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1a. Navalny

Se decideranno di uccidermi, significa che siamo incredibilmente forti.
 
Dobbiamo utilizzare questo potere, non arrenderci,
ricordiamo che siamo una grande forza
che è oppressa da queste cattive persone.
 
Non ci rendiamo conto di quanto siamo forti.
L’unica cosa necessaria per il trionfo del male
è che i buoni non facciano nulla.
 
Per questo non rimanete inattivi”.
 
ALEKSEJ NAVAL’NYJ – 1976 – 2024 – Attivista e politico

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
è stata dura, ma finalmente ce l’abbiamo fatta e possiamo riprendere le pubblicazioni. Quello che sembrava un banale guasto al computer si è poi rivelato un problema molto maggiore, con conseguenze imprevedibili: tre settimane senza macchina, blocco di qualsiasi attività, faticoso recupero dei dati faticosamente memorizzati, marce forzate ad inseguire il lavoro che nel frattempo si era accumulato.
Tuttavia questa inattività forzata è stato un utile esercizio non solo di pazienza, quanto soprattutto per ripensare il lavoro fin qui svolto e che cosa si possa migliorare della nostra Comunicazione Missionaria.       Continua nell’ ALLEGATO

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COLTIVARE SGUARDI APERTI E DIVENTARE “CERCATORI DELLA LUCE” DI GESÙ (Angelus, 25.02.2024)

3a. gioba-25022024-minIl Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima ci presenta l’episodio della Trasfigurazione di Gesù (cfr Mc 9,2-10).

Dopo aver annunciato ai discepoli la sua Passione, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su un monte alto e lì si manifesta fisicamente in tutta la sua luce. Così svela loro il senso di ciò che avevano vissuto insieme fino a quel momento. La predicazione del Regno, il perdono dei peccati, le guarigioni e i segni compiuti erano infatti scintille di una luce più grande: la luce di Gesù, la luce che è Gesù.        Continua nell’ ALLEGATO

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LA MISSIONE È ANNUNCIO DI PACE (Federazione Stampa Missionaria Italiana)

4a. La missione è annubcio di paceQuesta riflessione è stata pubblicata da tutte lee riviste missionarie italiane (Fesmi) in occasione della Giornata mondiale della pace 1 gennaio 2024.

Mai quanto quest’anno che sta iniziando la Giornata mondiale della pace che la Chiesa celebra nel primo giorno dell’anno ci interpella. Il vento di morte, violenza e distruzione che in queste settimane drammatiche ci ha raggiunto da Gaza, non ha fatto altro che aggiungersi alle ferite della guerra in Ucraina (combattuta tra cristiani, che arrivano addirittura a benedire le proprie armi), al conflitto violentissimo che da quasi tre anni ormai sfigura il Myanmar, a quello tornato a insanguinare il Sudan, alle tante altre guerre dimenticate che sempre più raramente entrano nelle scalette dei notiziari. Secondo l’organizzazione Acled (Armed conflict location and event data project), che raccoglie dati per monitorare i conflitti, al momento ci sono 59 guerre nel mondo.        Continua nell’ ALLEGATO

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QUANDO TUTTO CROLLA RESTA IN PIEDI SOLTANTO L’ESSENZIALE (G. Allevi)

5a. giovanni-allevi-1Non è necessario essere fan di Sanremo per apprezzare quanto di buono venga anche da quel mondo. Per questo il monologo di Giovanni Allevi ci è sembrato degno di essere ripreso, come riflessione onesta e profonda sulla realtà del dolore.

 

“All’improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull’applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho guardato il soffitto con la sensazione di avere la febbre a 39 per un anno consecutivo.        Continua nell’ ALLEGATO

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SEMPRE PIÙ BIRMANO (P. Piero Masolo)

P. Masolo con una comunità di sfollati.
P. Masolo con una comunità di sfollati.

P. Piero Masolo, testimone alla Veglia missionaria, ci scrive il suo lento e progressivo inserimento nella cultura e nella realtà birmana.

Yangon, 6 febbraio 2024
San Paolo Miki e compagni martiri giapponesi

Cari amici, care amiche,
eccomi a voi nuovamente per raccontarvi un po’ della nostra vita qui in Myanmar, dopo poco più di tre mesi dal mio arrivo. Per prima cosa sono stato ribattezzato: sì perché è usanza farsi dare un nome birmano ed il mio insegnante di lingua mi ha chiamato THURÈIN, che significa sole in maniera poetica. Il sole di solito è semplicemente NÈ, ma nel mio nuovo nome c’è anche la radice di forza, coraggio. Mi piace perché mi sembra proprio di buon auspicio: ci vuole forza per vivere qui!         Continua nell’ ALLEGATO

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LIBERATI TRE ITALIANI IN OSTAGGIO DAL 2022 (Redazione euronews)

7a foto ANSARocco Langone, Maria Donata Caivano e Giovanni Langone erano stati sequestrati il 19 maggio 2022 a sud-est di Bamako, la capitale del Mali. Stanno bene e sono arrivati a Roma nel primo pomeriggio di martedì.

Tre cittadini italiani, sotto sequestro in Mali da quasi due anni, sono stati liberati nelle prime ore di martedì e sono già rientrati in Italia, in buone condizioni di salute. Lo rende noto Palazzo Chigi.
Si tratta di Rocco Langone, 66 anni, della moglie Maria Donata Caivano, 64 anni, e del figlio Giovanni Langone, che erano stati rapiti nel maggio del 2022 a Sicnina, un villaggio alla periferia della città di Koutiala, a 270 chilometri dalla capitale Bamako.        Continua nell’ ALLEGATO

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DARE SENSO AL VIAGGIO

Con un incontro introduttivo, che si svolgerà presso la Casa del Pellegrino venerdì 8 marzo, prenderà il via una nuova edizione del Corso di formazione aperto a tutte e a tutti coloro che vogliono fare una breve esperienza missionaria.

 È da tanti anni che la diocesi di Crema, attraverso il Centro Missionario, propone a tutti coloro che vogliono guardare oltre, che vogliono conoscere non solo altre culture, ma anche un po’ meglio se stessi, che vogliono rafforzare l’impegno per un mondo più solidale, che vogliono, attraverso l’incontro con i missionari, incontrare Comunità aperte e disposte al dialogo, un Corso di formazione. Un’opportunità educativa per affrontare nel migliore dei modi una diversa esperienza di viaggio.       Continua nell’ ALLEGATO

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UN MONASTERO IN SIRIA (CCCS. Wyszynski)

Vicino al confine con il Libano vive, ormai da 19 anni, una vivace comunità di monache trappiste. Una esperienza da conoscere e raccontare

Ad Azer, vicino al confine con il Libano, cinque suore trappiste svolgono il loro servizio malgrado la guerra, la pandemia e il terremoto che hanno sconvolto il Paese.
Un piccolo segno che rimanda a una grande Presenza. Un monastero abitato da cinque suore trappiste e intitolato a Maria, fonte della pace. Sorge sulla collina di Azer, in Siria, vicino al confine con il Libano, in una zona rurale abitata da sunniti e sciiti con due piccoli villaggi cristiani.        Continua nell’ ALLEGATO

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