Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes
Carissime, Carissimi,
sono passati pochi giorni da quando il papa Farncesco ha riconosciuto, nel corso di una solenne cerimonia tenutasi in S. Pietro, dieci nuovi Santi e subito sono scattate tante domande.
Ma chi sono i Santi? Chi può dirsi veramente Santo? E c’è proprio bisogno del riconoscimento del Papa per essere Santi?
Ecco di seguito una breve, ma interessante riflessione di P. Mario Ghezzi, missionario e direttore del Centro PIME di Milano.
Charles de Foucauld, l’uomo della fratellanza universale, Lazzaro Devasahayam, indiano convertito al cristianesimo dall’induismo che rifiutò le caste, Pauline Jaricot, inventrice dei gruppi missionari. Continua nell’ ALLEGATO
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LA SANTITÀ È SEMPRE ORIGINALE (Regina Coeli, 15-05-2022)
Riportiamo il testo dell’omelia pronunciata da papa Francesco in occasione della canonizzazione dei 10 beati ricordati nel precedente numero della Comunicazione: Titus Brandsma – Lazzaro, detto Devasahayam – César de Bus – Luigi Maria Palazzolo – Giustino Maria Russolillo – Charles de Foucauld – Maria Rivier – Maria Francesca di Gesù Rubatto – Maria di Gesù Santocanale – Maria Domenica Mantovani
Abbiamo ascoltato alcune parole che Gesù consegna ai suoi prima di passare da questo mondo al Padre, parole che dicono che cosa significa essere cristiani: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Questo è il testamento che Cristo ci ha lasciato, il criterio fondamentale per discernere se siamo davvero suoi discepoli oppure no: il comandamento dell’amore. Fermiamoci sui due elementi essenziali di questo comandamento: l’amore di Gesù per noi – come io ho amato voi – e l’amore che Lui ci chiede di vivere – così amatevi gli uni gli altri. Continua nell’ ALLEGATO
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SPECIALE UCRAINA: LO STALLO (Redazione ISPI)
Al 90esimo giorno di guerra le prospettive di un negoziato sembrano più lontane che mai. Il piano di pace italiano trova poche sponde e l’embargo sul petrolio è ancora osteggiato dall’Ungheria.
La Russia intensifica la sua offensiva in Donbass dopo aver archiviato la questione acciaierie Azovstal a Mariupol. Lo conferma il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra in Ucraina. Mosca, riferisce l’intelligence inglese, ha aumentato l’intensità delle sue operazioni nella regione orientale, ma finora ha ottenuto successi solo “localizzati” grazie alla resistenza. E, comunque se la linea del fronte orientale si dovesse spostare più a ovest, le linee di comunicazione russe si estenderanno e Mosca “probabilmente vedrà le sue forze affrontare ulteriori difficoltà di rifornimento logistico”. Intanto, mentre proseguono le trattative per cercare di sbloccare il grano fermo nei porti del Mar Nero, la Cnn pubblica immagini satellitari del porto di Sebastopoli, in Crimea, che proverebbero il saccheggio del grano da parte di imbarcazioni russe. Continua nell’ ALLEGATO
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CON-DIVIDERE PER CON-OSCERE (D. Carraro)
Siamo in Angola, dove è possibile toccare con mano, questa volta in maniera ancor più evidente di altre, che la vita in Africa è una corsa ad ostacoli, una salita accidentata dove fatiche si sommano a fatiche e pesi a pesi, con il rischio finale di rimanere schiacciati.
Carissimi,
c’è un piccolo ospedale, bianco e rosso nel Cunene, nel sud dell’Angola. Si scrive Chiulo, si legge “sciulo”. Ero lì pochi giorni fa. È un ospedale che in tanti abbiamo nel cuore, ha 220 posti letto e offre assistenza a 250.000 persone. Qui ho toccato che la vita in Africa è una corsa ad ostacoli.
Ho visto la siccità. Intorno all’ospedale un territorio secco e arido, dominato da maestosi baobab, dove piove sempre meno. Le falde acquifere si prosciugano, i pozzi vengono scavati sempre più a fondo e talvolta si trova solo acqua salata. Se manca l’acqua, non c’è cibo e i bambini non mangiano. Continua nell’ ALLEGATO
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LA LUNGA PASQUA A FOYA (Redazione S.M.A.
P. Lorenzo Snider e p. Walter Maccalli sono missionari in Liberia, nella Parrocchia di Foya, all’estremo nord-ovest del Paese, a pochi chilometri da Guinea e Sierra Leone.
Quest’anno hanno ricevuto la visita di p. Dario Dozio e Antonio Guadalupi, che hanno partecipato alla Settimana Santa in parrocchia, e hanno ripreso alcune immagini, condensate nel breve video che è stato allegato al presente numero della Comunicazione.
P. Lorenzo ci ha spiegato che il Triduo Pasquale è stato un momento particolarmente intenso, un vero tempo di grazia, che ha fatto dimenticare la fatica e il caldo.
Dai vari villaggi della Parrocchia sono confluiti a Foya i catecumeni cioè gli adulti che si sono preparati per tre anni al Battesimo.
“La Veglia Pasquale è stata… interminabile, ma ricca di emozioni per tutti”, dice p. Lorenzo. Continua nell’ ALLEGATO
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L’ARRESTO DEL CARDINALE ZEN E LE NUOVE NUVOLE NERE SU HONG KONG (p. Gianni Criveller)
Anche dopo il rilascio su cauzione, la società civile di Hong Kong resta scossa per l’arresto del cardinale Joseph Zen insieme agli altri attivisti Margaret Ng, Hui Po-keung e Denise Ho. La diocesi di Hong Kong poi ha diffuso un comunicato in cui ha espresso preoccupazione e chiesto che il vescovo emerito novantenne sia trattato secondo giustizia.
Sul significato dell’arresto del cardinale Zen, che dovrà comunque affrontare un processo sulla base della famigerata legge sulla sicurezza nazionale, pubblichiamo un commento di padre Gianni Criveller, missionario del Pime e sinologo, che a Hong Kong ha collaborato a lungo con il cardinale Zen.
L’11 maggio 2022 è stato arrestato il cardinale Joseph Zen “la coscienza di Hong Kong”. Per chi come me ha vissuto anni formidabili a fianco del cardinale, rimarrà un giorno di una tristezza indimenticabile. Continua nell’ ALLEGATO
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LE GUERRE DIMENTICATE (La Redazione)
Dal 24 febbraio scorso la nostra attenzione è concentrata esclusivamente sul conflitto che vede l’Ucraina resistere all’invasione russa. Tuttavia sono moltissime le guerre che, nel disinteresse quasi totale del mondo, si combattono soprattutto in Asia e Africa, senza che i mezzi di informazione semplicemente ne parlino.
È quella che papa Francesco, fin dal 2014, non si stanca di definire «Terza guerra mondiale a pezzi». Se la Guerra fredda aveva concentrato i conflitti attorno ad un unico spartiacque ideologico, dalla caduta del Muro di Berlino, questi si sono modificati tantissimo, oltre che essersi moltiplicati.
Solo tra ad esempio rientrano nel classico modello di guerre tra stati. Oltre alla già citata guerra tra Russia e Ucraina, troviamo quelle tra India e Pakistan, tra Cina e India e tra Israele e Iran. In realtà a dominare il panorama oggi sono i conflitti interni. Continua nell’ ALLEGATO
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YEMEN, I MORTI PER PROCURA. (Camille Eid)
Una tristemente tipica guerra “dimenticata”, quella dello Yemen. La terra che i Romani chiamavano l’Arabia Felix, e il cui nome arabo – al-Yaman – è associato all’ottimismo e alle benedizioni, è oggi metafora di desolazione e infelicità. Il conflitto, che ha compiuto sette anni lo scorso 16 settembre, rimane infatti tra i più gravi per impatto sulla popolazione civile, e ciò nonostante i nuovi spiragli di pace che si sono aperti di recente. La settimana scorsa, l’Arabia Saudita ha annunciato la liberazione di 163 prigionieri come iniziativa umanitaria per «consolidare l’attuale tregua e creare un’atmosfera di dialogo tra le parti yemenite». Riad guida dal marzo 2015 una coalizione militare contro i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran e che occupano, oltre alla capitale Sanaa, una buona metà del Paese. Continua nell’ ALLEGATO
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NOTIZIE FLASH DAL MONDO
a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di Scannabue
“VI CERCHIAMO PERCHÈ VI AMIAMO“
Il fenomeno dei “desaparecidos“ in Messico è una vera e propria crisi umanitaria: sono quasi 100 mila le persone sparite dal 1964 ad oggi.
Di queste la maggior parte si sono perse le tracce a partire dal 2006, da quando, cioè, il governo messicano decretò la cosiddetta guerra al narcotraffico. Con gli anni la violenza è debordata e il 98% dei responsabili delle sparizioni forzate rimane impunito.
Di fronte all’indolenza delle autorità, le famiglie dei “desaparecidos” hanno iniziato a cercare i loro cari in maniera autonoma, riunendosi in collettivi. Come nel caso di Uniendo Esperanzas: si tratta di gruppi composti soprattutto da donne: madri, sorelle, mogli, figlie che, nel loro processo di ricerca, sono diventate più esperte delle stesse autorità. Continua nell’ ALLEGATO
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