CERTE VOLTE PREGARE È GRIDARE A DIO (Angelus, 20-06-2021)

1a. angelus-papa_Nella liturgia di oggi si narra l’episodio della tempesta sedata da Gesù (Mc 4,35-41). La barca su cui i discepoli attraversano il lago è assalita dal vento e dalle onde ed essi temono di affondare. Gesù è con loro sulla barca, eppure se ne sta a poppa sul cuscino e dorme. I discepoli, pieni di paura, gli urlano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38).
E tante volte anche noi, assaliti dalle prove della vita, abbiamo gridato al Signore: “Perché resti in silenzio e non fai nulla per me?”. Soprattutto quando ci sembra di affondare, perché l’amore o il progetto nel quale avevamo riposto grandi speranze svanisce; o quando siamo in balìa delle onde insistenti dell’ansia; oppure quando ci sentiamo sommersi dai problemi o persi in mezzo al mare della vita, senza rotta e senza porto. O ancora, nei momenti in cui viene meno la forza di andare avanti, perché manca il lavoro oppure una diagnosi inaspettata ci fa temere per la salute nostra o di una persona cara. Sono tanti i momenti nei quali ci sentiamo in una tempesta, ci sentiamo quasi finiti.
In queste situazioni e in tante altre, anche noi ci sentiamo soffocare dalla paura e, come i discepoli, rischiamo di perdere di vista la cosa più importante. Sulla barca, infatti, anche se dorme, Gesù c’è, e condivide con i suoi tutto quello che sta succedendo. Il suo sonno, se da una parte ci stupisce, dall’altra ci mette alla prova. Il Signore è lì, presente; infatti, attende – per così dire – che siamo noi a coinvolgerlo, a invocarlo, a metterlo al centro di quello che viviamo. Il suo sonno provoca noi a svegliarci.          Continua nell’ ALLEGATO

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TIGRAY: UNA SITUAZIONE UMANITARIA CATASTROFICA. (Padre Mussie Zerai)

Etiopia

2b. Mappa TigrayUna guerra civile ignorata dal mondo, che ha già provocato migliaia di morti e centinaia di migliaia di rifugiati. È quella che insanguina il Tigray, la regione più a nord dell’Etiopia. Un conflitto che dal novembre 2020 oppone il partito regionale, TPLF, al governo federale del presidente Abiy Ahmed. La situazione umanitaria è catastrofica: a dirlo è p. Mussie Zerai Yosief, coordinatore europeo per i cattolici eritrei. Vi proponiamo la sua testimonianza.
 La situazione è gravissima sul piano umanitario, perché la gente sta soffrendo la fame. Tante infrastrutture sono state distrutte. I movimenti da una località all’altra non sono facili. Gli aiuti umanitari non riescono a raggiungere la popolazione. In più c’è il problema del covid, che colpisce anche qui nel Tigray. Ma gli ospedali sono stati danneggiati nei combattimenti e non ci sono medicinali: i malati non hanno la minima assistenza sanitaria.          Continua nell’ ALLEGATO

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HA PRESO L’AVVIO LA CONSULTA INTERCULTURA (La Redazione)

3aFavorire l’incontro ed il dialogo tra cittadini italiani e no, portatori delle differenti culture presenti a Crema, promuovere e sostenere iniziative volte alla conoscenza e al rispetto, educare alla convivenza negli spazi di vita comuni per sviluppare la capacità di avvicinarsi a abitudini diverse. Questi gli obiettivi dichiarati della Consulta Intercultura del Comune di Crema, che alla presenza

Non chiamiamola neonata. Infatti la Consulta Intercultura che ha preso l’avvio venerdì scorso 18 giugno nella sala consiliare del Comune di Crema di strada ne ha già fatta. Una strada lunga, complessa, a volte contorta, ma sempre alla luce della partecipazione. Non a caso il vicesindaco Gennuso, nel suo intervento di apertura, ha parlato di “un momento conclusivo e al tempo stesso di inizio”. Nata Infatti tre anni fa da un’intuizione dello stesso Gennuso che non pensava né ad un organismo “solo” di stranieri nei ad un ente “per” gli stranieri, ma ad un luogo di incontro di culture, col tempo ha raccolto intorno a se sempre più persone convinte forse più dal sogno che dalla sua effettiva realizzazione.           Continua nell’ ALLEGATO

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ANCHE CARITAS CREMA NEL PROGETTO “CORRIDOI UMANITARI” (Crema Oggi)

4a. Corridoi-umanitari-1Anche Caritas Crema tra le 8 realtà diocesane e un centro valdese che hanno accolto i 45 profughi, tra i quali 22 bambini, arrivati mercoledì mattina all’aeroporto di Fiumicino dal Niger, ma di diverse nazionalità africane.

Il loro ingresso in Italia è reso possibile dal Protocollo d’intesa tra lo Stato italiano e la Conferenza Episcopale Italiana, che organizza e finanzia attraverso la Caritas i corridoi umanitari. Progetto che da alcuni anni ha permesso l’arrivo in modo ordinato e sicuro a migliaia di richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità, individuati nei campi profughi di Etiopia, Sudan, Giordania e Niger.
“Ho provato un’emozione fortissima – riferisce Fabrizio Motta, referente dell’area immigrazione di Caritas Crema – vedere, al momento dell’incontro nell’hangar a Fiumicino riservato al loro arrivo, la felicità incontenibile di tutti, adulti e bambini, per essere giunti in un luogo sicuro.”          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE DALL’UFFICIO MIGRANTES (La Redazione)

Da inizio anno sbarcate 19.794 persone migranti

Sono 19.794 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Di questi 3.144 sono di nazionalità bengalese (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.910, 15%), Costa d’Avorio (1.581, 8%), Egitto (1.533, 8%), Eritrea (1.195, 6%), Sudan (1.141, 6%), Guinea (1.034, 5%), Marocco (924, 5%), Iran (703, 3%), Mali (647, 3%) a cui si aggiungono 4.982 persone (25%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è aggiornato alle 8 di questa mattina ed è diffuso dal ministero degli Interni nel “cruscotto sbarchi”.          Continua nell’ ALLEGATO

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NOTIZIE FLASH DAL MONDO

a cura del Gruppo di Animazione Missionaria di SCANNABUE

IMPARARE AD ESSERE “MISSIONARI GENEROSI”

Il Pontificio Collegio S. Paolo Apostolo di Roma è un Seminario internazionale che favorisce l’incontro di Chiese vive, ognuna impegnata in contesti differenti. Tre voci raccontano la dimensione di universalità della Chiesa, ovunque missionaria e in uscita.
 Pare Griserio Vargas è un sacerdote del Nicaragua, viene dalla regione più povera del Paese, studia diritto canonico al Pontificio Collegio S.Paolo Apostolo e sa bene che quando tornerà a casa sarà più motivato e  il suo studio sarà prezioso per i fedeli che accompagnerà. Spiega che da loro i laici sono una realtà attiva e di fatto guidano la comunità e tante donne sono ministri del culto.
Padre Prince Franklin, invece, viene dall’India e racconta che a 15 anni è entrato in seminario. A 3 anni dall’ordinazione, il Vescovo lo ha mandato a studiare al Collegio di Roma. Ora, come vicedirettore, fa parte della formazione permanente dei sacerdoti e quando tornerà in India proseguirà il suo lavoro di dialogo interreligioso con fedeli indù e buddisti.          Continua nell’ ALLEGATO

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Il Centro Missionario informa…

 LE TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE

CONSIGLIAMO LA VISIONE

Kobra inaugura Memoriale della Fede in S. Paulo (Brasile)
Kobra, uno dei maggiori graffitisti del mondo, ha realizzato questa splendida opera in S. Paulo.

Link al video:

https://drive.google.com/file/d/15UFiC5JmzAvqeqkL7G0DeLIM72D3plvQ/view?usp=sharing

Iscriviti al canale di youtube del “Centro Missionario Diocesi di Crema”, per essere avvisato ad ogni pubblicazione di un nuovo video. Link: https://www.youtube.com/channel/UCV1dJoWbFRA2sSAwpJTBpxg

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                               il 12 giugno scorso è stata ricordata la GIORNATA MONDIALE  CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE e, al di là dei bei discorsi di principio, è stata l’occasione per fare il punto su una reltà sempre molto scottante che spesso, dall’Africa all’India, dal Bangladesh all’America Latina, passando dall’Europa, occupa le prime pagine dei giornali.
Purtroppo i dati che ci vengono forniti dall’UNICEF e dall’ILO-OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) sono allarmanti. 160 milioni è la cifra assoluta, a livello mondiale, di bambini che lavorano e, per la prima volta, negli ultimi vent’anni, il loro numero torna a crescere, al punto che, dopo 18 mesi di isolamento e di chiusure più o meno totali, il loro numero è aumentato del 10%. Un’altra conseguenza della pandemia?
In primo luogo va chiarito che quando si parla di lavoro minorile non si tratta di far bagnare l’orto o di accudire gli animali domestici che possediamo. Si parla di Minori, spesso con poco più di 6 anni, che svolgono lavori pesanti e logoranti. Si tratta di bambini che saltano tutte le tappe del loro normale sviluppo fisico e psicologico per essere proiettati in un mondo che non è il loro, è popolato da adulti e in più è pericoloso.          Continua nell’ ALLEGATO

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