Poche parole, ma chiare e profonde, di Christian ALBINI sulla tragedia di Rouen.
Il martirio di Rouen è l’ultimo atto della campagna di terrore di questa estate che ha il suo epicentro in Francia. La strategia sembra quella di colpire in modo casuale i luoghi della convivenza e della vita quotidiana per suscitare un clima di terrore diffuso. Bastano poche persone che si attivano qua e là, con un effetto amplificato da squilibrati come quello di Monaco. Colpire una chiesa e un prete ha un perverso valore simbolico, ma può essere un grave errore da parte dei terroristi che vogliono alimentare la spirale della violenza e trascinarci nello scontro di civiltà per egemonizzare il mondo islamico. Proprio da un atto come questo può emergere la differenza della logica cristiana rispetto alla logica del terrore. Là dove ci si muove nello spazio della mitezza che non fa di una cultura e di una religione un nemico da odiare – e questo è il Vangelo – il terrorismo è disarmato prima di tutto davanti agli stessi musulmani perché è smentito il teorema della sua ideologia secondo cui i cristiani sono crociati da combattere. È il terrorismo che fa guerre di religione che, per la fede cristiana non esistono. I cristiani si oppongono perciò al terrorismo, non a una civiltà o a una religione. Così come nella Seconda Guerra Mondiale il male stava nell’ideologia nazista e nei suoi seguaci, non nel popolo o nella cultura tedeschi.