«Sono un militare delle forze armate della Federazione russa. Ma vorrei attirare l’attenzione sul fatto che sono anche un essere umano e un cittadino»: così inizia la lettera che il luogotenente Dmitrij Vasilets, 27 anni, ha inviato ai suoi superiori per motivare il proprio rifiuto di tornare a combattere in Ucraina.
Vasilets è il primo ufficiale russo incriminato in base alla nuova formulazione dell’articolo 332 del codice penale che prevede pene detentive fino a tre anni per chi si oppone all’ordine di un superiore in caso di conflitto armato o si rifiuta di partecipare alle ostilità.
Come molti suoi commilitoni, anche Dmitrij Vasilets era stato inviato in Ucraina nel febbraio scorso, poco prima dell’inizio dell’invasione, credendo di dover prendere parte soltanto a una serie di esercitazioni. Nei primi mesi di guerra ha visto morire due dei suoi amici più cari e si è convinto di non voler più prestare servizio nei territori ucraini occupati. Tornato in Russia alla fine dell’estate ha chiesto quindi di non essere più inviato nelle zone di combattimento, un gesto che in quel periodo era ancora censurabile soltanto con un congedo «disonorevole ». Continua nell’ ALLEGATO
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