polizia.
Una produzione organizzata attorno a laboratori artigianali fortemente sostenuti dalla Chiesa cattolica locale, in cui molte donne di Santiago hanno trovato un’occasione di sostegno economico, ma soprattutto lo strumento per trasformare un dolore e un ricordo privati in una memoria condivisa.        Continua nell’ ALLEGATO

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LIBERATE LA PACE (La Redazione)

I NOMI DEGLI OSTAGGI PRIGIONIERI NEL SAHEL E PER I QUALI PADRE GIGI CI INVITA A PREGARE GIORNALMENTE

Aggiorniamo l’elenco delle persone rapite nel Sahel e tuttora ostaggio nelle mani dei loro rapitori con la notizia del nuovo rapimento di: Hans Joachim LOHRE, avvenuto alla fine di novembre di quest’anno.

  • Iulian Ghergut – rumeno – prigioniero da 7 anni e mezzo
  • Arthur Kennet Elliott – medico australiano – prig diioniero da 6 anni e 10 mesi
  • Jeffrey Woodke – Stati Uniti d’America – prigioniero da 6 anni
  • Christopher Botma – Sudafricano – prigioniero da 4 anni
  • Joel Yougbaré – sacerdote burkinabé – prigioniero da 3 anni e mezzo
  • Olivier Dubois – giornalista francese – prigioniero da 1 anno e mezzo
  • Giovanni
  • Rocco e
  • Donatella Langone, della Basilicata e rapiti in Mali il 19 maggio 2022 insieme a un amico del Togo.
  • Hans Joachim LOHRE – tedesco – rapito in Mali il 20.11.2022          Continua nell’ ALLEGATO

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0001a. Giornata Mondiale Diritti Umani

Madre, ti porto le preoccupazioni delle famiglie, dei padri e delle madri che spesso fanno fatica a far quadrare i bilanci di casa,
e affrontano giorno per giorno piccole e grandi sfide per andare avanti.
In particolare ti affido le giovani coppie, perché guardando a te e a San Giuseppe
vadano incontro alla vita con coraggio confidando nella Provvidenza di Dio.

Ti porto i sogni e le ansie dei giovani, aperti al futuro ma frenati da una cultura
ricca di cose e povera di valori, satura di informazioni e carente nell’educare,
suadente nell’illudere e spietata nel deludere.
Ti raccomando specialmente i ragazzi che più hanno risentito della pandemia,
perché piano piano riprendano a scuotere e spiegare le loro ali
e ritrovino il gusto di volare in alto.

Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino,
per la pace che da tempo chiediamo al Signore.
Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani,
dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata, che soffre tanto.

Ma in realtà noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti,
così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio.

Grazie, Madre nostra!
Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare
che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità,
sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace.
Così sia!

Papa FRANCESCO – PREGHIERA A MARIA IMMACOLATA

Roma, 8 dicembre 2022

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
                                      devo constatare con piacere che abbiamo dei lettori piuttosto esigenti. Così appena inviato l’ultimo numero della Comunicazione, ecco arrivarmi un messaggio a metà strada tra la lode e la critica. Questo il succo: va bene parlare delle donne e delle loro lotte, va bene ricordare il sacrificio delle donne iraniane, ma perché non ricordare anche Hebe de Bonafini? Si tratta di una delle figure di maggior spicco delle Madres de Plaza de Mayo, scomparsa domenica 20 novembre all’ospedale italiano di La Plata.
Aveva quasi 94 anni questa donna davvero fuori dal comune che, da quando nel 1977 la dittatura argentina le fece scomparire i suoi due figli, Jorge e Raúl, dedicò tutta se stessa prima alla ricerca dei suoi figli, poi anche a quella di tutti i figli e le figlie desaparecidos, in una rivendicazione di maternità collettiva.         Continua nell’ ALLEGATO

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L’IMMACOLATA CI AIUTI A CUSTODIRE LA NOSTRA BELLEZZA (Angelus, 8-12-2022)

1a. Angelus-Papa-Francesco-ImmacolataIl Vangelo della Solennità odierna ci introduce nella casa di Maria per raccontarci l’Annunciazione (cfr Lc 1,26-38). L’angelo Gabriele saluta la Vergine così: «Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te» (v. 28). Non la chiama con il suo nome, Maria, ma con un nome nuovo, che lei non conosceva: piena di grazia. Piena di grazia, e dunque vuota di peccato, è il nome che Dio le dà e che noi festeggiamo oggi.
Ma pensiamo allo stupore di Maria: solo allora lei scoprì la sua identità più vera. Infatti, chiamandola con quel nome, Dio le rivela il suo segreto più grande, che lei prima ignorava. Qualcosa di analogo può accadere anche a noi. In che senso? Nel senso che pure noi peccatori abbiamo ricevuto un dono iniziale che ci ha riempito la vita, un bene più grande di tutto, abbiamo ricevuto una grazia originaria. Noi parliamo tanto del peccato originale, ma abbiamo ricevuto anche una grazia originaria, di cui spesso non siamo consapevoli.        Continua nell’ ALLEGATO

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POVERTÀ E SOLIDARIETÀ DIVENTANO UN TUTT’UNO (Suor M. MARRONE)

2a. Che passione per i maialini...Suor Maria Marrone, dalla sua missione di Lira, ci scrive raccontando piccole scene di vita, dove, pur tra tanta miseria, prevale il senso di gratitudine per il bene ricevuto.

Lira, (Uganda) ottobre 2022

Carissimi amici della Missione,
con questa lettera desidero darvi un po’ di notizie, e ringraziarvi per l’ aiuto che date alla popolazione Ugandese soprattutto in questo periodo di siccità e carenza alimentare per la zona Lango. Era da parecchi anni che non si vedeva anche qui una siccità così prolungata. La gente ha visto i raccolti della prima stagione tutti bruciati. L’Uganda è considerata la ‘perla d’Africa’ per la ricchezza del verde e delle acque, ma ora si stanno riducendo di molto e pure le sorgenti naturali di superficie si stanno asciugando… La stagione non si presenta come al solito, e la brevità delle piogge ci parla di insicurezza alimentare. Ora la gente sta seminando per la seconda stagione delle piogge che speriamo sia buona.       Continua nell’ ALLEGATO

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CHE COSA SPINGE A MIGRARE? Meraf Villani

3a. Che cosa spinge a migrareOltre l’80% dei migranti africani non lascia il proprio continente. Solo una piccola parte tenta di raggiungere l’Europa. E, contrariamente ai luoghi comuni e a una certa propaganda, gli immigrati in Italia non provengono dagli strati più bassi delle società d’origine né dai Paesi più poveri.

 Un luogo comune descrive i migranti come persone estremamente povere, provenienti da Paesi in ginocchio, alla ricerca disperata di un modo per sfamarsi. La realtà è diversa. Gli immigrati generalmente non provengono dagli strati più poveri del Paese d’origine, ma dalle classi medie, anche se fragili o a rischio di impoverimento. Emigrare costa. L’investimento per raggiungere le coste italiane può superare i diecimila dollari. I più poveri non dispongono di risorse sufficienti. E la scolarità di chi arriva in Italia è mediamente buona, rispetto agli standard dei Paesi d’origine.        Continua nell’ ALLEGATO

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