LA FAME È SCANDALOSA ( Ilaria De Bonis)

4a. La fame è scandalosaIl messaggio di Bergoglio al pre-vertice Onu sui sistemi alimentari sta facendo discutere. La fame è uno scandalo – ha affermato – e la mancanza del pane quotidiano un crimine. Abbiamo raccolto le voci di Maria Soave Buscemi, missionaria laica in Brasile, suor Rita Zaninelli in Mozambico e don Amedeo Cristino in Benin. Sfruttamento, neocolonialismo, povertà si intrecciano a danno di popolazioni alle quali manca il necessario

Il Papa lo ha detto nel discorso rivolto ai partecipanti al pre-vertice Onu sui sistemi alimentari: la fame nel mondo «è uno scandalo». La mancanza di «pane quotidiano è un crimine», perché viola i diritti umani. I nostri missionari, dalle periferie del mondo, ribadiscono il concetto, portando testimonianza di una povertà che «non è casuale, ma voluta». All’interno di terre «massacrate dall’ingiustizia» di un’economia predatoria. Agrobusiness e land grabbing, per esempio, provocano inaridimento e ulteriore povertà in Africa, ma anche in America Latina, Brasile in primis.          Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

MEMORIA DI SUOR AGOSTINELLA SEVERGNINI (Sr. Joan Agnes Matimu)

5a. severgnini-suor-agostinellaMissionaria della Consolata, ci ha lasciato mercoledì 21 luglio, giorno di S. Elia, onomastico del suo papà. Nata il 22 marzo 1942 a Vidolasco, aveva trascorso la sua vita in missione a Meru in Kenya, occupandosi di bambini e di giovani. Riportiamo di seguito questo affettuoso ricordo scritto da una sua consorella e letto durante la Messa funebre celebrata ieri.

L’improvvisa morte di suor Agostinella ci ha lasciato in un profondo dolore e senso di perdita. in Kenya, i messaggi continuano a fluire da persone di tutti i ceti di vita, persone che la sorella ha toccato con la sua vita. per ora, Tuttavia, ci limitiamo a condividere qualcosa brevemente in seguito, più sorelle e amici scriveranno in memoria della nostra cara sorella.
Suor Agostinella è arrivata in Kenya nel 1983. Era la sua missione tanto attesa, un sogno che si avverava. Subito dopo il suo arrivo le fu chiesto di far parte della direzione di una scuola elementare del Meru, mentre iniziava i suoi studi della lingua Swahili. Aveva un amore speciale per i bambini. Fino ad alcuni anni fa, le sue attività principali erano: insegnamento, direzione di varie scuole materne e responsabile dei collegi per ragazze.           Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

NOTIZIE DALL’UFFICIO MIGRANTES (La Redazione)

Agro pontino: Dokita in campo per l’inclusione e contro sfruttamento e caporalato

Mediatori culturali all’interno di scuole e servizi pubblici, insegnamento in classe dell’educazione alla cittadinanza globale e, nei Paesi di origine, sportelli informativi su opportunità di lavoro, rischio sfruttamento e caporalato in Italia. Sono solo alcune delle proposte contenute nel “Manifesto per l’inclusione” elaborato dalle associazioni della società civile dell’Agro Pontino per ripensare lo sviluppo di un territorio diventato negli anni sinonimo di emarginazione e sfruttamento, soprattutto ai danni di una parte significativa della comunità immigrata, circa 55mila persone, composta in maggioranza da romeni e indiani Sikh. L’iniziativa è un tassello del progetto “Get Ap! Strategie per una cittadinanza globale dell’Agro Pontino”, promosso dall’associazione Dokita assieme a una rete di organizzazioni attive sul territorio e cofinanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.          Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di SCANNABUE

7a. donneartigianebangladesh LA MIA VITA PER LE DONNE DEL BANGLADESH

 Quando suor Filomena Alicandro arrivò in missione  55 anni fa, il Bangladesh non esisteva ancora, era il Pakistan orientale e c’era tanta povertà e arretratezza. I bambini dei villaggi non andavano a scuola, le donne in casa erano trattate come serve e nella società non contavano niente.
 Fu proprio la condizione femminile a colpire fin da subito la giovane suora originaria di Latina. Da ragazza aveva imparato a cucire e ricamare così ha pensato di usare questa sua abilità per provare a migliorare la vita delle ragazze, dando vita, con l’aiuto delle sorelle Missionarie dell’Immacolata, al “Women and Development Center” di Gopalpur. Questa sartoria, in oltre trent’anni, ha garantito un lavoro e un reddito a migliaia di donne.          Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONEdoc1-1
E LA VITA VINCERA’

il progetto per una centralina per riempire le bombole di ossigeno necessarie per curare i malati di Covid-19

Link al video:

https://www.youtube.com/watch?v=frlOsJMr5PQ

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

————————————————————

Enrico Fantoni con le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
credo che lo sconcerto e l’orrore che hanno provocato le immagini registrate nel Carcere di Santa Maria Capa Vetere, meritino un po’ di approfondimento, anche per evitare sia strumentalizzazioni sia sterili quanto inutili divisione in opposte fazioni. Sulle carceri infatti si gioca la credibilità di una bella fetta della nostra Costituzione.
Per questo riportiamo la lettera, datata 3 luglio, scritta al quotidiano AVVENIRE da don Daniele Simonazzi, co-cappellano del Carcere di Reggio Emilia.

Gentile direttore,
le scrivo in merito agli articoli apparsi su “Avvenire” prima che prendesse spazio il caso del carcere di S. Maria Capua Vetere, che ha scosso tanti, quasi tutti. “Avvenire” è un giornale che sentiamo nostro e forse è l’unico – mi permetta – “da galera”. E quindi grazie! Sono cappellano in carcere da oltre trent’anni; prima lo sono stato in quello che era l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario e ora proseguo, con il mio confratello don Matteo, il ministero oltre che nelle sezioni dell’Articolazione della salute mentale (Asm) anche, di fatto, in altre due sezioni. Scrivo perché vorrei condividere con lei e con la ministra Marta Cartabia alcune considerazioni.         
Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————

SOLO L’AMORE RISANA LA VITA, NON GIUDICARE GLI ALTRI (Angelus, 27-06-2021)

1a. AngelusOggi nel Vangelo (cfr Mc 5,21-43) Gesù si imbatte nelle nostre due situazioni più drammatiche, la morte e la malattia. Da esse libera due persone: una bambina, che muore proprio mentre il padre è andato a chiedere aiuto a Gesù; e una donna, che da molti anni ha perdite di sangue. Gesù si lascia toccare dal nostro dolore e dalla nostra morte, e opera due segni di guarigione per dirci che né il dolore né la morte hanno l’ultima parola. Ci dice che la morte non è la fine. Egli vince questo nemico, dal quale non possiamo liberarci da soli.
Concentriamoci, però, in questo periodo in cui la malattia è ancora al centro delle cronache, sull’altro segno, la guarigione della donna. Più che la sua salute, a essere compromessi erano i suoi affetti. Perché? Aveva perdite di sangue e perciò, secondo la mentalità di allora, era ritenuta impura. Era una donna emarginata, non poteva avere relazioni stabili, non poteva avere uno sposo, non poteva avere una famiglia e non poteva avere rapporti sociali normali perché era “impura”, una malattia che la rendeva “impura”.          Continua nell’ ALLEGATO

————————————————————